Gli insulino-sensibilizzanti, e in particolare i tiazolinedioni, sono associati a una riduzione significativa del rischio di tumori nelle donne con diabete di tipo 2 che assumono questi farmaci, stando ai risultati di uno studio retrospettivo di un team della Cleveland Clinic, appena pubblicato sulla rivista Diabetes, Obesity and Metabolism.

Inoltre, la ricerca suggerisce che la metformina e i tiazolinedioni rosiglitazone e pioglitazone sono più potenti da questo punto di vista dei secretagoghi dell'insulina come le sulfoniluree (tra cui gliburide, glipizide e glimepiride). Da notare che l' effetto è stato osservato solo nelle donne, e non negli uomini diabetici.

Nelle donne in terapia con tiazolidinedioni i ricercatori hanno calcolato una riduzione del 32% del rischio di tumori rispetto alla donne trattate con sulfoniluree ( hazard ratio aggiustato, HR, 0,68; IC al 95% 0.48–0.97).

Invece, in quelle trattate con insulino-sensibilizzanti (biguanide e  tiazolidinedioni) si è osservata una riduzione del rischio di cancro del 21% rispetto a quelle trattate con i secretagoghi (sulfonilureee e meglitinide) (HR 0,79; IC al 95% 0,64-0,98).

La pubblicazione dello studio arriva giusto a due settimane di distanza dalla ‘riabilitazione’ da parte dell’Fda di rosiglitazone, culminata nella decisione dell’agenzia di allentare la maggior parte delle restrizioni all'uso del farmaco imposte nel 2010 per timori di un aumento del rischio cardiovascolare nei pazienti trattati con questo ipoglicemizzante; timori scatenati dalla pubblicazione nel 2007 di una controversa metanalisi, a firma di Steven Nissen, anch’egli, come gli autori del lavoro odierno, della Cleveland Clinic.

Per lo studio appena uscito, il cui obiettivo era valutare il possibile effetto preventivo degli antidiabetici orali nei confronti dei tumori, i ricercatori hanno preso in esame un arco temporale di 8 anni (dal 1998 al 2006) e hanno incrociato I dati di due registri della Cleveland Clinic, quello sui pazienti diabetici e quello sui casi di tumore.

Nel periodo studiato (un follow-up di 51 994 anni-persona) sono stati registrati 892 casi di cancro nei pazienti diabetici, di cui i più comuni sono risultati quello alla prostata (14,5%) e il cancro al seno (11,7%).

Le donne in terapia con insulino.sensibilizzanti hanno mostrato una minore probabilità di sviluppare un tumore rispetto a quelle trattate con seceretagoghi dell’insulina anche dopo aver aggiustamento i risultati in base a svariati per fattori di rischio tra cui età, obesità, fumo, ipertensione e ipercolesteremia.

"Questa è una buona notizia" ha commentato l'autore principale dello studio, Sangeeta Kashyap, dell’Endocrinology and Metabolism Institute della Cleveland Clinic. Il ricercatore ha poi affermato che l’evidenza di un beneficio clinico aggiuntivo di un dato farmaco dovrebbe spingere gli endocrinologi a pensare più ad ampio raggio ai possibili rischi quando prescrivono una terapia ai loro pazienti e ha anche sottolineato che gli insulino-sensibilizzati sono ormai ampiamente disponibili come generici a basso costo.

"Questo studio ci dice che quando trattiamo un paziente diabetico dobbiamo pensare non solo al rischio cardiovascolare o al possibile aumento di peso, ma anche al rischio cancro. E su questo fronte, la scelta di agenti che prescriviamo può fare la differenza" ha detto Kashyap.

Il cancro ha un’incidenza del 30-50 % superiore nei pazienti diabetici rispetto alla popolazione generale e le donne diabetiche sembrano essere particolarmente esposte al rischio di tumori della mammella e dell'apparato riproduttivo.

Sembra che molti tipi di cellule tumorali sovraesprimano i recettori dell’'insulina, che si comporta nel corpo come un fattore di crescita. Come risultato, le neoplasie sembrano insorgere più facilmente e crescere in modo più aggressivo nelle situazioni in cui i livelli di insulina nel sangue sono alti, come accade nel diabete di tipo 2.

Per molti anni, ha sottolineato Kashyap, il rischio dei pazienti diabetici di sviluppare malattia cardiovascolari e di morire per esse ha distratto l’attenzione dal possibile legame tra diabete e cancro. Ora, però, che i pazienti riescono ad avere un miglior controllo glicemico rispetto al passato, vivono anche abbastanza a lungo per essere più esposti al rischio di sviluppare un tumore.

Sul fatto che l'effetto protettivo degli insulino-sensibilizzanti sia stato osservato solo nelle donne e non negli uomini, i ricercatori della Cleveland Clinic si dicono perplessi, ma avanzano l’ipotesi che gli ormoni sessuali possano influire sulla possibilità che livelli circolanti elevati di insulina promuovano la crescita tumorale oppure no .

Therese Bevers , direttore medico del centro di prevenzione tumori dell’MD Anderson Cancer Center di Houston, ha commentato lo studio dei colleghi della Cleveland Clinic dicendo che “questi dati portano a generare ipotesi”. Tuttavia, ha aggiunto l’esperta, dato che il lavoro, per sua natura, non dimostra la presenza di una relazione causa-effetto, è ancora ‘troppo preliminare” per poter orientare le decisioni del clinico riguardo alla scelta della terapia migliore possibile per trattare i loro pazienti diabetici.

G.E.C. Sun, et al. Gender-specific effects of oral hypoglycaemic agents on cancer risk in type 2 diabetes mellitus. Diabetes, Obesity and Metabolism 2013; DOI: 10.1111/dom.12231
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Alessandra Terzaghi