Dove finora avevano fallito Pfizer, Roche e Lilly, MSD potrebbe avercela fatta. La multinazionale americana ha infatti annunciato che nello studio REVEAL anacetrapib ha raggiunto il suo endpoint primario, riducendo significativamente i principali eventi coronarici rispetto al placebo in pazienti a rischio di eventi cardiaci che gią ricevevano un efficace regime di riduzione del colesterolo LDL.
Anti colesterolo, anacetrapib (anti CEPT) centra l'end point nello studio REVEAL
Dove finora avevano fallito Pfizer, Roche e Lilly, MSD potrebbe avercela fatta. La multinazionale americana ha infatti annunciato che nello studio REVEAL anacetrapib ha raggiunto il suo endpoint primario, riducendo significativamente i principali eventi coronarici rispetto al placebo in pazienti a rischio di eventi cardiaci che già ricevevano un efficace regime di riduzione del colesterolo LDL.
Per conoscere i dati completi del trial occorrerà però ancora aspettare un paio di mesi, quando a fine agosto lo studio sarà presentato al congresso della Società europea di cardiologia (ESC).
MSD fa però sapere che "prevede di rivedere" i risultati dello studio con esperti esterni e "considererà" se depositare o meno la domanda di registrazione all’Fda e alle altre agenzie regolatorie. La cautela utilizzata dall’azienda è stata interpretata negativamente dagli analisti, tanto è vero che le azioni che erano salite del 3% nelle contrattazioni pre apertura di borsa adesso viaggiano alla pari. Bisognerà vedere se quello che è statisticamente significativo è anche clinicamente rilevante, una differenza non da poco.
Anacetrapib appartiene alla classe degli anticolesterolo noti come CEPT, una categoria di farmaci che finora aveva riservato solo delusioni. Il farmaco inibisce l’attività plasmatica della CETP, proteina di trasferimento degli esteri del colesterolo, riducendo significativamente i livelli di colesterolo LDL e aumentando quelli del colesterolo HDL, senza effetti evidenti sulla pressione arteriosa.
Lo studio REVEAL, i cui dati sono stati preannunciati oggi, ha arruolato circa 30mila pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolari e ha studiato l'efficacia e la sicurezza dell'aggiunta di questi farmaco a un trattamento efficace di riduzione del colesterolo LDL con atorvastatina per una durata media di almeno 4 anni. L'obiettivo principale del trial è stato definito come un end point composito costituito da decesso per eventi coronarici, 'infarto miocardico e revascolarizzazione coronarica.
Nel 2015, il Comitato di monitoraggio dei dati dello studio ne aveva raccomandato la prosecuzione senza modifiche al protocollo, avendo esaminato i dati sulla sicurezza e sull'efficacia, inclusa una valutazione della futilità.
Su questo farmaco l’azienda aveva già completato con successo lo studio DEFINE che ha arruolato 1623 pazienti nel quale anacetrapib è risultato sicuro ed efficace e ha aumentato il colesterolo HDL del 150%.
In precedenza, tre grandi aziende -Pfizer, Roche e Lilly- avevano visto fallire i loro sforzi. Infatti i tre predecessori di anacetrapib - torcetrapib, dalcetrapib e evacetrapib - sono stati ritirati dal loro sviluppo, il primo per problemi cardio vascolari, gli altri due per scarsa efficacia.
Pfizer fu la prima azienda a sviluppare un inibitore del CETP (torcetrapib). L'idea era che combinandolo con Lipitor, all’epoca il farmaco più venduto al mondo, l’azienda avrebbe potuto conservare quelle vendite per un decennio o più. Gli analisti di Wall Street prevedevano che se avesse funzionato, La combinazione Lipitor-CETP inibitore sarebbe diventato il farmaco più venduto al mondo. Ma nel dicembre del 2006, quando furono rivelati i risultati della sperimentazione clinica di Pfizer, lo studio ILLUMINATE, si è scoperto che le persone che avevano ricevuto l'inibitore del CETP avevano il 60% di probabilità di decesso in più di coloro che avevano ricevuto il solo Lipitor. 82 pazienti trattati con torcetrapib e atorvastatina erano morti contro 51 nel braccio con solo atorvastatina. Un disastro, anche economico, costato all'azienda almeno $800 milioni. Il fallimento ha contribuito a spingere Pfizer nel suo acquisto di Wyeth pagata 68 miliardi di dollari.
La decisione di MSD se registrare (e lanciare) o meno il farmaco dovrà tener conto innanzitutto del reale vantaggio clinico che esso comporta. Dell’efficacia del farmaco ma anche del suo profilo di sicurezza. L’azienda dovrà però commisurarlo con le alternative esistenti. Da una parte le statine, oramai disponibili in tutto il mondo come farmaci generici e dunque a costi irrisori. Dall’altra, gli anti PCSK9, farmaci innovativi e molto efficaci che però in Usa vengono osteggiati dai Payors per il loro costo. La storia dei CEPT non ha dunque ancora un finale.