Le donne in gravidanza che hanno maggiore propensione a sviluppare la pre-eclampsia dovrebbero assumere aspirina a basso dosaggio per ridurre il rischio di sviluppare questa complicanza. Lo dice uno studio appena pubblicato sul NEJM a firma Daniel L. Rolnik, del King's College Hospital di Londra, che conferma osservazioni precedenti.
Aspirina a basse dosi riduce la preeclampsia pretermine nelle donne ad alto rischio. Studio sul NEJM
Le donne in gravidanza che hanno maggiore propensione a sviluppare la pre-eclampsia dovrebbero assumere aspirina a basso dosaggio per ridurre il rischio di sviluppare questa complicanza. Lo dice uno studio appena pubblicato sul NEJM a firma Daniel L. Rolnik, del King's College Hospital di Londra, che conferma osservazioni precedenti.
Lo studio ha dimostrato che “la somministrazione di 150 mg/ al giorno dalla 11a-14a settimana di gestazione fino alla 36a è risultata associata a una incidenza significativamente minore di incidenza di preeclampsia rispetto al placebo” dicono gli autori.
Tra le complicanze che possono rendere difficile la gravidanza vi è una condizione nota con il nome di preeclampsia (o pre-eclampsia), che consiste in un aumento della pressione sanguigna, potenzialmente mortale. A esserne più interessate sono le donne con una storia di preeclampsia nelle gravidanze precedenti, ma anche coloro che soffrono di diabete o ipertensione. Tuttavia, esiste anche un rischio remoto che la si possa sviluppare anche se non si è un soggetto a rischio.
La preeclampsia è una causa principale di morbilità e mortalità materna e perinatale. Inoltre, la preeclampsia severa e precoce aumenta sensibilmente il rischio di queste complicanze. Sviluppare strategie per l'identificazione e il trattamento precoce delle donne a rischio elevato per la preeclampsia pretermine rimane quindi una priorità.
Studi precedenti hanno dimostrato che il trattamento con aspirina a basso dosaggio durante la gravidanza è utile per la prevenzione della preeclampsia e le associazioni professionali raccomandano l'uso di aspirina a basso dosaggio durante la gravidanza in donne ad alto rischio per la condizione. Tuttavia, non è ancora chiaro se questo trattamento riduce il rischio di preeclampsia pretermine tra le donne ad alto rischio.
Le strategie di screening attualmente utilizzate per identificare le donne ad alto rischio per la preeclampsia sono poco efficaci, dicono gli autori.
I ricercatori hanno pertanto esaminato se il trattamento con aspirina a basso dosaggio durante la gravidanza riducesse il rischio di preeclampsia prematrimoniale tra le donne ad alto rischio per la condizione. Per identificare le donne a rischio elevato per la preeclampsia pretermine, hanno utilizzato un algoritmo di screening che combina caratteristiche demografiche materne, fattori storici e biomarcatori. Questo approccio si è dimostrato più efficace di altre strategie attualmente utilizzate, dicono.
Nel loro studio a doppio cieco e controllato con placebo, i ricercatori hanno analizzato i dati raccolti in 13 centri di maternità nel Regno Unito, Spagna, Italia, Belgio, Grecia e Israele.
Lo studio ha incluso 1620 donne con gravidanze singole identificate come ad alto rischio per preeclampsia pretermine mediante screening nel primo trimestre. I ricercatori hanno assegnato casualmente le donne a ricevere l'aspirina (150 mg al giorno) o placebo, dall’ 11-14a settimana di gestazione fino alla 36a settimane.
Il trattamento a basse dosi di aspirina ha significativamente abbassato il rischio di preeclampsia pretermine. La preeclampsia pretermine si è verificata in 13 donne (1,6%) che hanno ricevuto l'aspirina rispetto a 35 (4,3%) che hanno ricevuto il placebo (rapporto di probabilità nel gruppo di aspirina, 0,38, intervallo di confidenza del 95%, 0,20-0,74, P = .004).
Gli autori non hanno trovato alcuna differenza significativa tra i gruppi nell'incidenza di altre complicanze della gravidanza, eventi avversi neonatali o altri eventi avversi. Tuttavia, lo studio è stato sotto dimensionato per questi outcome secondari, dicono gli autori.
Rolnik e colleghi hanno osservato inoltre che l'incidenza di preeclampsia pretermine del 4,3% nel gruppo placebo era inferiore al valore previsto del 7,6% (basato su un modello di previsione della preeclampsia).
"Questo dato è probabile che sia la conseguenza delle differenze tra le caratteristiche demografiche della popolazione studiata e quelle della popolazione utilizzate per lo sviluppo dell'algoritmo", concludono gli autori.
Preeclampsia
La preeclampsia può presentarsi dopo la 20a settimana di gravidanza e si manifesta con un aumento improvviso della pressione sanguigna associato a proteinuria, cioè a una concentrazione anomala di proteine nelle urine. Un tempo, tra i segni tipici della malattia veniva incluso anche il gonfiore agli arti inferiori, un sintomo di cui oggi non si tiene più conto, perché spesso è presente anche nelle gravidanze fisiologiche.
A volte la preeclampsia si manifesta subito in forma grave, altre volte si presenta in forma lieve, ma la sua evoluzione nel tempo è imprevedibile. Se non viene seguita attentamente, può avere conseguenze anche molto serie: distacco della placenta, insufficienza renale acuta, edema polmonare, emorragia cerebrale e convulsioni.
Daniel L. Rolnik, David Wright, Liona C. Poon et al. Aspirin versus Placebo in Pregnancies at High Risk for Preterm Preeclampsia N Engl J Med. Published online June 28, 2017
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