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23andMe torna nelle mani della sua fondatrice: fine della contesa con Regeneron

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Dopo oltre un anno di sfide e offerte contrapposte, Anne Wojcicki, co-fondatrice ed ex amministratrice delegata di 23andMe, è riuscita a riprendere il controllo dell’azienda da lei stessa creata. Il 13 giugno, la società di test genetici ha ufficializzato che, tra le proposte ricevute dal TTAM Research Institute — ente non profit fondato da Wojcicki — e dalla biotech Regeneron Pharmaceuticals, è stata proprio quella della fondatrice a risultare vincente.

Con un’offerta pari a 305 milioni di dollari, TTAM acquisirà tutti gli asset di 23andMe, inclusi il Personal Genome Service, i servizi di ricerca genetica e il ramo Lemonaid Health dedicato alla telemedicina. Il successo di Wojcicki in questa operazione segna un importante ritorno alle origini per l’azienda, nata nel 2006 con l’ambizione di rendere accessibile al grande pubblico il sequenziamento genetico e l’informazione sanitaria personalizzata.

Il primo round e la richiesta di riapertura dell’asta
Questa acquisizione arriva dopo una precedente asta, tenutasi nel maggio scorso, in cui Regeneron sembrava aver avuto la meglio con un’offerta da 256 milioni di dollari. Tuttavia, Wojcicki aveva contestato il procedimento, sostenendo che la gara fosse stata condotta in modo scorretto e che il tetto massimo imposto alla sua proposta, fissato a 250 milioni, le avesse impedito di competere alla pari.

La fondatrice aveva quindi chiesto ufficialmente la riapertura del processo di vendita, ottenendo infine una nuova opportunità per rilanciare la propria offerta. Questa volta, il suo impegno e il valore riconosciuto al progetto originario hanno convinto il Consiglio di amministrazione di 23andMe ad assegnare la vittoria alla TTAM Research Institute.

Come dichiarato da Mark Jensen, presidente del Consiglio di amministrazione e membro del comitato speciale dell’azienda, la leadership di Wojcicki è considerata fondamentale per riportare 23andMe alla sua missione iniziale: permettere alle persone di accedere alle informazioni sul proprio patrimonio genetico e di ottenere benefici concreti per la salute attraverso una maggiore comprensione del genoma umano. La società si prepara ora a una nuova fase come organizzazione non profit.

Declino finanziario e difficoltà societarie
Il ritorno di Wojcicki alla guida di 23andMe avviene in un contesto ben diverso da quello degli anni d’oro dell’azienda. Nel 2021, la società era approdata in borsa con una valutazione di ben 3,5 miliardi di dollari, sospinta dal crescente interesse per i test genetici diretti ai consumatori. Tuttavia, nel giro di pochi anni il valore delle azioni è crollato drasticamente, minando la solidità finanziaria della compagnia.

Lo scorso aprile, Wojcicki aveva manifestato l’intenzione di riportare 23andMe sotto il proprio controllo diretto, proponendo di acquistare tutte le azioni residue per 0,40 dollari ciascuna. La proposta, però, era stata respinta dal Consiglio di amministrazione, determinando le dimissioni di tutti i membri indipendenti.

Di lì a poco, le difficoltà aziendali si erano ulteriormente aggravate: 23andMe aveva annunciato il licenziamento di circa 200 dipendenti, pari al 40% della forza lavoro. Il colpo di grazia è arrivato nel marzo 2025, con il deposito della richiesta di fallimento e le conseguenti dimissioni di Wojcicki dal ruolo di amministratore delegato.

Un futuro incentrato sulla ricerca genetica non profit
Con questa acquisizione, il destino di 23andMe si lega ora alla visione filantropica di Anne Wojcicki. La scelta di trasformare la società in un’organizzazione non profit potrebbe consentire di preservare e rilanciare il patrimonio di dati genetici e competenze costruito in quasi vent’anni di attività.

23andMe è stata una pioniera nel settore dei test genetici accessibili al consumatore e ha raccolto, nel tempo, una delle più vaste banche dati genomiche al mondo, utilizzata per studi epidemiologici e di farmacogenomica. In particolare, i dati aggregati raccolti tramite il Personal Genome Service e i servizi di ricerca hanno contribuito a numerosi progetti di ricerca collaborativa con enti accademici e aziende farmaceutiche.

Con il supporto del TTAM Research Institute, la società potrebbe concentrarsi su programmi di ricerca genetica aperti, progetti educativi sulla salute genomica e iniziative di medicina di precisione a favore di comunità svantaggiate o scarsamente rappresentate nella ricerca clinica.

Se da un lato Regeneron puntava a integrare gli asset di 23andMe per rafforzare il proprio impegno nella medicina di precisione genomica, dall’altro Wojcicki intende riportare l’azienda alla sua vocazione originaria, svincolandola dalle logiche di profitto per favorire una ricerca genetica partecipata e finalizzata al bene collettivo.

Prospettive per il mercato biotech
Questo esito rappresenta un caso interessante nel panorama biotech attuale, segnato da acquisizioni strategiche e alleanze finalizzate a ottenere un vantaggio competitivo nell’ambito della genomica applicata alla salute. La vicenda 23andMe conferma come il valore dei big data genetici resti elevatissimo e strategico, non solo per lo sviluppo di terapie personalizzate ma anche per progetti di sanità pubblica e di prevenzione.

Il ritorno di Wojcicki potrebbe ispirare altri protagonisti del settore a considerare modelli organizzativi alternativi rispetto a quelli tradizionali a scopo di lucro. Nei prossimi mesi sarà interessante osservare come 23andMe riposizionerà le proprie attività e quale impatto avrà la nuova governance sul mercato dei test genetici e sulla ricerca genomica internazionale.

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