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Lilly investe $1,3 mld in Verve Therapeutics: approccio 'one and done' per il colesterolo

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Eli Lilly ha annunciato l’acquisizione di Verve Therapeutics per un totale fino a 1,3 miliardi di dollari (1 mld upfront e fino a 300 mln di milestone), con $10,50 per azione più un CVR da $3 in caso del primo dosing in uno studio di fase III su VERVE 102 con target PCSK9.

Verve, già partner di Lilly dal 2023 per progetti su PCSK9, ANGPTL3 e Lp(a), è specializzata in terapie di editing genico “in vivo” con base editing, un’innovazione capace di trasformare il trattamento cronico delle malattie cardiovascolari in una potenziale cura “una tantum”.

L’operazione, supportata dall’80 % dei soci Verve, dovrebbe concludersi nel terzo trimestre 2025. Il presidente di Lilly, Ruth Gimeno, ha dichiarato che VERVE 102 «può essere la prima terapia di gene editing per la PCSK9 destinata a popolazioni ampie, capace di spostare il paradigma terapeutico da cronica a “one and done”».

VERVE 102: meccanismo di base editing e dati preliminari
VERVE 102 è una terapia di base editing basata su adenina editor (ABE) e una guida RNA, incapsulata in nanoparticelle lipidiche GalNAc LNP progettate per veicolare il sistema nel fegato e inattivare in modo permanente il gene PCSK9, regolatore chiave del colesterolo LDL. Il meccanismo sfrutta una singola infusione endovenosa in 2–4 ore.

I dati pubblicati ad aprile 2025 dalla fase Ib (Heart 2) su 14 pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote o coronaropatia precoce hanno mostrato:
• nessun evento avverso serio correlato;
• riduzione dipendente dalla dose di PCSK9 e LDL C: media 53 %, picco fino al 69 %;
• nessun aumento significativo di ALT o alterazioni piastriniche, sintomo della sicurezza del nuovo LNP rispetto alla versione VERVE 101.

La riduzione media di LDL C è stata del 21 %, 41 % e 53 % rispettivamente a 0,3; 0,45; 0,6 mg/kg, con alcuni soggetti oltre il 50 %.

VERVE 102 ha inoltre ottenuto la Fast Track dalla Fda, accelerando potenzialmente la sua valutazione.

Sfide e prospettive del gene editing cardiovascolare
Lilly ha già investito – tra upfront e milestone – oltre 300 mln in Verve dal 2023, e l’acquisizione rafforza il suo portafoglio cardiometabolico, integrando il diabetes/obesità con le potenzialità del gene-edited LDL C reduction.

Il deal ha inoltre stimolato positività nel settore del gene editing, con rialzi azionari per Intellia, Editas, CRISPR Therapeutics e Beam.

Analisti di BMO Capital Markets hanno accolto la mossa con interesse, pur esprimendo scetticismo circa la necessità commerciale di queste terapie rispetto a inibitori orali di PCSK9 come quelli in sviluppo da Merck.

Secondo William Blair, il prezzo pagato da Lilly è stato ragionevole, in proporzione alle opzioni sul pipeline e alle milestone legate a VERVE 102.

Oltre VERVE 102: nuovi target e impatto futuro
Verve ha attivamente sviluppato anche VERVE 201 (editing ANGPTL3, lipidi e trigliceridi) e VERVE 301 (editing LPA) con licenza Lilly sul target Lp(a).

I risultati delle fasi Ib/Pulse 1 sono attesi nella seconda metà del 2025.

Il potenziale futuro di queste tecnologie include l’ottenimento di una riduzione lipidica permanente, eliminando il problema dell’aderenza cronica. Se VERVE 102 e affini passeranno con successo in fase III e riceveranno approvazione, si aprirà la strada a terapie geniche destinate al trattamento precoce di pazienti ad alto rischio cardiovascolare, eliminando l’onere di trattamenti continuativi e quotidiani.

Verve ha una solvibilità tale da sostenere le operazioni fino al 2027 e Lilly, con una pipeline complementare nel campo cardiometabolico (anche piena di successi come Mounjaro e Zepbound), ha le risorse finanziarie e regolatorie per guidare questi candidati fino al mercato.

Prospettive future
Nei prossimi due anni si attendono:
• completamento della fase II per VERVE 102 (seconda metà 2025)
• approdo alla fase III (tra fine 2026 e inizio 2027), che sbloccherà il CVR
• risultati per VERVE 201 e VERVE 301

Se i dati confermeranno la sicurezza e l’efficacia viste in Heart 2, Lilly potrebbe introdurre la prima terapia di editing genetico «una tantum» per ridurre in modo duraturo il colesterolo LDL, inaugurando una nuova era terapeutica per le malattie cardiovascolari.

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