Presentata a Roma nel corso di una conferenza stampa l'indagine di GfK Eurisko ‘Le donne e la contraccezione in Italia' che ha coinvolto un campione rappresentativo di donne tra i 18 e i 45 anni. Alcuni risultati sono sorprendenti.
Il 28% delle donne italiane fra i 18 e i 45 anni utilizza contraccettivi ormonali, il 26% altri metodi. Quasi la metà (il 46%) non fa uso di contraccettivi, nella maggior parte dei casi perché dichiara di non averne bisogno. La pillola (23%) e il preservativo (20%) sono i contraccettivi più utilizzati. I contraccettivi ormonali sono più utilizzati in Triveneto (38%), Sicilia (41%) e Sardegna (43%).
Il 90% delle donne parla con il ginecologo per scegliere il contraccettivo più adatto a lei, ma vengono interpellati (soprattutto dalle più giovani 18-25 anni) anche il partner (25%), le amiche (17%) e Internet (17%)
Nonostante questo solo il 19% delle donne ritiene di essere realmente informata mentre è forte e condiviso il desiderio di saperne di più (il 91% delle donne vorrebbe avere più informazioni). Tale attesa appare cruciale in un contesto ove la donna sente e vuole essere realmente protagonista delle sue scelte. E la donna è protagonista: nel 53% dei casi decide da sola, nel 43% dei casi decide consultandosi con il partner e solo il 4% subisce la volontà del marito/compagno.
Il 28 % delle donne sceglie un contraccettivo ormonale. Soprattutto la pillola. La sceglie prima di tutto perché la ritiene un contraccettivo sicuro eppure è fonte di ansia (si temono gli ormoni) e di difficile gestione (il ricordarsi di prenderla tutti i giorni è un aspetto molto problematizzato). Nella pratica l'assunzione giornaliera si traduce in un problema concreto: solo l'11% delle donne dichiara di non dimenticarsi mai la pillola.

Ben chiaro l'identikit del contraccettivo ideale: deve essere un metodo che permetta di vivere serenamente la propria sessualità (97%), che non crei problemi legati agli ormoni (85%), che non richieda di ricordarsene tutti i giorni (72%).
Nell'esperienza delle donne che lo usano, l'anello vaginale sembra rispondere a queste attese: pratico da usare (1 sola volta al mese), senza il problema di dimenticarsene, a basso dosaggio ormonale anche grazie alla somministrazione vaginale. Tutti aspetti percepiti come importanti vantaggi dalle donne che hanno avuto la possibilità di farne esperienza.
L'anello, uno degli ultimi metodi che la ricerca ha messo a disposizione, andrebbe meglio spiegato alle donne, in modo che possano valutarne meglio le modalità di inserimenti e i vantaggi di impiego.
Le donne lo conoscono poco: il 40% non ne ha mai sentito parlare, chi lo conosce ha informazioni superficiali, solo 1 donna su 100 lo utilizza. Come rispondere adeguatamente alla domanda di informazione e competenza che l'indagine rileva? Dal medico prima di tutto, ma anche dai media le donne attendono una risposta concreta.