Si respirava un’aria positiva oggi durante la presentazione delle previsioni di Eli Lilly per l’anno appena iniziato. Per il 2013, l’azienda prevede un fatturato complessivo dell’ordine di $22,6-23,4 miliardi e profitti per azione di $3,75 -$3,90, cioè oltre quanto prevedevano gli analisti finanziari (22,8 miliardi di fatturato e $3,71 di utili per azione). La Borsa ha reagito bene ai dati presentati e il titolo ha guadagnato il 2% circa.

Per l’anno appena iniziato l’azienda è fiduciosa in una crescita ulteriore per i prodotti antidiabetici, del farmaco per la disfunzione erettile Cialis e dell'anticancro Alimta.

Nel corso del 2013 l’azienda perderà il brevetto su una delle sue insuline (Humalog, che nel 2011 aveva generato un fatturato di $1,5 miliardi) e in dicembre dovrà dare addio al brevetto su Cymbalta, il farmaco antidolorifico e antidepressivo, che nel 2011 aveva generato un fatturato di 4 miliardi di dollari (i dati di chiusura del 2012 si conosceranno solo il 29 gennaio). Mentre il primo, essendo un biologico, dovrebbe essere meno facilmente sostituito dal biosimilare, per il secondo, a partire dalla fine del 2013 e poi nel 2014 si attendo tempi duri. Zyprexa, per esempio, che ha perso il brevetto nell'ottobre del 2011, nel 2012 ha perso i due terzi delle sue vendite.

Un altro scoglio importante da superare si avrà nel 2016 quando anche Alimta dovrebbe perdere la copertura brevettuale. All’epoca il farmaco dovrebbe aver raggiunto un fatturato annuo di $3,5 miliardi. Abbiamo usato il condizione perché c’è un secondo brevetto che potrebbe proteggere il farmaco fino al 2022. Si tratta di un brevetto sul cosiddetto method-of-use, cioè la modalità di impiego del farmaco. Pemetrexed, il principio attivo di Alimta, è indicato per il mesotelioma pleurico maligno e per il carcinoma polmonare e deve essere assunto previa somministrazione di acido folico e vitamina B12 per minimizzarne gli effetti tossici. Questa modalità di somministrazione è stata messa a punto da Lilly ed è anch’essa coperta da brevetto. Dato che questa importante avvertenza non è inserita nelle indicazioni d’uso (le sole che il generico può riprodurre paro paro) ma è specificata separatamente, non é improbabile che il brevetto venga ritenuto valido a tutela della salute dei pazienti ai quali altrimenti verrebbe somministrato un farmaco (il generico) privo di questa importante avvertenza. Ovviamente, i genericisti la pensano diversamente, ritenendo oramai ovvia la somministrazione di tali sostanze prima del farmaco anticancro. La cosa verrà decisa in giudizio nel corso del 2013 e per l’azienda potrebbe rappresentare una inaspettata boccata di ossigeno.

L’azienda ci ha tenuto a sottolineare il CEO John Lechleiter, ha una pipeline che adesso consta di ben 13 prodotti in fase III, sui quali punta Lilly per continuare una storia di successi iniziata nel 1876. Sarà proprio l’esito di tali studi a determinare il numero e la qualità dei farmaci pe il futuro di Lilly. Tra questi farmaci vi sono ixekizumab (psoriasi), tabalumab (artrite reumatoide), evacetrapib (un CEPT, farmaco per aumentare le HDL), gli antidiabetici dulaglutide, ed empagliflozin, una nuova insulina a lunghissima durata di azione, l’antidepressivo edivoxetina, il discusso solanezumab per l’Alzheimer, enzastaurin (linfomi), necitumumab (cancro al polmone  NSCLC) e ramucirumab (tumori solidi). Forse non tutti avranno l’esito sperato dall’azienda, ma la pipeline sembra promettente e concreta.

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