Alla fine l'ha spuntata Teva. Anche ratiopharm entra nell'orbita del gigante israeliano che ha concluso un accordo con la famiglia Merckle mettendo sul piatto ben 4,95 miliardi di dollari (3,7 miliardi di euro). La fusione tra le due società dovrebbe diventare operativa entro la fine dell'anno.

Teva ha quindi battuto Pfizer e Actavis, gli altri due pretendenti rimasti in gara. Secondo alcune indiscrezioni, l'offerta di Teva è risultata più elevata di 100 milioni di dollari rispetto a quanto aveva proposto Pfizer in un ultimo rilancio.

Il portfolio dei prodotti di ratiopharm comprende oltre 500 farmaci per circa 10mila formulazioni. L'azienda tedesca è presente in 26 paesi. Nel 2009 ratiopharm ha generato vendite per circa 1,7 miliardi di euro ed è stata quindi pagata circa 2,2 volte il fatturato, un pò meno degli standard attuali, forse già scontando un ulteriore contrazione dei prezzi dei generici sul mercato tedesco.

Dopo aver acquisito nel 2008 l'americana Barr Pharmaceuticals, sborsando ben 7,4 miliardi di dollari, per importanza questa è la seconda operazione effettuata da Teva. L'azienda israeliana adesso avrà una testa di ponte in Germania, che con vendite pari a circa 8,6 miliardi di dollari, dopo gli Usa, è il secondo mercato mondiale per i farmaci generici.

Teva e ratiopharm, nel 2009 hanno generato un fatturato complessivo di 16,2 miliardi di dollari, e occupano 40 mila persone di cui 18mila in Europa. L'acquisizione dovrebbe generare sinergie di costi per circa 400 milioni di dollari.
Ratiopharm aiuterà Teva a sviluppare ulteriormente il settore dei biosimilari. In quest'area lo scorso anno Teva si era già rafforzata attraverso un accordo con Lonza.
Teva è diventata la prima società di generici in 10 paesi europei,  tra cui UK, Ungheria, Spagna Portogallo, Olanda e Italia. Ed è una delle prime 3 aziende in 17 paesi tra cui la Germania.

Entro il 2015 Teva intende raddoppiare il proprio fatturato, portandolo dagli attuali 15 miliardi fino a 31 miliardi di dollari di ricavi e per quella data punta a realizzare 6,8 miliardi di dollari di profitti. L'acquisizione di ratiopharm è importante anche per l'esperienza nei biosimilari, uno dei mercati del futuro.
Teva dovrà integrare ratiopharm all'interno di una rete produttiva e commerciale già ben consolidata. L'azienda israeliana vorrebbe far diventare la Germania il cuore di tutte le operazioni europee, promettendo uno sviluppo per ratiopharm.

La decisione circa la vendita di ratiopharm nasce dal dissesto finanziario della famiglia Merckle, il cui capostipite lo scorso anno si è tolto la vita.  Le banche, a fronte dell'enorme peso dei debiti, hanno quindi imposto agli eredi la cessione di tutti i cespiti più importanti, tra cui ratiopharm.
La vendita di ratiopharm fa seguito alla dismissione di HeidelbergCement, società specializzata nella produzione di cementi, che ha fruttato 2 miliardi di dollari e quella di Mepha, società svizzera specializzata nei generici, ceduta a Cephalon per circa 400 milioni di dollari.
Adesso gli eredi della famiglia Merckle possono pensare di mantenere il controllo su ciò che resta del loro patrimonio. Forse non dovranno più vendere Phoenix, il secondo distributore europeo di medicinali.

E Pfizer? L'azienda americana forse non si aspettava un rilancio così forte da parte di Teva e non è quindi riuscita a concludere l'affare. Secondo la Reuters, adesso Pfizer starebbe pensando a Stada, l'altro grande produttore tedesco di generici, le cui azioni nel frattempo sono salite del 2%.
Utilizzando gli stessi multipli economici dell'acquisizione di ratiopharm,  Stada potrebbe valere circa 3,3 miliardi di dollari, con un premium price del 21% rispetto all'attuale valore di mercato.