Cardiologia

Inclisiran dopo un evento coronarico acuto: maggiore efficacia nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici

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Secondo i dati dello studio VICTORION-INCEPTION, presentati a Miami nel corso del congresso annuale della National Lipid Association (NLA 2025), l’introduzione rapida della terapia con inclisiran, RNA interferente di piccolo segmento (siRNA), nei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS) si associa a una maggiore probabilità di raggiungere i target di colesterolo LDL rispetto alla gestione tradizionale.

In particolare, dopo un anno di trattamento, il 66% dei pazienti sottoposti a terapia con inclisiran in aggiunta alla terapia ipolipemizzante standard ha raggiunto livelli di LDL inferiori a 70 mg/dL, contro il 28,1% dei pazienti trattati solo con terapia convenzionale (P < 0,001).

Un’evoluzione nelle strategie di gestione del colesterolo post-ACS
Le attuali linee guida ACS, pubblicate nel febbraio 2025 dalle società cardiologiche statunitensi (ACC/AHA), raccomandano la terapia con statine alla massima dose tollerata per tutti i pazienti.

Se i livelli di LDL risultano pari o superiori a 70 mg/dL, è indicato l’impiego di un ulteriore agente ipolipemizzante per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE) (raccomandazione di classe 1, livello di evidenza A). Inoltre, nel range compreso tra 55 e 70 mg/dL, la terapia combinata è considerata una strategia ragionevole (classe 2a, livello di evidenza B).

Efficacia nel raggiungimento dei target lipidici
Lo studio VICTORION-INCEPTION ha incluso 400 pazienti (età mediana 60,5 anni; 29,0% donne) con ACS, randomizzati alla terapia convenzionale oppure alla terapia convenzionale associata a inclisiran.

I partecipanti avevano affrontato un ricovero per ACS nelle cinque settimane precedenti l’arruolamento (mediana 34 giorni) e presentavano livelli di LDL ≥ 70 mg/dL. Circa il 65% dei pazienti era già in trattamento ipolipemizzante al momento dell’ospedalizzazione. Inclisiran è stato somministrato mediante iniezioni al basale, a 90 giorni e a 270 giorni.

Alla randomizzazione, la mediana del colesterolo LDL era di 84,0 mg/dL. Dopo 330 giorni, si osservava una riduzione del 45,6% del colesterolo LDL nel gruppo inclisiran, contro un incremento dell’1,4% nel gruppo di controllo (differenza media 46,9%; P < 0,001). Inoltre, il 54% dei pazienti trattati con inclisiran raggiungeva livelli di LDL < 55 mg/dL, contro il 13,6% nel gruppo di controllo.

Un’analisi dei sottogruppi ha evidenziato che i pazienti con una storia di infarto miocardico pregresso o con malattia vascolare periferica avevano maggiori probabilità di essere già in terapia ipolipemizzante al momento del ricovero, il che potrebbe spiegare la prevalenza relativamente alta di soggetti già trattati rispetto ad altre coorti ACS.

Questo elemento solleva interrogativi sull'efficacia delle strategie tradizionali di gestione del colesterolo e sulla necessità di un’intensificazione precoce.

Strategie terapeutiche e ruolo della terapia con siRNA
L’aggiunta tempestiva di inclisiran potrebbe rappresentare un passo avanti nella gestione dell’ACS, migliorando il controllo precoce dei livelli di LDL e favorendo un'aderenza più efficace agli obiettivi terapeutici.

La sua somministrazione a intervalli definiti potrebbe risultare vantaggiosa per pazienti che hanno difficoltà con la terapia giornaliera e contribuire a una riduzione significativa del rischio cardiovascolare residuo.

L’adozione di questa strategia potrebbe colmare le lacune della gestione tradizionale, ottimizzando la stabilizzazione del profilo lipidico fin dalle prime fasi post-evento.

Fonte:

Knowlton KU, Navar AM, Anderson JL, et al. LDL-C management with inclisiran plus usual care vs usual care alone in participants with recent acute coronary syndrome: VICTORION-INCEPTION. NLA 2025. Miami, FL.

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