Riparte l'attività di ricerca dell'Istituto di ricerca in biologia molecolare (Irbm) di Pomezia. Grazie all'acquisto della struttura da parte dell'imprenditore romano Piero Di Lorenzo si è evitata la chiusura del centro, decisa nel 2008 da Merck Sharp & Dohme nell'ambito di una riorganizzazione della ricerca al livello mondiale.
Inizialmente i ricercatori saranno 35 ricercatori, ma entro la fine dell'anno potrebbero diventare 80.

Dopo la decisione di Merck  50 ricercatori si erano dimessi per passare ad altre aziende e lo scorso settembre i 150 scienziati superstiti erano stati messi in mobilità. Adesso per 35 di loro riprende la speranza.

Nei laboratori di Irbm è stato sviluppato integravir, il primo antiretrovirale capace di bloccare l'integrasi, un enzima chiave nella replicazione dell'HIV. Questa scoperta, che ha consentito la messa a punto di un farmaco che nel 2009 ha generato un fatturato di 750 milioni di dollari, non ha operò impedito alla multinazionale americana di decretarne la chiusura. Adesso il centro potrebbe rinascere a nuova vita.