L’impiego di un regime terapeutico basato su una lenta e costante riduzione della dose di oppioidi impiegata risulta essere efficace nei pazienti affetti da dolore cronico e sottoposti, di norma, al trattamento con oppoidi a dose elevate, con benefici sia in termini di riduzione del dolore che della depressione.
Ad affermarlo è uno studio USA presentato nell’edizione annuale di PainWeek, recentemente conclusasi a Las Vegas, condotto nell’ambito del Kaiser Permanente Greater Southern Alameda Area (GSAA) Chronic Pain Program (CPP).
Negli ultimi due decenni, l’esplosione dell’impiego di oppioidi nel dolore cronico non oncologico ha portato alla ribalta il problema delle pratiche relative alla loro prescrizione appropriata e sulla sicurezza d’impiego da parte dei pazienti (e dei soggetti potenzialmente a rischio di abuso) con frequenti pronunciamenti a riguardo da parte delle autorità regolatorie USA.
“I dati disponibili suggeriscono come centinaia di migliaia di pazienti negli USA siano sottoposti a dosaggi elevate di oppioidi il cui impiego non appropriato potrebbe essere potenzialmente pericoloso – si legge nell’introduzione dell’abstract presentato dagli autori al meeting. – E’ possibile, infatti, che i medici prescrivano ai loro pazienti questi farmaci per alcuni anni, non escludendo, di norma, un incremento delle dosi di impiego in ragione del manifestarsi di fenomeni di tolleranza al trattamento come causa di questa pratica”.
In ragione dell’evidenza limitata in letteratura a supporto dell’impiego di dosi elevate di oppioidi nella gestione del dolore cronico e dell’assenza, in pratica, di linee guida cliniche per accompagnare il processo della riduzione del dosaggio di oppioidi, soprattutto nei pazienti già sottoposti a dosaggio elevato, è stato allestito questo studio, avente l’obiettivo primario di colmare questo gap. Il secondo obiettivo primario, invece, era quello di valutare gli outcomes dolore, depressione e Qualità della Vita dopo riduzione della dose di oppioidi.
A tal scopo, sono state passate in rassegna le cartelle cliniche di pazienti che avevano aderito al programma CPP da dicembre 2009 a maggio 2011. Il risultato della ricerca retrospettiva ha portato all’inclusione nello studio di 16 pazienti, in prevalenza di sesso femminile (81%), di età compresa tra 18 e 75 anni, con una diagnosi posta di dolore cronico ed un punteggio medio relativo all’intensità di dolore uguale o superiore a 6. I pazienti, che avevano accettato di aderire al programma di riduzione della dose di oppioidi, erano inizialmente in trattamento con questi farmaci a dosaggi elevati, definiti in base al raggiungimento o superamento della soglia di 300 mg di equivalenti orali di morfina su base giornaliera.
Dolore lombare, al collo e da emicrania rappresentavano le diagnosi maggiormente frequenti nei pazienti reclutati nello studio.
Applicando le nuove linee guida di riduzione della dose di oppioidi, i pazienti in trattamento iniziale con dosi elevate erano sottoposti ad una riduzione media della dose di circa il 10% ogni 5-10 giorni fino al raggiungimento di una riduzione del dosaggio iniziale al 60%. Dopo nuova valutazione dei pazienti, le dosi dei pazienti sono state ulteriormente ridotte di un altro 10%.
I risultati hanno mostrato, dopo circa 17 settimane, una riduzione significativa dell’impiego di equivalenti giornalieri di morfina, da una media di 945 mg a 275 mg (P<0,001).
Con trend analogo, i punteggi medi legati all’intensità di dolore riferita dai pazienti sono scesi da 7,2 a 4,9 (P<0,001), e quelli relativi alla depressione sono migliorati anch’essi, passando da 13,5 a 9,5 (P<0,01).
Lo studio non ha rilevato, dopo riduzione del dosaggio di oppioidi differenze significative in merito ad alcuni aspetti della Qualità di Vita come l’umore, la deambulazione, la vita lavorativa e quella di relazione, mentre, al contrario, è stata documentata una riduzione significativa dell’interferenza (negativa) del dolore sullo svolgimento delle normali attività quotidiane (P<0,05).
I sintomi da sospensione del trattamento si sono modificati ma non erano di intensità severa: tre pazienti su 16 hanno manifestato sintomi da sospensione non dovuti ad oppioidi nel corso della riduzione del dosaggio di questi farmaci, 6 pazienti hanno manifestato sintomatologia da sospensione del trattamento una sola volta e 7 pazienti più di una volta nel corso della riduzione del dosaggio di oppioidi.
Tra i sintomi da sospensione di più frequente riscontro vi sono stati ansia, crampi muscolari o spasmi, sudorazione e brividi.
Nel commentare i risultati dello studio, il dr. Kalra ha dichiarato che le linee guida presentate sono già state adottate dalla Chronic Pain Clinic in quanto sono state di aiuto nel ridurre il numero di pazienti sottoposti a dosi elevate di oppioidi, ed hanno determinato un miglioramento degli outcomes di questi pazienti.
“In conclusione – aggiunge – lo studio ha illustrato i benefici derivanti dalla riduzione dell’impiego di oppioidi nei pazienti con dolore non controllato e sottolinea la necessità di studiare opzioni alternative di trattamento per i pazienti affetti da dolore cronico”.
PAINWeek 2013. Abstract 45. Presented September 5, 2013.
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