Quarantacinque milioni di cittadini italiani hanno accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. Il 90% delle regioni si è infatti adeguato alla legge 38 del 15 marzo 2010 attraverso l’istituzione di due reti regionali, una per la terapia del dolore e una le per cure palliative. Lo ha affermato il Prof. Guido Fanelli, Coordinatore Commissione Ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative in occasione di un incontro tenutosi a Milano il cui tema era il dolore cronico.

Lo scorso dicembre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le Linee Guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi regionali; già da alcuni mesi, un tavolo tecnico tra MIUR e Ministero della Salute ha definito i percorsi formativi per i medici e i volontari che si occupano di cure palliative e terapia del dolore. E’ stato inoltre elaborato un documento con i requisiti minimi strutturali e organizzativi per l’accreditamento delle due reti territoriali, quella sul dolore e quella sulle cure palliative, ora al vaglio del Ministro e, in seguito, della Conferenza Stato-Regioni.

In un’epoca di tagli e ristrettezze economiche, è stata poi significativa la volontà del Ministro Fazio di creare, all’interno del Ministero, l’Ufficio XI, diretto dal dottor Spizzichino e appositamente dedicato a monitorare il recepimento e l’effettiva applicazione della Legge 38 da parte delle diverse Regioni.

“A un anno e mezzo dalla sua approvazione, gli strumenti per l’applicazione della normativa sono stati completati al 90%”, precisa Fanelli. “La vera battaglia ora va combattuta sul fronte culturale e dell’appropriatezza prescrittiva, per determinare un’inversione di tendenza nell’abitudine all’impiego inappropriato di FANS. A questo proposito, un utile strumento sarà il ‘Cruscotto’, attivato dal Ministero a fine Giugno: uno specifico software per rilevare la tipologia delle prestazioni ospedaliere erogate e i farmaci prescritti”.

La Legge 38/2010 si è posta l’obiettivo di tutelare i diritti dei pazienti con dolore cronico a ricevere un’adeguata assistenza su tutto il territorio nazionale, riconoscendo alla sofferenza cronica la dignità di malattia e separando nettamente le cure palliative dalla terapia del dolore.

Il 26% degli italiani, vale a dire circa 15 milioni di nostri connazionali, convive con un dolore cronico di natura non neoplastica, legato a problematiche molto comuni, quali osteoporosi, lombosciatalgie, emicrania, artrosi o artriti.