Dolore

Dolore muscoloscheletrico cronico, aumenta il ricorso alla cannabis terapeutica per avere sollievo

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo:

I pazienti con dolore muscoloscheletrico cronico si rivolgono sempre più alla cannabis terapeutica per trovare sollievo e, al contempo, riducono il ricorso agli antidolorifici tradizionali senza sacrificare la lucidità mentale, come riportato da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Cureus.

La cannabis e i suoi derivati ​​si dimostrano promettenti nel trattamento del dolore cronico agendo sui recettori CB1, che si ritiene modulino i segnali del dolore nel cervello, e sui recettori CB2 nel ganglio della radice dorsale che influenzano l'integrazione del dolore nelle vie nervose. I due recettori fanno parte del sistema endocannabinoide, con i CB1 localizzati principalmente nel sistema nervoso centrale e deputati a modulare la percezione del dolore, l'umore e l'appetito, mentre i recettori CB2 si trovano principalmente nelle cellule immunitarie e sono coinvolti nella regolazione dell'infiammazione e delle risposte immunitarie.

I pazienti che utilizzano cannabis terapeutica hanno riportato un significativo sollievo dal dolore cronico, superiore di oltre il 50% rispetto a un placebo. Di contro la cannabis può avere effetti notevoli sulla cognizione, in particolare sulla funzione esecutiva, sulla memoria e sull'attenzione. Il deterioramento della memoria a breve termine è comune e si aggrava con l'uso cronico, accompagnato da riduzione dello sforzo, elaborazione più lenta e compromissione dello stato di attenzione. L'uso a lungo termine e in età precoce è comunemente associato a deficit neurocognitivi, supportati da studi di neuroimaging che mostrano una riduzione del volume e della densità dell'ippocampo.

Valutazione dell’efficacia, dei modelli di utilizzo e dell’impatto sulla cognizione
Anche se l’efficacia della cannabis nel sollievo dal dolore è promettente, gli interrogativi sui modelli di utilizzo e sull'efficacia meritano ulteriori indagini, hanno premesso gli autori. Obiettivo di questo studio era valutare i modelli di utilizzo a lungo termine della cannabis, l'efficacia percepita e il suo impatto sulla cognizione in pazienti con dolore muscoloscheletrico cronico non oncologico.

Lo studio prospettico ha incluso pazienti certificati per l’assunzione di cannabis terapeutica tra ottobre 2022 e dicembre 2024, monitorarti per almeno un anno per ottenere 129 soggetti idonei per l’analisi. I partecipanti hanno compilato il questionario Inventory of Medical Cannabis Use (IMCU) che valutava i modelli di utilizzo, la conoscenza del dosaggio, l'efficacia, gli effetti cognitivi e le variazioni di tolleranza.

Efficace sollievo dal dolore con un impatto cognitivo marginale
Un totale del 77,5% dei pazienti ha riferito di utilizzare la cannabis terapeutica quotidianamente o quasi, prevalentemente (63,6%) in formulazioni topiche (oli) oppure in forma di fumo e vaporizzazione. La maggior parte ha iniziato a ricorrere alla cannabis dopo che i trattamenti convenzionali non erano riusciti a fornire un sollievo adeguato, spesso in casi in cui il dolore era particolarmente intenso o persistente. Circa la metà degli intervistati non era certa del proprio dosaggio esatto di tetraidrocannabinolo/cannabidiolo (THC/CBD), con una dose orale mediana di 10 mg registrata tra quanti hanno fornito delle stime.

Sono stati segnalati alti livelli di efficacia percepita, con oltre il 93% degli intervistati che concordava o era fortemente d'accordo sul fatto che la cannabis terapeutica avesse migliorato i sintomi primari. Gli effetti cognitivi e motori sono stati minimi per la maggior parte degli utilizzatori, senza nessun impatto segnalato dal 72,1% dei soggetti. Il 79,8% degli intervistati ha inoltre indicato modelli di utilizzo stabili nei tre mesi precedenti e pochissimi hanno segnalato la necessità di ridurre l'assunzione della sostanza.

«Oltre l'80% dei pazienti che si sono rivolti alla cannabis terapeutica l'ha trovata efficace nella gestione del dolore. Molti partecipanti hanno anche notato miglioramenti nei sintomi associati, come disturbi del sonno e ansia, suggerendo che la cannabis potrebbe offrire una gamma più ampia di sollievo rispetto ai soli antidolorifici convenzionali» ha affermato il primo autore Mohammad Khak, ricercatore presso la Rothman Institute Foundation for Opioid Research & Education di Philadelphia, Pennsylvania.

«Questo suggerisce la possibilità che la cannabis possa rappresentare un'alternativa più sicura o un complemento agli approcci standard per la gestione del dolore, contribuendo potenzialmente ad affrontare l'attuale crisi degli oppioidi» ha osservato Ari Greis, autore senior dello studio e membro del consiglio di amministrazione della Rothman Institute Foundation for Opioid Research & Education, nonché professore associato di Chirurgia Ortopedica presso la Drexel University College of Medicine.

Lo studio ha anche affrontato le preoccupazioni relative agli effetti cognitivi dell'uso prolungato di cannabis. Anche se alcuni partecipanti hanno riportato lievi effetti collaterali come secchezza delle fauci e affaticamento, la maggior parte non ha manifestato un significativo deterioramento cognitivo. Questa scoperta suggerisce che, per molti pazienti, la cannabis terapeutica può essere integrata nella gestione del dolore cronico senza rischi sostanziali per la salute cognitiva.

«L'uso a lungo termine di cannabis terapeutica è un'opzione stabile e ben tollerata per la gestione del dolore muscoloscheletrico cronico, con un'elevata efficacia riferita dai pazienti e un impatto cognitivo minimo. Questi risultati supportano il suo ruolo nella gestione del dolore, evidenziando al contempo la necessità di ulteriori ricerche sul dosaggio ottimale e sulla sicurezza a lungo termine» hanno concluso gli autori.

Hanno sottolineato che, anche se questi esiti riferiti dai pazienti sono incoraggianti, sono necessari studi clinici più ampi e rigorosi per stabilire appieno l'efficacia e la sicurezza della cannabis terapeutica per il dolore muscoloscheletrico cronico. Auspicano inoltre una migliore formazione dei medici e la realizzazione di linee guida normative più chiare a supporto dell'uso sicuro ed efficace della cannabis nella gestione del dolore.

Referenze

Khak M et al. (May 14, 2025) Patterns, Efficacy, and Cognitive Effects of Medical Cannabis Use in Chronic Musculoskeletal Pain Patients. Cureus 17(5): e84102.

Leggi

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo:


Altri articoli della sezione Dolore

Fine vita, la legge della maggioranza tra limiti e garanzie: cure palliative obbligatorie, Comitato di controllo e niente SSN per le procedure

Fine vita, la legge della maggioranza tra limiti e garanzie: cure palliative obbligatorie, Comita...

Bloccanti dei canali del sodio per il dolore: nuove opportunità dopo il successo di suzetrigina

Bloccanti dei canali del sodio per il dolore: nuove opportunità dopo il successo di suzetrigina

Chirurgia ambulatoriale: remifentanil a basso dosaggio non induce iperalgesia oppioide rilevante

Chirurgia ambulatoriale: remifentanil a basso dosaggio non induce iperalgesia oppioide rilevante

Terapia oppioide a lungo termine: quasi la metà degli anziani subisce una riduzione, spesso troppo rapida

Terapia oppioide a lungo termine: quasi la metà degli anziani subisce una riduzione, spesso tropp...

Crisi dolorose nel cancro in fase avanzata, senza gli oppioidi il dolore si intensifica 

Crisi dolorose nel cancro in fase avanzata, senza gli oppioidi il dolore si intensifica 

Lombalgia: sollievo rapido dal dolore e senza effetti collaterali con lo spray nasale al tapentadolo

Lombalgia: sollievo rapido dal dolore e senza effetti collaterali con lo spray nasale al tapentad...