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Gilead acquisisce Kite Pharma, affare da $11,9 mld

Gilead ha reso noto di aver concluso un accordo per l'acquisizione della biotech americana Kite Pharma. Per averla, Gilead sborserà $11,9 miliardi in cash.

Gilead ha reso noto di aver concluso un accordo per l’acquisizione della biotech americana Kite Pharma. Per averla, Gilead sborserà $11,9 miliardi in cash.

Gilead Sciences pagherà 180 dollari per azione, che rappresenta un premio del 29% rispetto alla chiusura di Borsa di venerdì scorso.

Da tempo il mercato chiedeva a Gilead di dare un segnale di vitalità e di ampliare il suo ambito di azione al di là di Hiv e di Hcv, due settori per i quali l’azienda americana ha contribuito a modificare profondamente le possibilità di cura.

La scelta di acquisire Kite comporta una certa dose di rischio perché i farmaci che l’azienda americana sta sviluppando non sono ancora in commercio e bisognerà vedere la loro effettiva accoglienza, ma indubbiamente sono caratterizzati da una forte componente innovativa e da un forte potenziale economico, come del resto ci ha abituati Gilead.

Kite è uno dei pionieri dello sviluppo delle CAR T cell, la nuova tecnologia a base di linfociti modificati che potrebbe cambiare la cura di alcune gravi forme di malattie ematologiche. Questi farmaci non sono ancora approvati ma potrebbero esserlo presto.

Se approvate dall'Fda, le terapie CAR-T potrebbero costare fino a 500mila dollari a paziente e generare miliardi di dollari di proventi per i loro sviluppatori, stimano gli analisti.

"L'acquisizione di Kite stabilisce Gilead come leader nella terapia cellulare e fornisce una base sulla quale costruire un'innovazione continua per persone con tumori avanzati", ha dichiarato John Milligan, presidente e CEO di Gilead. "Il campo della terapia cellulare è progredito molto rapidamente, fino al punto in cui la scienza e la tecnologia hanno aperto un percorso chiaro verso una potenziale cura per i pazienti. Siamo molto colpiti dalla squadra di Kite e da ciò che hanno compiuto e condividiamo la loro convinzione che la terapia cellulare sarà una pietra miliare del trattamento del cancro. Le nostre culture e storie simili per guidare una rapida innovazione per portare prodotti più efficaci e più sicuri per quanti più pazienti possibile fanno di questa una ottima strategia ".

Conosciamo meglio Kite Pharma
Kite Pharma è una società biotecnologica americana con sede principale a Santa Monica, in California. A fondare l’azienda fu Arie S. Belldegrun un medico nato in Israele e trasferitosi negli Usa dopo la laurea, specializzatosi in urologia oncologica e con solide competenze di business.

Dopo aver fondato nel 1996 la società farmaceutica Agensys (venduta ad Astellas nel 2007 per $537 mln), Belldegrun  fu uno degli artefici del successo della biotech Cougar (quella dell'anticancro Xtandi) venduta nel 2009 a JnJ per $970 mln. Lo stesso anno, Belldegrun fondò Kite Pharma. Adesso con la sua quota dell'azienda, pari al 5,9% porterà a casa quasi $600 mln.

Attualmente, Kite ha 650 dipendenti, con una presenza principale negli Usa ma con attività anche in Europa e in Cina dove ha stabilito una joint venture (FosunKite).

La produzione delle CAR T cells pone grandi sfide tecnologiche e organizzative, poiché ogni terapia è individualizzata per quel singolo paziente. Nel centro produttivo di Kite che si trova a San Secundo (Los Angeles) il ciclo produttivo delle CAR TR cells e di axi-cel in partiicolare è di soli 17 giorni, “da vena a vena” cioè da quando al paziente viene prelevato il sangue per estrarne i linfociti a quando essi, re ingegnerizzati, vengono nuovamente infusi.

Inizialmente, dopo l’approvazione Fda, il farmaco sarà reso disponibile a soli 10 centri, poi questo numero andrà progressivamente aumentando.

Per ora l'azienda non ha nessun prodotto in coimmercio ma attende a breve l'approvazione Fda per KTE-C19 e ha una solida pipeline di ricerca.

La pipeline di Kite è costituita da due aree di ricerca, i Chimeric Antigen Receptors e i T Cell Receptors. Il suo farmaco principale è assicabtagene ciloleucel, appartenente alla classe delle CAR T-cells.

Dati clinici impresssionanti per il farmaco di punta di Kite
Tra i farmaci più promettenti di Kite c’è KTE-C19 o assicabtagene ciloleucel (axi-cel), studiato per il linfoma non Hodgkin refrattario e aggressivo per i pazienti inelegibili al trapianto, in attesa del via libera dell’Fda previsto il prossimo 29 novembre.  L'approvazione di Ema invece dovrebbe arrivare nel corso del 2018.

Una recente pubblicazione nella rivista Blood ha sottolineato la scarsa prognosi di questa popolazione di questi pazienti. Storicamente, i tassi di risposta completi sono stati osservati solo nel 7% dei pazienti e la sopravvivenza mediana è di soli 6,3 mesi. Ben diversa la situazione che emerge dai risultati dello studio ZUMA-1 dove il trattamento di questi pazienti con axi-cel ha determinato un tasso di risposta completo del 54% e la sopravvivenza mediana non è stata ancora raggiunta a 8,7 mesi. Inoltre, i tassi di risposta completi erano durevoli nella maggior parte dei pazienti e a sei mesi, il 36% dei pazienti era ancora in risposta completa.

Kite sta studiando axi-cel in linee più precoci di terapia nel linfoma non Hodgkin aggressivo. Lo studio ZUMA-7 valuterà axi-cel in seconda linea dove il trapianto di midollo osseo è attualmente lo standard di cura. Altri studi sono in corso o pianificati con cellule anti-CD 19 CAR T nelle malattie delle cellule B come il linfoma indolente non Hodgkin, linfoma cellulare maligno, leucemia linfoblastica adulta e pediatrica e leucemia linfocitaria cronica.

In questo campo, Gilead si troverà in diretta competizione con Novartis che dovrebbe essere la prima azienda a ricevere l’approvazione per uno di questi farmaci (il CTL019), prevista un mese prima di quella di Kite. Il dossier registrativo del farmaco è stato depositato anche all’Ema, dove Gilead è in vantaggio rispetto agli altri competitor (Novartis e Juno).

Cosa sono le CAR T cells
Le terapie cellulari che sfruttano la tecnologia CAR-T cell rappresentano la nuova frontiera per combattere alcune forme di cancro. In pratica, i linfociti T estratti dal paziente malato vengono geneticamente modificati in laboratorio, attraverso l’aggiunta di recettori “artificiali” (definiti chimerici – da cui il termine CAR: Chimeric Antigen Receptor) diretti contro antigeni tumorali, rendendoli capaci di riconoscere e distruggere il tumore.

Questi linfociti T modificati vengono risomministrati al paziente per infusione e hanno la capacità di moltiplicarsi nell’organismo mantenendo nel tempo l’effetto terapeutico. E’ evidente che il successo della procedura dipende in larga misura dall’identificazione di antigeni target che siano espressi esclusivamente o prevalentemente dalle cellule neoplastiche.

Il trattamento con CAR T-cells per tumori associati a cellule-B ha avuto particolare successo a eradicare alcuni tumori. Questi trattamenti distruggono le cellule tumorali che esprimono CD19, una proteina che è sovra regolata nelle prime fasi di sviluppo delle cellule B.