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Ranibizumab a rilascio continuo: efficacia e sicurezza nel trattamento di DME e nAMD

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L'impianto oculare di ranibizumab (Susvimo) riduce la necessità di frequenti iniezioni intravitreali di anti-VEGF nei pazienti affetti da degenerazione maculare neovascolare legata all'età o da edema maculare diabetico e gli aggiornamenti strutturali del dispositivo ne hanno migliorato le prestazioni, secondo uno studio presentato al recente meeting annuale dell'Association for Research in Vision and Ophthalmology (ARVO).

Il Port Delivery System (PDS) con ranibizumab rappresenta un'innovazione significativa nel trattamento delle patologie retiniche come la degenerazione maculare legata all'età neovascolare (nAMD) e l'edema maculare diabetico (DME).

Questo dispositivo impiantabile consente il rilascio continuo di ranibizumab, un anticorpo monoclonale che inibisce il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), riducendo la necessità di iniezioni intravitreali frequenti.

Il meccanismo d'azione di ranibizumab si basa sull'inibizione del VEGF, una proteina che promuove la crescita anomala dei vasi sanguigni nella retina. Bloccando il VEGF, ranibizumab previene la formazione di nuovi vasi sanguigni e la fuoriuscita di liquidi, riducendo l'edema e migliorando la visione.

Port delivery system
Il Port Delivery System con ranibizumab (PDS) è un innovativo sistema intraoculare di somministrazione di farmaci progettato per la somministrazione continua di ranibizumab nel vitreo per 6 mesi e oltre. Il PDS comprende un impianto oculare, una formulazione personalizzata di ranibizumab e quattro dispositivi ausiliari dedicati per il riempimento iniziale, l'impianto chirurgico, la sostituzione del riempimento e l'espianto, se clinicamente indicato. Ranibizumab è un candidato ideale per il PDS grazie alla sua straordinaria stabilità fisico-chimica e all'elevata solubilità.

Il rilascio controllato è ottenuto tramite diffusione passiva attraverso l'elemento poroso di controllo del rilascio, che viene regolato in base alle caratteristiche specifiche del farmaco per ottenere un livello terapeutico di ranibizumab nel vitreo. Per caratterizzare il rilascio del farmaco dall'impianto, la velocità di rilascio è stata misurata in vitro con concentrazioni iniziali di ranibizumab 10, 40 e 100 mg/mL, con un rilascio di ranibizumab 40 e 100 mg/mL che è risultato quantificabile dopo 6 mesi.

Utilizzando una concentrazione iniziale di 100 mg/mL, il tasso di rilascio attivo a circa 6 mesi è risultato costante dopo il riempimento iniziale e il primo, il secondo e il terzo riempimento, dimostrando la riproducibilità tra impianti e tra più cambi di riempimento dello stesso impianto. È stato dimostrato che un refill-exchange eseguito con un singolo colpo da 100 µL utilizzando l'ago da refill sostituisce oltre il 95% del contenuto dell'impianto con farmaco fresco. I dati in vitro supportano l'uso del PDS con intervalli di sostituzione fissi di almeno 6 mesi negli studi clinici.

Evidenze cliniche a supporto dell'efficacia di ranibizumab
Studi clinici hanno dimostrato che ranibizumab PDS offre risultati visivi comparabili alle iniezioni mensili di ranibizumab, con il vantaggio di intervalli di trattamento più lunghi. Nel trial clinico di fase III PAGODA, i pazienti con DME trattati con ranibizumab e ricariche ogni 24 settimane hanno ottenuto miglioramenti nella migliore acuità visiva corretta (BCVA) simili a quelli dei pazienti che ricevevano iniezioni mensili di ranibizumab. In media, i pazienti nel gruppo ranibizumab hanno registrato un aumento di 9,6 lettere nella BCVA, rispetto a un aumento di 9,4 lettere nel gruppo con iniezioni mensili.

Analogamente, nello studio ARCHWAY, i pazienti con nAMD trattati con ranibizumab hanno mantenuto miglioramenti visivi stabili per oltre due anni, con ricariche ogni sei mesi. Questi risultati indicano che il rilascio continuo di ranibizumab tramite PDS è efficace quanto le iniezioni mensili, offrendo al contempo una riduzione significativa del carico terapeutico per i pazienti.

Vantaggi e considerazioni sulla sicurezza
L'adozione di ranibizumab PDS comporta diversi vantaggi, tra cui la riduzione della frequenza delle iniezioni intravitreali e il potenziale miglioramento dell'aderenza al trattamento da parte dei pazienti. Tuttavia, è importante considerare anche gli aspetti legati alla sicurezza del dispositivo. Alcuni pazienti hanno riportato complicanze come erosione congiuntivale, retrazione congiuntivale e, in rari casi, endoftalmite. È fondamentale che l'impianto e le ricariche vengano eseguiti da specialisti esperti, seguendo protocolli chirurgici rigorosi per minimizzare i rischi.

Recentemente, sono state apportate modifiche al design del dispositivo e degli aghi di ricarica per migliorare le prestazioni e ridurre le complicanze. Queste modifiche includono miglioramenti nella tenuta del dispositivo e nella facilità di ricarica, contribuendo a una maggiore sicurezza e soddisfazione del paziente.

Bibliografia
Khanani, A. M., Campochiaro, P. A., Graff, J. M., Marcus, D. M., Miller, D., Mittra, R. A., et al. (2024). Continuous Ranibizumab via Port Delivery System vs Monthly Ranibizumab for Treatment of Diabetic Macular Edema: The Pagoda Randomized Clinical Trial. JAMA Ophthalmology, 142(1), 16-24. doi:10.1001/jamaophthalmol.2023.5539 leggi

Pieramici, D. J., Awh, C. C., Chang, M., Emanuelli, A., Holekamp, N. M., Hu, A. Y., et al. (2024). Port Delivery System With Ranibizumab vs Monitoring in Nonproliferative Diabetic Retinopathy Without Macular Edema: The Pavilion Randomized Clinical Trial. JAMA Ophthalmology, 142(1), 9-15. doi:10.1001/jamaophthalmol.2023.5539 leggi

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