Un trattamento breve con buprenorfina (4 settimane), seguito da un mantenimento con naltrexone orale, ha dato risultati positivi come terapia disintossicante in un gruppo di pazienti che avevano sviluppato dipendenza dagli oppiacei su prescrizione in un piccolo studio randomizzato appena uscito su JAMA Psychiatry.
Dopo 5 settimane dall’inizio della terapia, infatti, il test delle urine ha mostrato che il 63% dei partecipanti non aveva più assunto oppioidi. La percentuale è poi calata, stabilizzandosi intorno al 50%, durante le ulteriori 7 settimane di follow-up, durante le quali i pazienti assumevano naltrexone.
"I nostri risultati suggeriscono che un sottogruppo significativo di tossicodipendenti da oppiacei su prescrizione può rispondere favorevolmente a una trattamento ambulatoriale che prevede una disintossicazione con buprenorfina, un mantenimento con naltrexone e una terapia comportamentale" scrivono gli autori nelle conclusioni.
Anche se il trattamento di prima linea per l’abuso di oppiacei da prescrizione prevede l’assunzione prolungata di agonisti degli oppiacei come il metadone o la buprenorfina, questo approccio potrebbe non essere adatto a tutti i pazienti.
"Alcuni potrebbero preferire ...una disintossicazione ", fanno notare i ricercatori nell’introduzione, aggiungendo che per altri potrebbe essere difficile recarsi regolarmente presso le strutture certificate e autorizzate a dispensare questi farmaci, specie coloro che vivono in zone rurali, in molte delle quali l’abuso di oppioidi su prescrizione è molto diffuso. Altri ancora, considerati a rischio relativamente basso di ricaduta, potrebbero avere risultati migliori con una disintossicazione di breve durata.
Per il loro studio, gli autori hanno quindi arruolato nel nord del Vermont 70 persone interessate a disintossicarsi dalla dipendenza da oppiacei da prescrizione, escludendo i soggetti che assumevano oppiacei in modo lecito a scopo analgesico, le donne in gravidanza o in allattamento e i pazienti con malattie o disturbi psichiatrici significativi.
Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a periodo di disintossicazione iniziale di 2 settimane durante il quale sono stati stabilizzati con buprenorfina al posto degli oppiacei, diminuendo gradualmente le dosi in modo da minimizzare i sintomi di astinenza. Sono stati quindi divisi in gruppi e assegnati al trattamento con buprenorfina a dosi decrescenti per 1, 2 o 4 settimane. Durante questo periodo, sono stati trattati con un placebo che mimava naltrexone. Una volta completata la riduzione del dosaggio con buprenorfina, i partecipanti sono stati trattati con naltrexone più un placebo che mimava buprenorfina per il resto dello studio, in modo da mantenere sempre il doppio cieco.
Durante le prime 5 settimane, i partecipanti si sono recati al centro tutti i giorni, poi tre volte a settimana per altre 7 settimane. Ad ogni visita, gli autori hanno valutato i sintomi di astinenza e l’eventuale assunzione di farmaci non oppioidi come clonidina o loperamide. Inoltre, hanno raccolto campioni di urina tre volte settimana per tutta la durata dello studio.
Oltre che alla terapia farmacologica, i partecipanti sono stati sottoposti anche a una terapia comportamentale personalizzata, consistente in sedute individuali di 60-90 minuti.
Dopo le prime 5 settimane, il 63% dei pazienti del gruppo sottoposto alla disintossicazione con buprenorfina per 4 settimane risultava ‘pulito’ in base ai risultati dei test delle urine, contro il 29% di quelli del gruppo trattato per una sola settimana o per 2 (P = 0,02).
Dopo 12 settimane, i pazienti che non avevano più assunto oppioidi sono risultati il 50% nel primo gruppo, il 16% nel gruppo trattato con buprenorfina per 2 settimane e il 20% in quello trattato per una settimana (P = 0,03).
Al di là della durata della disintossicazione, l’unico fattore associato in modo significativo alla riuscita dell'astensione dagli oppiacei è risultata la dose di buprenorfina necessaria durante la disintossicazione acuta. I partecipanti stabilizzati con 8 mg o più hanno mostrato probabilità significativamente inferiori di rispondere al trattamento rispetto a quelli stabilizzati con dosi più basse (odds ratio 0,26; IC al 95% 0,08-0,90).
Nella discussione, gli autori fanno notare che le percentuali di astinenza osservate nel gruppo trattato con buprenorfina per 4 settimane sono più alte rispetto a quelle ottenute in studi precedenti. Tuttavia, nel più rigoroso di quegli studi la disintossicazione con il farmaco era durata 2 settimane, mentre la terapia comportamentale utilizzata nello studio appena uscito era più intensiva.
Per i prossimi studi su questo tema, i ricercatori suggeriscono di valutare anche periodi di durata diversa sia per la disintossicazione iniziale sia per la stabilizzazione.
S. Sigmon, et al. A randomized, double-blind evaluation of buprenorphine taper duration in primary prescription opioid abusers. JAMA Psychiatry 2013; doi: 10.1001/jamapsychiatry.2013.2216.
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