Il farmaco antidiabetico canagliflozin migliora gli outcome renali oltre a mostrare un potenziale effetto protettivo renale nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 che hanno o sono a rischio di malattie cardiovascolari. E’ quanto emerge da uno studio presentato in occasione del meeting annuale dell’American Society of Nephrology (ASN) Kidney Week 2017 che si è da poco concluso a New Orleans.
"I nuovi risultati dello studio CANVAS indicano chiaramente che i pazienti trattati con canagliflozin presentano migliorati outcome renali e suggeriscono una protezione della funzionalità renale oltre a fornire i benefici cardiovascolari già precedentemente presentati", ha commentato Vlado Perkovic, professore della University of New South Wales Sydney e direttore esecutivo del The George Institute for Global Health.
Perkovic ha voluto specificare che sono milioni le persone che soffrono di malattia renale diabetica in tutto il mondo, una complicanza che prima o poi che interesserà quasi un terzo di tutti i pazienti affetti da diabete di tipo 2, e che nella maggior parte dei Paesi è la causa più comune di insufficienza renale; “questi dati sottolineano la necessità di identificare nuove opzioni terapeutiche per questi pazienti che non hanno visto alcuna innovazione negli ultimi 20 anni”.
Canagliflozin e la malattia renale nei diabetici
Le analisi renali hanno mostrato che, rispetto al placebo, canagliflozin ha ridotto il rischio di progressione della malattia renale, compresa la riduzione significativa dell'escrezione urinaria di albumina e la stabilizzazione del tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR), per una durata superiore a sei anni.
Nello specifico è stato osservato che l’antidiabetico ha ridotto diversi principali endpoint compositi renali pre-specificati fino al 47%, come la malattia renale allo stadio terminale (ESRD), la creatinina sierica e la morte (95% Ic: 33% - 84%).
L'escrezione urinaria dell'albumina è stata inferiore del 18% per tutti i partecipanti trattati con canagliflozin rispetto ai pazienti che hanno ricevuto placebo (95% Ic: 16% - 20%). Nei pazienti che al basale presentavano microalbuminuria, l'escrezione urinaria di albumina è stata più bassa del 34% (95% CI: 29% al 38%) e del 36% (95% CI: 28% a 43%) in coloro che presentavano macroalbuminuria. Il rapporto albumina/creatinina mediano era di 12,3 mg/g.
Dopo una iniziale caduta dell’eGFR medio, i pazienti trattati con canagliflozin hanno manifestato successivamente un aumento graduale del tasso di filtrazione glomerulare stimato durante tutta la durata dello studio (6,5 anni); diversamente i partecipanti trattati con placebo hanno registrato una progressiva diminuzione dell'eGFR. L’eGFR medio al basale era 76,5 ml/min /1,73 m2.
Rispetto al placebo, la somministrazione di canagliflozin non ha determinato un aumento degli eventi avversi renali, gravi e non, incluse le lesioni renali acute e l’iperkaliemia.
In conclusione, canagliflozin ha dimostrato un consistente miglioramento degli outcome renali attraverso più endpoint compositi; tali cambiamenti favorevoli sono stati confermati in maniera indipendente dall’Endpoints Adjudication Committee.
Il programma di studi CANVAS
L’antidiabetico è stato studiato in precedenza nel corso del più lungo, ampio e importante programma sugli esiti cardiovascolari degli inibitori del trasportatore di membrana sottotipo 2 della proteina di trasporto selettivo del sodio glucosio (SGLT2). Il Programma CANVAS è stato il primo a valutare l’efficacia, la sicurezza e durabilità di canagliflozin in oltre 10.000 pazienti affetti da diabete di tipo 2, con pregressa anamnesi di malattie cardiovascolari o che presentavano per lo meno due dei fattori di rischio cardiovascolari.
Il Programma CANVAS comprende lo studio CANVAS, in cui 4.330 pazienti sono stati randomizzati a ricevere placebo, canagliflozin 100 mg o canagliflozin 300 mg, e lo studio CANVAS-R, in cui 5.812 hanno ricevuto placebo o canagliflozin 100 mg, con l’opzione di poter ricevere fino a 300 mg se il paziente necessitava di un ulteriore controllo glicemico, a condizione che i 100 mg fossero ben tollerati.
I dati dell'analisi integrata dei trial CANVAS e CANVAS-R, pubblicati sul New England Journal of Medicine e presentati durante il simposio dedicato a questo tema in occasione dell’American Diabetes Association 77th Scientific Sessions a San Diego, avevano mostrato che canagliflozin riduce significativamente il rischio combinato di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus non fatale rispetto al placebo nei pazienti con diabete e a rischio o con malattie cardiovascolari; ulteriori analisi avevano inoltre dimostrato che la somministrazione di canagliflozin è associata a un rischio ridotto di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e ha confermato di avere potenziali effetti protettivi a livello renale.
Attualmente è in corso lo studio CREDENCE, il primo trial di fase III dedicato agli esiti renali dell’inibitore SGLT2 in pazienti affetti da diabete di tipo 2 e da insufficienza renale, che sta ulteriormente valutando gli effetti di canagliflozin sugli outcome renali e cardiovascolari.
Gheith, O., Farouk, N., Nampoory, N., Halim, M. A., & Al-Otaibi, T. (2016). Diabetic kidney disease: world wide difference of prevalence and risk factors. Accesesd November, 2017,
Diabete e Obesitā
Diabete, canagliflozin efficace nella malattia renale diabetica
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