Intelligenza artificiale in medicina: nuove riviste mediche all'orizzonte
Articolo a cura di Eugenio Santoro
L’intelligenza artificiale è entrata prepotentemente nel dibattito scientifico. Non che non lo fosse già. Già da diversi anni le più importanti riviste di medicina ospitano articoli dedicati all’applicazione dell’intelligenza artificiale e del machine learning all’ambito medico scientifico.
Gli stessi argomenti sono affrontati in maniera più approfondita su riviste di settore (come per esempio il Journal of Medical Internet Research), spesso rivolte agli utenti più avvezzi alle nuove tecnologie. Già tre anni fa gli argomenti di sanità digitale e di medicina digitale sono stati “sdoganati” dalle riviste mediche più blasonate con il lancio delle riviste Nature Digital medicine e Lancet Digital health, a cui hanno fatto seguito quello dell’European Heart Journal Digital health.
Tuttavia, la mole di articoli scientifici sull’intelligenza artificiale, l’interesse verso la ricerca clinica in questo settore, e, soprattutto, l’interesse nel corso di questo ultimo anno nei confronti dell’Intelligenza artificiale generativa e dei Large Language Models (a cui ChatGPT afferisce), ha portato editori a prendere importanti decisioni e a lanciare riviste mediche interamente dedicata a questi temi.
È questo che deve avere pensato il New England Journal of Medicine, quando all’inizio del 2024 ha lanciato la nuova rivista NEJM AI. Non si tratta della prima volta da parte del New England Journal of Medicine. Già nel corso del 2023 la stessa rivista aveva dedicato una intera sezione di ciascun volume pubblicato (su carta e online) ad argomenti legati all’intelligenza artificiale e al machine learning, prontamente imitata da altre riviste mediche come il Journal of the American Medical Association (JAMA).
Risale invece a fine 2022 il lancio del NEJM AI Grand Rounds podcast, un podcast mensile che ha dato voce (e continua a farlo) ai protagonisti internazionali dell’intelligenza artificiale applicata alla medicina.
Con una uscita (per ora) mensile, lo spazio dedicato a questi temi si è ora concentrato sulla nuova rivista (leggi).
Ma di cosa si occuperà NEJM AI?
L’obiettivo principale è di dare spazio a quegli studi clinici prospettici e pre-registrati che valutino rigorosamente l’Intelligenza artificiale in contesti clinici (leggi).
La ragione di preferire gli studi prospettici a quelli retrospettivi è data dal fatto che questi ultimi sono meno rigorosi dal punto di vista metodologico/statistico e poco estendibili alla popolazione generale. Tra gli studi prospettici, poi, NEJM AI preferisce dare spazio agli studi randomizzati, la cui limitata disponibilità in questo settore è stata osservata anche in uno dei pochi report istituzionali italiani (leggi).
Il fatto che devono essere pre-registrati in un registro internazionale (come per esempio ClinicalTrials..gov) è una condizione necessaria richiesta da New Englad Journal of Medicine e dalle principali riviste mediche internazionali per poter pubblicare i risultati di qualunque studio clinico.
A detta dell’editor della rivista, troveranno spazio anche articoli che introducono progressi tecnologici per consentire nuove applicazioni cliniche dell’Intelligenza artificiale, casi di studio che documentano l’esperienza diretta nell’implementazione dell’intelligenza artificiale nei sistemi sanitari, articoli che indicano modalità per superare i limiti dell’impiego dell’intelligenza artificiale (a cominciare dai bias di selezione dei dati usati per fornire le conoscenze ai sistemi di machine learning), e articoli che chiariscano le considerazioni legali, etiche, normative e finanziarie che potranno guidare l’adozione dell’Intelligenza Artificiale in medicina.
D’altra parte esistono in letteratura esperienze (e in certi casi anche evidenza scientifiche) di uso dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito diagnostico e predittivo, nel campo dello sviluppo di sistemi per il supporto alle decisioni del medico (per esempio per identificare il trattamento più appropriato per un dato paziente), nel campo preventivo (individuando i pazienti più a rischio di incorrere in una data patologia), nell’ambito della ricerca clinica (dal drug discovery al reclutamento dei pazienti in una sperimentazione clinica), nell’uso di sistemi di Natural Language Processing per estrapolare informazioni da contenuti testuali (si pensi per esempio ai campi note delle cartelle cliniche elettroniche).
In tutti i casi si tratta di esperienze e studi in genere ben condotti che hanno bisogno di una adeguata “vetrina” per essere diffusi prima al pubblico dei ricercatori e successivamente al grande pubblico.
Gli articoli sottoposti al NEJM AI possono essere scritti con il contributo dei Large Language Models (come ChatGPT) a patto che gli autori si assumano la completa responsabilità del contenuto e riconoscano adeguatamente l'uso di tali sistemi, senza tuttavia elencarli tra i co-autori (leggi).
Una scelta, questa, diversa da quella di altre riviste mediche che vietano esplicitamente il loro impiego. Al New England Journal of Medicine ritengono che l'uso di questi strumenti possa aiutare i ricercatori a migliorare la qualità del loro lavoro scientifico e a democratizzare sia la creazione che il consumo della conoscenza scientifica, contribuendo alla produzione di risultati scientifici solidi e nuovi e alla loro diffusione.
Insomma un riconoscimento dell’importanza di sistemi come ChatGPT, in attesa che la descrizione di un loro impiego per lo sviluppo di sistemi intelligenti per la cura e l’assistenza dei pazienti possa trovare spazio sulle pagine della rivista.
Eugenio Santoro
Responsabile dell’Unità di ricerca
in sanità digitale e terapie digitali
Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
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