Eli Lilly guarda sempre più al biotech e, a margine della BIO International Convention, a Washington, annuncia nuovi investimenti da svariati milioni di dollari per ampliare la sua presenza nel settore delle biotecnologie. Questa misura darà un’ulteriore spinta alla ricerca e sviluppo di farmaci più specifici, che combinano in una molecola due o più meccanismi d'azione distinti. Obiettivo finale: fornire medicine più efficaci e con un migliore profilo di sicurezza.

"In molte aree terapeutiche - per esempio, il diabete e l'oncologia - un solo farmaco non è sufficiente per curare la malattia," ha dichiarato Tom Bumol, vice presidente della ricerca biotecnologica di Eli Lilly. "Grazie alla nostra ampia esperienza sui biologici, siamo ora in grado di progettare nuovi farmaci nei quali con una sola molecola si otterranno i vantaggi di due, il che si tradurrebbe in benefici reali per i pazienti, gli operatori sanitari e i soggetti pagatori".

Lilly ha già diversi molecole multi-azione in fase di sviluppo preclinico, tra cui un peptide co-agonista studiato come possibile trattamento per il diabete, che dovrebbe entrare nello sviluppo clinico entro la fine dell’anno. Per portare avanti queste ricerche Lilly sta assumendo biochimici e biologi, che lavoreranno presso i centri biotecnologici di Indianapolis e San Diego.

I farmaci multi-azione sono cosa ben diversa dalle terapie combinate. In quest’ultimo caso, è necessario dare al paziente due farmaci separatamente per colpire due o più target che contribuiscono alla malattia. Nel caso dei farmaci multi-azione, grazie alle tecniche di biologia molecolare due o più meccanismi di azione sono letteralmente combinati in una singola molecola per colpire questi stessi target. Con questa strategia, i ricercatori ritengono di poter massimizzare i benefici, minimizzando o addirittura annullano alcuni effetti collaterali.

Per creare questi farmaci, Lilly sta sfruttando le sue consolidate competenza nel campo dell’ingegneria proteica, che prevede la modifica della sequenza di un gene codificante per una proteina, al fine di ottenere i cambiamenti desiderati nella funzione della proteina stessa. Tale competenza è stata acquisita negli anni internamente, nel centro ricerche di Indianapolis, e grazie all’acquisizione della biotech Applied Molecular Evolution (AME).

L’azienda sta anche passando al setaccio la sua library storica di proteine e anticorpi, un patrimonio di molecole frutto di decenni di ricerca presso i laboratori di ricerca di Lilly, di AME e di ImClone (acquisita da Lilly nel 2008 e specializzata nei farmaci antitumorali), per valutare se è possibile trasformarle in nuovi farmaci multi-azione.