Il trattamento con metadone per la dipendenza da oppioidi è vietato nella maggior parte delle carceri statunitensi dove molti detenuti sono costretti a interrompere la terapia e sopportare i sintomi dolorosi dell’astinenza. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Substance Abuse Treatment evidenzia le conseguenze della politica di ritiro obbligatorio del metadone fra i detenuti.

Secondo lo studio, quasi la metà dei detenuti dipendenti da oppioidi a cui era stato sospeso il metadone rinuncia a cercare una terapia a base del farmaco una volta usciti dal carcere.

“I detenuti sono a conoscenza del fatto che una volta entrati in carcere non potranno più fare uso di metadone e saranno costretti, se nuovamente arrestati, a sopportare di nuovo le conseguenze dolorose dell’interruzione della terapia. Molti soggetti hanno inoltre dichiarato che avrebbero preferito interrompere il consumo di eroina, piuttosto che di metadone, perché i sintomi dell’astinenza sono peggiori con quest’ultimo”, spiegano i ricercatori.

Negli ultimi quarant’anni, il metadone è stato il trattamento di prima scelta della dipendenza da oppioidi, inclusa l’eroina ed è stato incluso nella lista dei “farmaci essenziali” dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Questi farmaci, dovrebbero essere messi a disposizione dei pazienti dai sistemi sanitari in qualsiasi momento e condizione. Il metadone riduce i sintomi dell’astinenza e gli effetti euforici degli oppioidi illeciti. Inoltre, la terapia con metadone ha avuto effetti anche sulla riduzione della criminalità, della trasmissione di malattia infettive come Hiv ed epatite e ha ridotto le morti per overdose.

Comunque, negli Stati Uniti, una percentuale significativa di persone dipendenti dagli oppioidi non sono in terapia con metadone. La maggior parte dei pazienti, spiegano gli autori, interrompe prematuramente il trattamento, spesso entro un anno dall’inizio della terapia.

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato 205 detenuti in terapia con metadone nelle carceri Rhode Island e Massachusetts, stati in cui è vietato l’uso del farmaco. Quasi la metà dei soggetti analizzati ha riferito di essere preoccupato per la sospensione della terapia.

"Se altri farmaci, come la terapia insulinica, fossero vietati nelle carceri, l’attenzione sarebbe maggiore. L’interruzione della terapia di mantenimento con metadone nei detenuti resta un problema grave ancora poco discusso”, spiegano i ricercatori.

“Dovremmo esaminare l’impatto della detenzione stessa sulla salute pubblica e sulla sicurezza della popolazione e adattare le nostre politiche in modo più adeguato. Il metadone è un farmaco che ha dimostrato di migliorare la salute e la sicurezza pubblica, ma ancora viene vietato nelle carceri. E’ necessario rivalutare il suo consumo fra i detenuti”, concludono gli esperti.

Jeannia J. Fu et al., Forced withdrawal from methadone maintenance therapy in criminal justice settings: A critical treatment
barrier in the United States, Journal of Substance Abuse Treatment Vol. 44, Issue 5, Pages 502-505

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