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Tecnologie digitali applicate alla salute, quale sarā il futuro?

Quando si parla di tecnologie digitali e di innovazione si pensa subito al futuro, ma l'era della digitalizzazione č giā iniziata in tutti settori, anche in quello della salute.

Quando si parla di tecnologie digitali e di innovazione si pensa subito al futuro, ma l’era della digitalizzazione è già iniziata in tutti settori, anche in quello della salute.

“Sicuramente parliamo di presente e lo vediamo tutti i giorni nella nostra vita in tutti i settori. Per quanto riguarda la salute, ad esempio, già nel 2018 l’FDA ha autorizzato la prima terapia digitale, ovvero un software prescrivibile dal medico e rimborsabile. Le tecnologie digitali ci hanno permesso durante la pandemia di dare accesso alle cure in un modo sicuro a chi ne aveva bisogno. I nostri servizi sanitari regionali pubblici già ad aprile dell’anno scorso hanno istituito per la prima volta la prenotazione di visite da remoto, le cosiddette televisite”, ha spiegato Daniela Scaramuccia, Partner Settore Pubblico e Sanità di IBM Global Business Services in Italia, in occasione di "The Big Date" il virtual event su Real World Evidence e Intelligenza Artificiale promosso da Pfizer che si è tenuto in diretta streaming il 28 maggio scorso.

C’è stata una vera e propria esplosione dell’uso di tecnologie digitali negli ultimi mesi. I più potenti calcolatori al mondo e le migliori competenze tecniche e scientifiche di vari settori hanno lavorato insieme e ci hanno portato alla realizzazione dei vaccini anti COVID in tempi mai visti prima.

“La pandemia ci ha sicuramente ricordato l’importanza del nostro Sistema sanitario, non solo per garantire il diritto alla salute, ma come pilastro di sostenibilità anche economica del Paese e in qualche modo ha dato l’opportunità alla tecnologia di dimostrare che può essere efficace e di supporto in un settore come quello dei servizi alla persona dove forse non era così evidente in passato”, ha aggiunto Scaramuccia.

Tecnologie digitali per ripartire dopo la pandemia
Cosa succederà una volta finita l’emergenza? Sicuramente ci si attende che non si torni più indietro e che le tecnologie digitali di cui stiamo usufruendo in questo momento rimangano tali, come ad esempio la prescrizione elettronica o il sistema di prenotazione dei vaccini.

Anche il “Green pass”, lo strumento che la Comunità europea ha deciso di adottare per consentire la mobilità cross frontaliera dei cittadini per concedere le autorizzazioni a una serie di eventi, rappresenta uno strumento molto semplice a supporto delle persone e che ci consente di gestire lo scambio di informazioni in modo trasparente e sicuro.

“IBM ha supportato lo sviluppo di questo strumento che è già in uso negli Stati uniti, in Israele, in Cina e in Islanda. Il Green pass rappresenta sicuramente un esempio di come le tecnologie digitali continueranno a supportarci in futuro. Ma la vera sfida per i prossimi anni, per fare in modo che le tecnologie digitali continuino a supportarci in futuro è la cooperazione tra i diversi enti, funzioni e organizzazioni che ruotano intorno al cittadino”, ha aggiunto Scaramuccia.

Le prime applicazioni dell’intelligenza artificiale nell’ambito della salute hanno riguardato il riconoscimento delle immagini per la diagnostica. Ma quali saranno le prossime applicazioni in ambito medico e sanitario? Come ha spiegato Scaramuccia, le nuove tecnologie consentono di analizzare informazioni non strutturate. Queste informazioni, come i referti, le immagini, le lettere di dimissioni e le prescrizioni se vogliono essere analizzate richiedono uno sforzo umano enorme. L’intelligenza artificiale, una volta addestrata, consente di analizzare in poco tempo tutti questi dati e ci può aiutare a fare tantissime cose, per esempio seguire il paziente in un percorso ospedaliero o intraospedaliero e comprendere se sta uscendo dal flusso che ci si attenderebbe, confrontarlo con un PDTA o facendo analisi del rischio o semplicemente recuperarlo nel percorso.

“Per quanto riguarda la diagnostica per immagini, gli algoritmi di deep learning consentono di accelerare l’attività di riconoscimento e classificazione di immagini, siano esse TAC, Risonanze Magnetiche, o scansioni di vetrini e potrebbero quindi supportare radiologi, patologi, dermatologi, oftalmologi nella fase di diagnostica. Nel 2018, l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale, CNR – ICARR di Napoli e IBM hanno per esempio lanciato un progetto di ricerca per la diagnosi dei tumori atipici della mammella, analizzando più di 4000 vetrini corrispondenti ad oltre 320 lesioni. L’obiettivo finale è arrivare alla diagnosi precoce, riducendone la variabilità. Ad oggi il lavoro del gruppo ha dimostrato che l’intelligenza artificiale può avere la capacità, sia rispetto all’accuratezza della classificazione, ma anche rispetto alla spiegabilità, di correlarsi sia alla conoscenza anatomopatologica che all’accettazione da parte di esperti del dominio”, ha aggiunto Scaramuccia.

Il fatto di poter analizzare una grande mole di dati, raccolti in diverse forme e attraverso diversi strumenti permette di studiare grandi numeri di campioni e anche di prevedere delle traiettorie di salute e questo è estremamente importante e ci consente sicuramente di prevedere e analizzare scenari di salute della popolazione.

Ma non esiste solo l’intelligenza artificiale, ci sono altre tecnologie che saranno di supporto al mondo della salute. Ad esempio, la realtà virtuale permette di avere delle esperienze sempre più immersive che rendendo le interazioni a distanza più efficaci. Il quantum computer è sicuramente una delle prospettive più entusiasmanti per accelerare la ricerca e ci consentirà di simulare il comportamento di molecole, cosa che oggi non si può fare neanche mettendo insieme tutti i più veloci computer del mondo.

“Ho visto il mio primo quantum computer nel nostro laboratorio di ricerca di Zurigo. Il primo ospedale di ricerca almondo che sta lanciando una sperimentazione su quantum computer è la Cleveland Clinic insieme a IBM Research e l’obiettivo è andare a comprendere in che modo si può accelerare la ricerca, simulando nuove molecole. Abbiamo avviato percorsi di studio per capire in che modo il quantum computing possa consentire di ripensare e accelerare il processo scientifico. È chiaro che siamo di fronte alla convergenza di diverse tecnologie che messe assieme possono accelerare la ricerca scientifica, IBM ha per questo annunciato un nuovo programma che si chiama appunto “Accelerating Science”, ha aggiunto Scaramuccia.

Ma per utilizzare queste nuove tecnologie sono necessarie nuove competenze. Non stiamo parlando solo di medici, ma di tutte quelle figure che ruotano attorno alla gestione e cura del paziente.

“È fondamentale soprattutto nella sanità che l’innovazione sia indirizzata per risolvere problemi effettivi. E per cogliere pienamente il potenziale servono figure “di confine” in grado di comprendere sia le potenzialità della tecnologia sia le necessità degli addetti ai lavori e dei pazienti: il successo di progetti di digitalizzazione avanzata dipende da team fortemente multidisciplinari. È anche necessario che tutti gli utenti di tali sistemi siano in grado di comprenderne campi di utilizzo e limiti, e serve pertanto un programma di formazione ampio e organico, oggetto di azioni concrete da parte degli atenei per la formazione di medici, infermieri, tecnici e biologi.

Certamente, come in altre trasformazioni epocali, il percorso aprirà prospettive per l’introduzione di nuove figure professionali che, sfruttando le potenzialità del digitale e dell’interazione uomo tecnologia, possano migliorare la qualità dei servizi sanitari”, ha concluso Scaramuccia.