I soggetti che assumono farmaci antitrombotici, rispetto a coloro che non li assumono, presentano tassi più elevati di complicanze legate all'ematuria comprendenti ricoveri, visite in reparti di emergenza e procedure urologiche per gestire l'ematuria macroscopica.
Attenzione all'ematuria quando si assumono antitrombotici
I soggetti che assumono farmaci antitrombotici, rispetto a coloro che non li assumono, presentano tassi più elevati di complicanze legate all’ematuria comprendenti ricoveri, visite in reparti di emergenza e procedure urologiche per gestire l'ematuria macroscopica.
Lo dimostra uno studio, pubblicato su JAMA, in cui gli autori sostengono che tali complicanze potrebbero essere prevenute con una migliore gestione medica.
"Il nostro principale messaggio è che i medici sono in dovere di dare dei consigli ai pazienti relativi all'ematuria quando assumono farmaci antitrombotici per impedire loro di finire in ospedale" ha dichiarato Robert K. Nam, della Divisione di Urologia del Sunnybrook Health Sciences Center, Toronto, Ontario, Canada, autore dello studio.
Ematuria, un problema troppo spesso sottovalutato
Nonostante i numerosi e comprovati vantaggi, gli agenti antitrombotici sono tra i farmaci più comunemente associati ad eventi avversi che sembrano aumentare sempre più.
Fino ad oggi, i trial clinici randomizzati pubblicati e gli studi osservazionali sugli agenti antitrombotici si sono concentrati su eventi avversi gravi quali emorragie intracraniche, quelle gastrointestinali e i sanguinamenti per tutte le cause.
"Mentre i medici sono generalmente molto efficaci nel valutare i rischi di complicazioni emorragiche gravi, sottovalutano spesso l’ematuria causata dai farmaci antitrombotici, non considerandola un problema grave” ha lamentato Nam aggiungendo “L’ematuria viene considerata molto spesso un effetto collaterale ovvio ma la sua prevalenza, gravità e i fattori di rischio associati all'uso di agenti antitrombotici sono in gran parte sconosciuti".
Per meglio caratterizzare questa associazione, l’analisi in questione ha esaminato i tassi di complicanze legate all’ematuria, incluso l'ospedalizzazione, le visite in reparti di emergenza e gli interventi urologici durante un periodo di 13 anni tra i pazienti in terapia con anticoagulanti o antiaggreganti in una coorte di adulti di età ≥ i 66 anni.
Tra 2.518.064 soggetti partecipanti, 808.897 (età media: 72,1 anni) hanno ricevuto almeno una prescrizione per un farmaco antitrombotico durante il periodo di studio.
Risultati chiari e significativi
Durante un follow-up mediano di 7,3 anni, i tassi di complicanze correlate all'ematuria sono stati di 123,95 eventi/ 1000 pazienti per anno nei pazienti esposti agli antitrombotici rispetto a 80,17 eventi/1000 pazienti per anno nei pazienti che non assumevano questi farmaci (differenza: 43,8; 95% Ic: 43,0-44,6; p <0,001 e Incidence rate ratio [Irr]: 1,44; 95% Ic: 1,42-1,46).
I tassi di complicanze tra pazienti esposti vs pazienti non esposti (80,17 eventi/1000 pazienti per anno) sono stati 105,78 procedure urologiche (differenza: 33,5; 95% Ic: 32,8-34,3; p <0,001 e Irr: 1,37; 95% Ic: 1,36-1,39), 11,12 ricoveri (differenza: 5,7; 95% Ic: 5,5-5,9, p <0,001 e Irr: 2,03; 95% Ic: 2,00-2,06) e 7,05 visite in reparti di emergenza (differenza: 4,5; 95% Ic: 4,3-4,7; p < 0,001, e Irr: 2,80; 95% Ic: 2,74-2,86.
Inoltre, i pazienti esposti agli agenti antitrombotici, confrontati con i pazienti non esposti a questa categoria di farmaci, avevano una probabilità maggiore di ricevere una diagnosi di tumore alla vescica entro 6 mesi (0,70% vs 0,38%; odds ratio: 1,85; 95% Ic: 1,79-1,92).
Queste associazioni persistevano su un'analisi multivariabile, con l'aumentare dell’età, il sesso maschile e la crescente comorbidità.
“Le complicanze legate all'ematuria erano più frequenti durante l'esposizione agli anticoagulanti che agli agenti antiaggreganti, e i pazienti hanno sperimentato più bassi tassi di complicanze durante l'esposizione ai farmaci più vecchi (aspirina e warfarin)” hanno specificato gli autori.
Commentando i risultati ottenuti, Nam ha dichiarato “L'ematuria visibile è un effetto collaterale riconosciuto agli agenti antitrombotici, ma varia in severità e può essere di solito gestito riducendo la dose del farmaco o interrompendone temporaneamente l’assunzione”.
Gli autori dello studio si sono dichiarati piuttosto sorpresi dagli elevati tassi di ricoveri ospedalieri e di visite di emergenza causate dall’ematuria nei pazienti che assumevano antitrombotici, suggerendo "Molti di questi ricoveri ospedalieri e delle visite in reparti di emergenza sono assolutamente evitabili con l’aiuto dei medici che dovrebbero indagare sulle cause e intervenire tempestivamente”.
Wallis C. J. D. et al. Association Between Use of Antithrombotic Medication and Hematuria-Related Complications. JAMA. 2017 Oct 3;318(13):1260-1271. doi: 10.1001/jama.2017.13890.
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