Viene pubblicata online sull’ “American Heart Journal” una nuova analisi dello studio RE-LY volta relativa al profilo di sicurezza ed efficacia di dabigatran rispetto a warfarin in pazienti con fibrillazione atriale (AF) in termini di funzione renale nel tempo.
Dal lavoro (1) sono emersi essenzialmente tre dati:
- nei pazienti con AF il peggioramento della funzionalità renale (WRF) si è associato a un più alto rischio di morte e sanguinamento maggiore;
- il profilo di efficacia e sicurezza di dabigatran rispetto a warfarin era simile indipendentemente dai cambiamenti della funzione renale nel tempo;
- dabigatran 110 mg ha mostrato una maggiore riduzione del rischio relativo di sanguinamento maggiore nei pazienti con funzionalità renale normale durante il follow-up.
Di qui il razionale per intraprendere l’attuale analisi post-hoc dello studio RE-LY (Randomized Evaluation of Long-term Anticoagulation Therapy). Non è la prima: come detto Hijazi ha affronta l’argomento in un lavoro pubblicato nel 2014 su “Circulation” (2) che riporta quasi esattamente lo stesso titolo (vedi riferimenti bibliografici in fondo).
Nella prima si stabiliva che entrambi i dosaggi di dabigatran utilizzati (110 mg e 150 mg) erano in linea con gli esiti globali dei trial indipendentemente dalla funzionalità renale ma che entrambi i dosaggi mostravano tassi significativamente più bassi di sanguinamento maggiore in pazienti con velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) =/>80 mL/min.
I metodi, in sintesi
Passando all’attuale elaborazione dei dati, gli autori ricordano che «lo studio RE-LY ha randomizzato 18.113 pazienti con AF a due dosi di dabigatran o warfarin per la prevenzione dell'ictus».
Le misurazioni della creatinina sierica erano disponibili in 16.988 pazienti. Le relazioni tra trattamento, esiti e funzionalità renale (Cockcroft-Gault) sono state studiate utilizzando la regressione di Cox:
- con funzione renale come covariata dipendente dal tempo;
- in base al WRF durante il follow-up, predefinito come un declino dell’eGFR > 20% rispetto al basale.
Durante un follow-up mediano di 1,8 anni, è stato osservato in 4.106 (24,2%) partecipanti un WRF e in 12,882 (75,8%) una funzionalità renale stabile, riportano Hijazi e colleghi.
I rischi di mortalità per tutte le cause e sanguinamento maggiore erano più elevati nei pazienti con WRF rispetto a quelli con funzione renale stabile, con un HR (IC 95%) di 2,17 (1,81-2,59) e 1,43 (1,19-1,71), rispettivamente (p < 0,0005 in entrambi i casi).
«L'efficacia e la sicurezza di dabigatran rispetto a warfarin erano simili, indipendentemente dai cambiamenti della funzione renale nel tempo, con valori p di interazione =/> 0,13 in entrambi i modelli» osservano Hijazi e colleghi.
«Dabigatran 110 mg ha però mostrato una superiore riduzione del rischio relativo di sanguinamento maggiore nei pazienti con funzione renale normale (eGFR > 80 ml/min) durante il follow-up (p di interazione = 0,026)» concludono gli autori.
Arturo Zenorini
Riferimento bibliografico:
1) Hijazi Z, Hohnloser SH, Oldgren J, et al. Efficacy and Safety of Dabigatran Compared with Warfarin in Patients with Atrial Fibrillation in Relation to Renal Function Over Time – A RE-LY trial analysis. Am Heart J, 2018 Jan 4. [Epub ahead of print]
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2) Hijazi Z, Hohnloser SH, Oldgren J, et al. Efficacy and Safety of Dabigatran Compared with Warfarin in Patients with Atrial Fibrillation in Relation to Renal Function Over Time – A RE-LY (Randomized Evaluation of Long-term Anticoagulation Therapy) trial analysis. Circulation, 2014;129(9):961-70.
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