Obesità più probabile negli adulti che assumono molto sodio con la dieta
Gli adulti che consumano alimenti ad alto contenuto di sodio potrebbero avere maggiori probabilità di sviluppare obesità, sia generalizzata che addominale, come evidenziato da una nuova ricerca, che sarà presentata al prossimo European Congress on Obesity (ECO 2025, Malaga, Spagna, 11-14 maggio).
L'obesità generalizzata è lo stato di obesità di una persona, misurato in base all'indice di massa corporea (BMI). Le linee guida dell'OMS indicano che un BMI di almeno 30 kg/m² indica che una persona convive con l'obesità. L'obesità addominale si verifica quando il grasso si accumula intorno all'addome e agli organi interni, portando a una circonferenza della vita superiore al normale, che espone le persone a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari.
Evidenze sempre più numerose suggeriscono un'associazione positiva tra l'assunzione di sodio e il rischio di obesità. L'assunzione di sodio, che era diminuita nei decenni precedenti (da un picco negli anni '70, quando la Finlandia registrava uno dei tassi di mortalità per malattie cardiache più alti al mondo), è rimasta pressoché stabile dal 2007.
«Contrariamente a quanto si pensa, un elevato apporto di sodio non è causato principalmente da cibi poco sani, ma dal consumo quotidiano di alimenti comuni. In Finlandia, la maggior parte del sodio proviene da prodotti a base di carne lavorata, pane e latticini, in particolare formaggio» hanno commentato gli autori guidati da Annika Santalahti, del dipartimento di salute pubblica al Finnish Institute for Health and Welfare di Helsinki, Finlandia. «Un elevato apporto di sodio non può essere affrontato solo a livello individuale, ma sono necessari anche cambiamenti a livello di popolazione, che possono essere ottenuti solo attraverso la collaborazione con l'industria alimentare».
Analisi dell’associazione tra assunzione di sodio e obesità
In questo studio i ricercatori hanno analizzato l'associazione tra assunzione di sodio, concentrazione di sodio nelle urine e obesità sia generale che addominale negli adulti finlandesi. Hanno utilizzato i dati basati sulla popolazione tratti dallo studio nazionale FinHealth 2017 (2.222 uomini e 2.792 donne di almeno 18 anni di età). Il livello di sodio assunto è stato stimato utilizzando un questionario validato sulla frequenza alimentare. Sono stati raccolti campioni di urina spot da un sottocampione di partecipanti (558uomini e 702 donne). Per misurare l'obesità generale e addominale sono stati utilizzati il BMI e la circonferenza della vita.
L'assunzione di sodio e le concentrazioni di sodio nelle urine sono state stratificate in quartili specifici per sesso (gruppi di pari dimensioni, pari al 25% dal più alto al più basso) e sono state condotte analisi di modellizzazione statistica, aggiustando per i comuni fattori confondenti sociodemografici e legati allo stile di vita. Nelle analisi di validità, i campioni di urina spot sono stati confrontati con le raccolte di urine delle 24 ore.
Assunzione media giornaliera di sodio molto superiore ai livelli raccomandati
I risultati hanno mostrato che l'assunzione mediana di sodio (convertita in assunzione di sale) era superiore a quella raccomandata (OMS: non più di 5 grammi al giorno) in tutti i quartili, fatta eccezione per il quartile più basso di donne, che è rimasto al di sotto del limite raccomandato.
Per uomini e donne insieme, il livello di assunzione di sodio nel quartile più alto era 2,3 volte superiore a quello del quartile più basso. Le differenze nel consumo di sodio tra uomini e donne (sempre maggiori negli uomini) erano circa le stesse in tutti i quartili. Sulla base dei valori auto-riportati nel questionario, l'assunzione media di sodio nel quartile più alto era di circa 4.900 mg/giorno negli uomini e 3.750 mg/giorno nelle donne, che corrispondono a oltre 12 grammi negli uomini e 9 grammi nelle donne di sale (cloruro di sodio) al giorno, ovvero più del doppio di quanto raccomandato per gli uomini e quasi il doppio per le donne.
Elevato consumo di sodio associato a obesità generalizzata o addominale
I partecipanti con un elevato apporto di sodio nella dieta o un'elevata concentrazione di sodio nelle urine sono risultati avere maggiori probabilità di soffrire di obesità generalizzata o addominale. Nel modello completamente aggiustato, le donne nel quartile più alto (25%) di assunzione di sodio avevano una probabilità 4,3 volte maggiore di soffrire di obesità generalizzata e 3,4 volte maggiore di soffrire di obesità addominale rispetto a quelle nel quartile più basso. Anche le donne nel secondo quartile più alto avevano una probabilità 2,4 volte maggiore di soffrire di obesità generalizzata rispetto a quelle nel quartile più basso.
Associazioni simili sono state osservate quando la concentrazione di sodio nelle urine è stata utilizzata come variabile indipendente, suggerendo che l'assunzione di sodio stimata dai questionari alimentari e la quantità nelle urine analizzate erano in linea tra loro.
Riguardo agli uomini, anche se il modello di aumento del rischio di obesità era simile a quello delle donne per quanto riguarda il consumo di sodio valutato tramite questionario, i risultati non hanno raggiunto la significatività statistica in tutti i quartili. Tuttavia, per la concentrazione di sodio nelle urine, i risultati sono stati statisticamente significativi per gli uomini: quelli nel quartile più alto (25%) di concentrazione di sodio nelle urine avevano una probabilità 6 volte maggiore di soffrire di obesità generalizzata e 4,7 volte maggiore di soffrire di obesità addominale rispetto agli uomini nel quartile più basso nel modello completamente corretto.
«In generale, gli uomini consumano più cibo e anche una maggiore quantità di alimenti che rappresentano le principali fonti alimentari di sodio nella dieta, come prodotti a base di carne, pane e prodotti da forno e formaggio» hanno osservato gli autori. «Le nostre analisi sono state aggiustate per l'apporto energetico totale, pertanto le associazioni più forti negli uomini potrebbero essere dovute a un maggiore apporto di sale rispetto all'apporto energetico totale. Tuttavia, indipendentemente dall'entità della relazione, le associazioni erano simili sia negli uomini che nelle donne».
Meccanismi alla base dell’associazione da approfondire
L'associazione tra assunzione di sale e obesità è ancora molto poco chiara e non esistono spiegazioni definitive per le differenze tra i sessi né per il fenomeno in generale.
«I dati di ricerca sono ancora molto limitati, ma tra le possibili spiegazioni biologiche figurano cambiamenti nella secrezione degli ormoni della sazietà a seguito di un'esposizione prolungata a un elevato consumo di sale. Un’elevata assunzione di sale può anche fungere da indicatore della qualità della nutrizione nel suo complesso, in termini di un consumo eccessivo di alimenti che apportano alti livelli di sodio e aumentano il rischio di obesità, probabilmente riflettendo un utilizzo eccessivo di alimenti ultra-processati e ricchi di sodio» hanno scritto. «Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche sulla nutrizione generale e sulla sua qualità in quanti seguono diete ricche di sodio, così come sui meccanismi biologici legati a un elevato consumo di sodio, ad esempio sulla sazietà, sul microbioma intestinale e sulla composizione corporea».
Per contrastare l'eccesso di sodio devono essere attentamente valutati tutti gli aspetti della dieta, hanno aggiunto. «A nostro avviso, l'industria alimentare svolge un ruolo significativo nel ridurre l'assunzione di sodio della popolazione, dato che la maggior parte del consumo alimentare proviene da fonti diverse dalla produzione primaria non trasformata. È importante prestare attenzione al livello di sale degli alimenti che vengono comunemente consumati quotidianamente, dal momento che rappresentano una quota significativa dell'assunzione giornaliera di sodio. Naturalmente, anche i cambiamenti generali nell'ambiente alimentare giocano un ruolo, ad esempio se il cibo viene preparato a casa o consumato al ristorante o come cibo da asporto».
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