Terapie avanzate, qualità della vita, sostenibilità e cambiamento climatico: temi centrali del Congresso Internazionale di Dermatologia #ICD2025
Si apre oggi, presso il Centro Congressi “La Nuvola” di Roma, il Congresso Internazionale di Dermatologia (ICD2025), che si svolgerà dal 18 al 21 giugno. Considerato uno degli eventi più attesi a livello mondiale nel campo dermatologico, il Congresso riunisce esperti provenienti da oltre 70 Paesi per affrontare le nuove sfide cliniche, ambientali e terapeutiche della disciplina. Dopo 51 anni, il Congresso torna in Italia con un’edizione speciale SIDeMaST-ADOI che celebra l’eccellenza dermatologica italiana nel dialogo scientifico internazionale.
Il programma scientifico, fortemente interdisciplinare e orientato all’innovazione, non tralascia l’impatto umano, ambientale e sociale della dermatologia. Tra i principali temi in discussione: l’evoluzione delle terapie avanzate, la gestione delle patologie infiammatorie croniche cutanee, i tumori della pelle in una popolazione sempre più anziana, gli effetti del cambiamento climatico sulla salute cutanea e la sostenibilità economica e ambientale dei nuovi trattamenti.
«L’ICD2025 sarà il punto d’incontro tra la ricerca più avanzata e i bisogni reali dei pazienti», afferma il Professor Giovanni Pellacani, Presidente del Congresso. «Oggi la dermatologia non può più limitarsi alla sola efficacia clinica: deve confrontarsi anche con la qualità della vita, la sostenibilità e l’integrazione tecnologica. A Roma discuteremo non solo del futuro della dermatologia, ma del suo ruolo nella medicina del futuro».
Il cambiamento è già in atto sul fronte delle terapie avanzate. Secondo il rapporto Horizon Scanning 2025 dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), tra i farmaci approvati nel 2024 figurano nuove terapie innovative per condizioni complesse come la dermatite atopica grave, il prurigo nodulare e l’eczema cronico delle mani. Queste opzioni terapeutiche offrono nuove prospettive a migliaia di pazienti spesso non adeguatamente trattati con le terapie convenzionali.
Anche a livello europeo, lo scenario è in rapida evoluzione: l’Agenzia Europea dei Medicinali prevede di valutare ben 112 nuovi farmaci nel 2025, di cui 57 contenenti nuove sostanze attive e 9 classificati come prodotti di terapia avanzata. Tra questi vi sono farmaci orfani destinati a rare patologie dermatologiche, come l’epidermolisi bollosa distrofica, una condizione invalidante caratterizzata da una fragilità cutanea estrema.
Accanto al progresso terapeutico, l’ICD2025 accende i riflettori anche sulla dimensione più ampia della cura, che include l’impatto sociale e psicologico delle patologie dermatologiche croniche. Malattie infiammatorie croniche come la psoriasi, la dermatite atopica e l’idrosadenite suppurativa rappresentano ancora sfide complesse. Oltre al carico clinico, queste patologie compromettono in modo significativo la qualità della vita dei pazienti, a livelli paragonabili o superiori rispetto ad altre malattie sistemiche croniche. L’esistenza quotidiana di chi ne è affetto è spesso segnata da ansia, isolamento sociale, bassa autostima e disturbi dell’umore, aggravati dallo stigma sociale.
In un contesto di crescente vulnerabilità ambientale, la dermatologia è chiamata a confrontarsi con gli effetti del cambiamento climatico. L’aumento delle temperature globali, le alterazioni del microbioma cutaneo, l’inquinamento atmosferico e l’intensificarsi delle radiazioni UV sono tutti fattori che aggravano numerose patologie cutanee. Le malattie infiammatorie croniche tendono a peggiorare negli ambienti urbani più inquinati; la dermatite atopica e la psoriasi mostrano un aumento di incidenza e gravità in seguito a eventi estremi come ondate di calore e alluvioni.
Parallelamente, cresce l’incidenza dei tumori cutanei a causa dell’aumentata esposizione ai raggi UV. In questo scenario, i tumori della pelle rappresentano una sfida crescente, ulteriormente amplificata dall’invecchiamento della popolazione. L’incidenza di carcinoma basocellulare, carcinoma squamocellulare e melanoma è in costante aumento, richiedendo un approccio multidisciplinare che integri diagnosi precoce, tecnologie digitali avanzate, intelligenza artificiale e trattamenti personalizzati.
Tutti questi sviluppi impongono una riflessione urgente sulla sostenibilità della dermatologia del futuro – non solo sul piano economico, con la necessità di garantire l’accesso equo a terapie sempre più sofisticate, ma anche su quello ambientale, promuovendo strategie preventive e soluzioni innovative a basso impatto ecologico.
Sottolineando il ruolo della dermatologia nel nuovo equilibrio tra salute, ambiente e tecnologia, la Professoressa Annunziata Dattola, Segretario Generale del Congresso, afferma: «La pelle è il primo organo a risentire dei cambiamenti ambientali. Il cambiamento climatico non modifica solo l’epidemiologia, ma anche la risposta alle cure. In questo senso, la dermatologia ha oggi un ruolo cruciale nel ripensare strategie di prevenzione e cura da una prospettiva globale. L’ICD2025 è un’occasione per condividere conoscenze e proporre soluzioni concrete».
Altri articoli della sezione Dermatologia

Dermatite atopica, risultati positivi a 16 settimane per l'agente sperimentale anti-IL-13 APG777

Deucravacitinib nella psoriasi a placche da moderata a severa: efficacia nella real life e gestio...

Psoriasi a placche, con bimekizumab tassi elevati di risposte cliniche fino a 5 anni di trattamen...

Ruxolitinib crema nella vitiligine: efficacia reale oltre i dati clinici. #ICD2025

Bimekizumab nell'idrosadenite suppurativa: miglioramento clinicamente rilevante mantenuto fino a ...
