FINEARTS-HF: conferme su efficacia e impatto clinico del finerenone nello scompenso cardiaco
Il “Journal of the American College of Cardiology” ha recentemente pubblicato un'analisi prespecificata dello studio multicentrico internazionale FINEARTS-HF, condotta da un team di ricercatori guidato da John J. V. McMurray (ricercatore principale) e Mingming Yang (primo autore) del British Heart Foundation Cardiovascular Research Centre, presso l'Università di Glasgow. Il lavoro ha analizzato l'efficacia e la sicurezza del finerenone, un antagonista non steroideo del recettore dei mineralcorticoidi (MRA), rispetto al placebo, in pazienti con insufficienza cardiaca (HF) e frazione di eiezione preservata o lievemente ridotta (HFpEF/HFmrEF).
Strategia di studio e target terapeutico
Lo studio FINEARTS-HF ha arruolato 6.001 pazienti, di età compresa tra 40 e 97 anni, con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ventricolare sinistra ≥40%.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere finerenone o placebo, con l'obiettivo di valutare l'effetto del farmaco sulla progressione della malattia e sulla qualità della vita.
Il Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire – Total Symptom Score (KCCQ-TSS) è stato utilizzato per quantificare la sintomatologia e l'impatto dell'insufficienza cardiaca sulla vita quotidiana. I punteggi di base sono stati suddivisi in terzili, fornendo un'analisi dettagliata delle correlazioni tra percezione soggettiva della malattia e outcome clinici.
L’endpoint primario dello studio era il composito di morte cardiovascolare ed eventi di peggioramento dell'insufficienza cardiaca, mentre il cambiamento nel KCCQ-TSS rappresentava un endpoint secondario chiave.
I dati sono stati analizzati con modelli semiparametrici di proporzionalità dei tassi (modelli che combinano aspetti parametrici e non parametrici, garantendo flessibilità nell'analisi) per gli eventi totali e modelli di Cox per i dati time-to-first-event, permettendo una valutazione robusta dell'efficacia del trattamento.
Significato clinico dei risultati
L'analisi ha evidenziato che un punteggio KCCQ-TSS più basso è associato a un rischio aumentato di eventi cardiovascolari. La terapia con finerenone ha ridotto il rischio relativo dell’endpoint primario in modo indipendente dal punteggio iniziale del KCCQ-TSS, con valori di RR compresi tra 0,82 e 0,88 nei diversi terzili.
Un aspetto rilevante riguarda la variazione del KCCQ-TSS nel tempo: dopo 12 mesi, il punteggio medio è migliorato di 1,62 punti nei pazienti trattati con finerenone rispetto al placebo (P < 0,001).
L'analisi delle variazioni clinicamente significative ha inoltre evidenziato che tra i pazienti trattati con finerenone, meno soggetti hanno sperimentato un peggioramento dei sintomi, mentre un numero maggiore ha riferito un miglioramento rispetto al placebo. Questo suggerisce che il farmaco non solo riduce gli eventi clinici avversi, ma ha anche un impatto positivo sulla qualità della vita.
Ancora una conferma di efficacia
La conclusione dello studio FINEARTS-HF sottolinea che finerenone, aggiunto alla terapia standard, ha migliorato lo stato di salute e ridotto il rischio di eventi clinici avversi nei pazienti con HFmrEF/HFpEF, indipendentemente dal livello di compromissione dello stato di salute iniziale.
Questi risultati supportano l'uso di finerenone come opzione terapeutica efficace per questa popolazione. Inoltre, il farmaco ha dimostrato un impatto positivo sugli eventi di insufficienza cardiaca e sulla mortalità cardiovascolare.
Bibliografia:
Yang M, Henderson AD, Talebi A, et al. Effect of Finerenone on the KCCQ in Patients With HFmrEF/HFpEF: A Prespecified Analysis of FINEARTS-HF. J Am Coll Cardiol. 2025;85:120-136. doi: 10.1016/j.jacc.2024.09.023. leggi