Secondo uno studio australiano recentemente pubblicato online ahead-of-print sulla rivista Annals of Rheumatic Diseases, un deficit moderato di vitamina D sarebbe in grado di predire, in modo indipendente, l’incidenza o il peggioramento di dolore articolare al ginocchio a 5 anni e, probabilmente, di quello all’anca a 2,4 anni. Tale risultato suffragherebbe, pertanto, l’utilità della supplementazione nelle persone anziane in quanto la correzione del deficit vitaminico potrebbe attenuare le conseguenze del dolore al ginocchio e all’anca.

“La vitamina D ha funzioni vitali in fisiologia: un deficit forte di questa vitamina è associato a rachitismo e osteomalacia – si legge nell’introduzione al lavoro – ma anche deficit meno marcati possono essere indice di cattive condizioni di salute.”
Deficit di vitamina D sono comuni nelle persone affette da dolore osseo e muscolare diffuso e alcuni studi hanno dimostrato l’esistenza di un gradiente latitudinale per il dolore articolare, a suggerire un ruolo per i fattori climatici quali la vitamina D prodotta mediante esposizione solare e un’associazione tra bassi livelli di vitamina D nel sangue (25-OHD) e il dolore all’anca.

La presenza di risultati contraddittori sul ruolo della supplementazione di vitamina D e il dolore muscolo-scheletrico ha spinto gli autori del nuovo studio ad approfondire il problema, mettendo a punto uno studio osservazionale avente lo scopo di valutare se i livelli di vitamina D potessero essere in qualche modo predittivi di dolore al ginocchio o all’anca in soggetti anziani.

A tal scopo, prendendo come riferimento la popolazione già reclutata nel The Tasmanian Older Adult Cohort (TasOAC) study, uno studio di coorte di popolazione che si proponeva di identificare i fattori connessi con lo sviluppo e la progressione dell’osteoartrite e dell’osteoporosi in soggetti adulti anziani, hanno selezionato 769 soggetti adulti residenti in strutture assistenziali protette, di età compresa tra i 50 e gli 80 anni (età media 62 anni), metà dei quali di sesso maschile.

I livelli ematici di 25-OHD sono stati valutati al basale mediante saggio radioimmunologico, mentre l’intensità di dolore percepito è stata valutata sia all’inizio dello studio che dopo, rispettivamente, 2,6 e 5 anni, mediante punteggio ottenuto rispondendo ad un questionario validato WOMAC (Western Ontario and McMaster University Osteoarthritis Index).

Si è fatto impiego, inoltre, dell’analisi di regressione lineare per correggere i dati ottenuti sull’associazione tra i livelli di 25-OHD e la predittività del dolore al ginocchio e all’anca in base all’età, al sesso, all’indice di massa corporea e alla stagione, nonché, successivamente, in base a meccanismi strutturali quali la documentazione radiografica di osteoartrite, la presenza di lesioni del midollo osseo e la forza muscolare.

Il punteggio medio  WOMAC espressione del dolore al ginocchio era pari a 3,2 (range 0-39), mentre è stato osservato che il 4,2% dei soggetti reclutati nello studio osservazionale presentava deficit moderato di vitamina D al basale (25-OHD= 12,,5-25 nmol/l).

Lo studio ha dimostrato che livelli di 25-OHD <25 nmol/l erano predittivi di una variazione del dolore a carico del ginocchio a 5 anni (usando il punteggio WOMAC) e risultati di entità simile sono stati ottenuti a 2,4 anni per il dolore all’anca.
Tale predittività, inoltre, non dipendeva da fattori demografici, antropometrici e strutturali.

Nel commentare i risultati dello studio, gli autori hanno ricordato l’esistenza di un continuo dibattito sui livelli di vitamina D da considerare per definire la condizione di deficit vitaminico moderato: ”Alcuni autori (tra i quali noi) considerano il valore di 25 nmol/l come valore soglia per definire la condizione di deficit vitaminico moderato; altri, invece, considerano come valore soglia quello pari a 30 nmol/l.
Nel nostro campione – continuano gli autori – l’incremento del valore di cut-off a 30 nmol/l ha parzialmente inficiato la predittività del dolore al ginocchio, mentre è scomparsa l’associazione tra i livelli di 25-OHD e l’incidenza/peggioramento del dolore all’anca, a suggerire la maggiore appropriatezza di impiego del valore di cut-off di 25 nmol/l”.

Lo studio inoltre, per ammissione degli stessi autori, presentava alcune limitazioni, la più importante delle quali era rappresentata dalla sua natura osservazionale.
“Per questa ragione – concludono – è necessario condurre studi prospettici di intervento per valutare se la supplementazione di vitamina D sia efficace nel prevenire e ridurre l’intensità del dolore articolare, specialmente per livelli ematici più bassi di 25-OHD”.

Laslett LL et al. Moderate vitamin D deficiency is associated with changes in knee and hip pain in older adults: a 5-year longitudinal study. ARD Online First, published on April 17, 2013 as 10.1136/annrheumdis-2012-202831.
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