Il settore farmaceutico è campione di export con un +13,8% rispetto alla contrazione dello 0,1% complessivo del totale manifatturiero, migliore rispetto a tutti, seguito al secondo posto dal settore alimentare con un +5,3%.

Un risultato di gran lunga superiore alla media che consolida una forte ascesa nel ranking dei comparti manifatturieri. Tra 119 settori, nel periodo gennaio-novembre i medicinali (dettaglio per il quale il consuntivo si avrà tra un mese) sono al quarto posto per valore assoluto delle esportazioni, preceduti solo da settori della meccanica, il comparto di punta dell'export made in Italy. E sono in forte recupero tanto che a fine anno potrebbero anche "salire sul podio". In ogni caso i medicinali sono il primo settore hi-tech per valore dell'export.

''Ancora una volta da questi dati si capisce la potenzialità del nostro settore per l'economia del paese - ha commentato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria di fronte ai dati diffusi dall'Istat sul commercio estero - ma serve credere in questo. Se non ci fosse stato l'export, l'attività produttiva sarebbe diminuita del 3,5%''. E questi risultati hanno così permesso di salvaguardare, in gran parte, l'occupazione del settore.

A contribuire ad un miglioramento così forte della situazione, sottolinea Scaccabarozzi, ''è bastato poco, che il ministro Lorenzin ci desse un'idea di stabilità''.

Il settore farmaceutico italiano vanta alcuni punti di forza produttivi nel ventaglio delle 174 fabbriche dislocate sul territorio nazionale: solo per citarne alcune in Italia è concentrata la produzione di insulina e di farmaci innovativi, per l'Hiv e i tumori. Fra le italiane spiccano la Menarini, Chiesi e Recordati-