Scansioni cerebrali di pazienti con fibromialgia hanno mostrato che essi elaborati stimoli non dolorosi, come il suono e il tatto, in modo diverso rispetto a quanto che avviane nel cervello di persone senza la malattia. Questo potrebbe spiegare perché i pazienti si lamentano spesso di ipersensibilità alle sensazioni nella vita quotidiana come hanno precisato gli autori nell’articolo pubblicato su Arthritis & Rheumatism.

La fibromialgia (FM) è una malattia caratterizzata da dolore cronico e risposte eccessive a eventi nocivi acuti. Tuttavia, i sistemi sensoriali colpiti nella FM possono estendersi oltre il dolore stesso, ad esempio i pazienti con FM presentano una ridotta tolleranza alla stimolazione sensoriale non-nocicettiva. Caratterizzare i substrati neurali di ipersensibilità multisensoriale nella fibromialgia può quindi fornire importanti indizi circa la fisiopatologia della malattia.
Lo scopo di questo studio è stato quello di caratterizzare le risposte del cervello a stimoli sensoriali non-nocicettivo in pazienti con FM e la relazione soggettiva di sensibilità sensoriale e la gravità clinica del dolore

Lo studio ha coinvolto 35 pazienti con fibromialgia e 25 partecipanti di controllo reclutati a Barcellona, Spagna. Tutti i partecipanti erano donne e destrimano, e con vista e udito normali come dimostrato da un esame neurologico. Le pazienti soddisfavano i criteri del 1990 dell'American College of Rheumatology per la fibromialgia e avevano una durata media di malattia di 7 anni.

Le pazienti sono state invitate a continuare qualsiasi trattamento medico che già seguivano, ma di evitare analgesici di salvataggio per 72 ore prima di sottoporsi all’imaging.

I ricercatori hanno escluso i partecipanti di controllo con dolore cronico o acuto, abuso di sostanze, o una storia di malattia psichiatrica o di altri disturbi rilevanti.
La Dr.ssa López-Solà Marina López-Solà, del Dipartimento di Psicologia e Neuroscienze presso l'Università del Colorado, Boulder,ha dichiarato:  "Quello che volevamo sapere è se effettivamente c'è qualcosa nel cervello che possa spiegare questi sentimenti in risposta alla stimolazione non dolorosa, generalmente”.
Lo studio  ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale per dimostrare che i pazienti con fibromialgia processano le sensazioni visive, uditive, tattili con una ridotta attività cerebrale nelle aree di elaborazione sensoriali primarie, combinate con una maggiore attività nelle aree di integrazione sensoriale quali l'insula, rispetto agli individui senza fibromialgia.

I pazienti hanno valutato il dolore spontaneo come più forte (media, 71.29 ± 15.87) rispetto al gruppo di controllo (tutto il dolore viene considerato 0) e inoltre hanno mostrato maggiore sensibilità soggettiva alle sensazioni visive (21.51 vs 11.56, p<0.0001), uditive (16.89 vs 5.16; p<0.0001) e tattili (18.80 vs 11.81, p <0.0001). Tali misure di ipersensibilità correlano fortemente con sintomi clinici.

Durante l’imaging, i partecipanti hanno sperimentato 4 cicli di periodi di 30 secondi di riposo alternati con l'attivazione sensoriale. L'attivazione sensoriale comprendeva 3 cose contemporaneamente: uno schema a scacchiera lampeggiante, uno stimolo uditivo, con segnali acustici in un disegno imprevedibile, e come stimolo tattile i pazienti sono stati invitati a toccare il pollice con ogni dito. Dr. López-Solà ha descritto come tutte e 3 queste cose siano sensazioni che la maggior parte delle persone considererebbe un po’ “sgradevoli”.

La Dr.ssa López-Solà ha inoltre aggiunro: "L'alterazione di cui siamo rimasti molto sorpresi riguarda un’iporisposta nei processi di elaborazione uditiva primaria e di elaborazione visiva”. I pazienti hanno mostrato una ridotta attivazione nella corteccia uditiva primaria e secondaria, delle medio circonvoluzioni temporali, dell’ ippocampo, gangli ventrali basali, e in BA17 e in parte di BA18 nelle circonvoluzioni occipitali inferiori.

I pazienti hanno anche mostrato una maggiore elaborazione dei processi nell’insula destra fino agli opercoli e nella parte anteriore del giro linguale contigui con il giro paraippocampale. Come hanno descritto gli stessi autori: "Il cervello sembra ipoprocessare ad un primo livello di base di elaborazione corticale, amplificando poi il segnale ad un livello successivo"

La Dr.ssa López-Solà ritiene che queste anomalie di elaborazione possano spiegare perché i pazienti a volte evitano certe sensazioni; per esempio, indossando occhiali da sole in casa o l’evitare attività sociali come semplici conversazioni più forti.

Riconoscendo il collegamento tra il dolore e l’ipersensibilità, questo può aiutare i clinici a valutare meglio i sintomi in un paziente sembra  "lamentarsi praticamente di tutto." Si ipotizza che i trattamenti sensoriali come vibrazioni al corpo intero o anche il Tai Chi, che ha dimostrato una certa efficacia in pazienti con fibromialgia, possono aiutare i pazienti a regolare il modo in cui elaborare le sensazioni e forse alleviare il dolore.

La Dr.ssa Jennifer Glass, del Research Center for Group Dynamics dell’Università del Michigan, ha commentato: Questo studio, aggiunge più peso al fatto che ci sia un qualche tipo di disturbo molto reale nelle persone con fibromialgia che è più un problema del sistema nervoso centrale piuttosto che qualcosa di dolore periferico.”

Tuttavia, la dr.ssa Glass, che non era coinvolta nello studio, sottolinea che il numero di partecipanti anche se grande per uno studio di neuroimaging  è abbastanza piccolo per meritare cautela nel generalizzare questi risultati a tutte le persone con fibromialgia.
Ulteriori studi di dimensioni maggiori potranno confermare questi importanti risultati.

Emilia Vaccaro

López-Solà M. et al. Altered fMRI responses to non-painful sensory stimulation in fibromyalgia patients. Arthritis Rheumatol. 2014 Sep 15.

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