Nei pazienti affetti da coronaropatia (CAD), il trattamento con statine combinato con lo svolgimento regolare di esercizio fisico determina un significativo aumento della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR), e questi miglioramenti nella funzione renale sono correlati a un incremento dei livelli di adiponectina ad alto peso molecolare (HMW-adiponectina). Sono i risultati di uno studio giapponese, apparso sul Journal of Cardiology, che dimostrano come la combinazione statine-esercizio fisico possa apportare benefici ai pazienti con CAD in parte tramite un miglioramento della funzione renale.

«I pazienti con patologia cardiovascolare (CVD) e disfunzione renale sono a maggiore rischio di mortalità renale» ricordano gli autori, un team di ricercatori dell’Università di Kumamoto, guidati da Kensuke Toyama. «Il nostro gruppo ha già documentato gli effetti benefici dell’esercizio aerobico sulla funzione renale in soggetti con CAD e nefropatia cronica (CKD) mediati da una modificazione del metabolismo lipidico». Precedenti studi, aggiungono «hanno riportato che le statine sono efficaci nel ridurre gli eventi CVD e nel migliorare la funzione renale in pazienti con CKD. Una ricerca recente ha suggerito la possibilità che la funzione renale possa essere migliorata attraverso un aumento dell’HMW-adiponectina, i cui livelli secondo vari studi potrebbero essere aumentati dall’esercizio aerobico».

«Di recente» proseguono «si è trovato che la combinazione di un trattamento con statine e l’esercizio fisico riducesse in modo significativo la mortalità generale dei pazienti dislipidemici. Del resto le statine e l’esercizio fisico sono una terapia raccomandata ed efficace per i pazienti con CAD. Abbiamo pertanto ipotizzato che questa combinazione potesse essere d’ausilio nella gestione della disfunzione renale nei pazienti con CAD. Per verificare questa ipotesi, abbiamo valutato gli effetti della terapia statinica (rosuvastatina, idrofila, e atorvastatina, lipofila) combinata con l’esercizio fisico regolare sull’eGFR, e abbiamo chiarito i rapporti tra funzione renale e livelli di HMW-adiponectina in 28 pazienti con CAD».

Gli autori hanno eseguito una sottoanalisi di un trial clinico prospettico, in aperto, randomizzato, denominato PRESET (Possible Role of Statin Treatment on Exercise Training) che ha determinato – in pazienti con CAD (storia di infarto miocardico, angina pectoris, o stenosi =/>50% in almeno una delle coronarie maggiori) - gli effetti di 20 settimane di trattamento con 2 statine (rosuvastatina, 2,5-20 mg/die, n=14; atorvastatina, 10-40 mg/die, n=14) combinato con esercizio fisico (30 minuti di cyclette o tapis roulant in ospedale) sulla funzione renale valutata mediante eGFR.

L’ubiquinolo, forma ridotta dell’ubiquinone che condivide più del 90% della sua struttura con il coenzima plasmatico Q10, possiede un potente effetto antiossidante. «Per eliminare l’influsso inappropriato delle differenze di riduzione nei livelli di colesterolo prodotti dalle due statine» premettono Toyama e colleghi «abbiamo esaminato il rapporto ubiquinolo/colesterolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL-C) piuttosto che quello ubiquinolo/colesterolo totale, perché vari studi hanno dimostrato che il primo rappresenta il miglior marcatore di modificazioni aterosclerotiche».

La combinazione di statine ed esercizio fisico ha aumentato l’eGFR in media da 61,1 al basale a 65,8 ml/min/1,73m2 (p=0,03), i livelli sierici di HMW-adiponectina, il rapporto ubiquinolo/LDL-C, mentre ha diminuito i valori della proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP). I cambiamenti rilevati nei livelli di HMW-adiponectina, rapporti ubiquinolo/LDL-C e hs-CRP sono apparsi correlati significativamente con modificazioni dell’eGFR (rispettivamente: P=0,001; P=0,02; P=0,01). L’aumento dell’HMW-adiponectina indotto dal trattamento è risultato correlato, all’ analisi multivariata, in modo indipendente all’aumento dell’eGFR (P=0,02).  Sia l’atorvastatina che la rosuvastatina, combinate con regolare esercizio fisico, hanno prodotto un aumento dell’eGFR.

«L’adiponectina, che è la più abbondante adipocitochina, aumenta la sensibilità all’insulina, promuove l’ossidazione degli acidi grassi e possiede effetti antinfiammatori» ricordano gli autori. «La sostanza esiste in 3 forme: a basso, medio e alto peso molecolare. L’HWM-adiponectina mostra i più rilevanti effetti protettivi vascolari e un migliore potere predittivo circa l’insulinoresistenza e la sindrome metabolica rispetto all’adiponectina totale.»

«Nonostante i livelli di adiponectina totale siano paradossalmente elevati nei pazienti con insufficienza renale» continuano «è stato dimostrato che alti livelli di HMW-adiponectina sono associati a una riduzione del rischio nella lieve disfunzione renale ed è stata dimostrata una correlazione positiva tra eGFR e HMW-adiponectina, indicando l’importanza clinica di quest’ultima nei pazienti con CKD».

«L’esercizio fisico attiva il recettore gamma attivato dal proliferatore dei perossisomi (PPAR-gamma), altamente espresso nel tessuto adiposo, e l’attività aerobica in particolare aumenta i livelli circolanti di HMW-adiponectina» specificano i ricercatori. «Riteniamo che l’efficacia dimostrata dalla combinazione dell’assunzione di statine e dello svolgimento di una regolare attività fisica possa essere spiegata da un aumento del flusso ematico renale».

Arturo Zenorini

Toyama K, Sugiyama S, Oka H, et al. Statins combined with exercise are associated with the increased renal function mediated by high-molecular-weight adiponectin in coronary artery disease patients. J Cardiol, 2014 Jan 20. [Epub ahead of print]
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