Dermatologia

Dermatite atopica, lebrikizumab migliora sintomi e segni della malattia anche nei pazienti con pelle di colore

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Il trattamento della dermatite atopica con lebrikizumab in pazienti adulti e adolescenti con pelle di colore ha migliorato il prurito e la gravità della malattia nell'arco di 24 settimane, secondo i nuovi risultati dello studio di fase IIIb in aperto ADmirable presentati al congresso 2025 Revolutionizing Atopic Dermatitis (RAD).

I ricercatori guidati da Andrew Alexis, professore di dermatologia clinica e vicepresidente per la diversità e l'inclusione presso la Weill Cornell Medicine, hanno evidenziato la mancanza di dati solidi prima dello studio ADmirable a supporto della diagnosi e del trattamento della dermatite atopica nei pazienti con pelle di colore, un gruppo storicamente sottorappresentato nella ricerca clinica.

Valutazione di lebrikizumab anche nei pazienti con pelle di colore
Progettato specificamente per valutare lebrikizumab in questa popolazione, lo studio ha coinvolto 90 partecipanti con peso corporeo di almeno 40 kg e almeno 12 anni di età, ognuno dei quali ha riferito di avere fototipi cutanei Fitzpatrick IV, V o VI e si è autoidentificato come nero o afroamericano, asiatico, indiano americano, nativo dell’Alaska e nativo hawaiano o di un’altra isola del Pacifico. Circa il 43,3% dei partecipanti aveva un fototipo IV di Fitzpatrick, che identifica una pelle olivastra o marrone chiaro, con capelli castani o neri e occhi scuri.

Lebrikizumab è stato somministrato per via sottocutanea con una dose di carico iniziale di 500 mg al basale e alla settimana 2, seguita da 250 mg ogni 2 settimane (Q2W) per le prime 16 settimane. Tra la 16a e la 24a settimana, i pazienti che soddisfacevano i criteri di risposta (responder), ovvero il raggiungimento di un punteggio pari a 0 o 1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator’s Global Assessment (IGA) con un miglioramento di almeno 2 gradi vs basale, o un miglioramento di almeno il 75% vs basale nell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75), sono passati a lebrikizumab 250 mg ogni 4 settimane (Q4W). I soggetti considerati non-responder hanno invece continuato con la somministrazione Q2W.

Lebrikizumab efficace dopo 24 settimane su segni e sintomi della malattia
Tra i partecipanti, la distribuzione del fototipo cutaneo secondo Fitzpatrick è stata rilevata dai ricercatori come 43,3% tipo IV, 24,4% tipo V e 32,2% tipo VI. Al basale il punteggio EASI medio era 26,4 e il punteggio medio del prurito (Pruritus Numeric Rating Scale) era 7,0. L’età media dei pazienti era 40,7 anni e il 43,3% era di sesso femminile. Il 68,9% dei soggetti presentava una forma moderata della malattia (punteggio IGA pari a 3).

Entro la sedicesima settimana, il 69,2% dei partecipanti ha raggiunto la risposta EASI 75, il 44,9% ha raggiunto la risposta EASI 90 e il 44,9% un punteggio IGA pari a 0/1. Inoltre il 58,1% ha riportato una riduzione di almeno 4 punti nella scala numerica relativa alla gravità del prurito,

Entro la ventiquattresima settimana, i dati aggregati hanno dimostrato che il 78,4%, il 47,3% e il 54,1% dei pazienti ha raggiunto rispettivamente una risposta EASI 75, una risposta EASI 90 e un punteggio IGA pari a 0/1. Inoltre il 61,5% dei soggetti ha riscontrato un miglioramento del prurito di almeno 4 punti.

Un miglioramento di almeno 4 punti nel Dermatology Life Quality Index (DLQI) è stato rilevato nel 71,7% e nel 72,9% dei soggetti rispettivamente a 16 e 24 settimane.

Nei pazienti che hanno risposto alla settimana 16 (n=56), i tassi di risposta EASI 75 si sono mantenuti fino alla settimana 24 (94,6% contro 90,7%), mentre tra i 21 non responder alla settimana 16, il 45,0% ha riferito di aver raggiunto una risposta EASI 75 entro la settimana 24.

Stratificando i dati per fototipo, i tassi di risposta EASI 75 alla settimana 16 erano del 62,2% per il tipo IV, dell'82,4% per il tipo V e del 70,8% per il tipo VI, che sono aumentati alla settimana 24 raggiungendo rispettivamente il 62,9%, l'88,2% e il 95,5%.

È stato anche osservato un miglioramento dell'iperpigmentazione nel 64,4% dei pazienti con lesioni iperpigmentate al basale. Il 25% dei partecipanti con lesioni ipopigmentate è progredito verso un normale tono della pelle a 24 settimane.

In termini di sicurezza, la maggior parte degli eventi avversi emergenti dal trattamento (93,1%) era di gravità lieve/moderata, senza eventi gravi o interruzioni del trattamento. Si è verificato un singolo caso di congiuntivite e reazione nel sito di iniezione.

Nel complesso, i pazienti con pelle di colore e dermatite atopica da moderata a grave hanno risposto bene a lebrikizumab dopo 24 settimane, con miglioramenti dei sintomi quali prurito e iperpigmentazione. La risposta è stata osservata già alla 16a settimana e ha continuato a migliorare per tutta la durata dello studio, con un profilo di sicurezza favorevole.

Referenze

Alexis A et al. Efficacy and safety of lebrikizumab in adult and adolescent patients with skin of color and moderate-to-severe atopic dermatitis: Final 24-Week results from the phase 3b, open-label ADmirable study. Presented at the Revolutionizing Atopic Dermatitis (RAD) 2025 Annual Meeting June 6 – 7, 2025. Nashville, TN.

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