Per anni la ricerca clinica ha documentato l’esistenza di un legame tra il fumo e l’incremento del rischio di lombalgia e discopatia. Un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Bone and Joint Surgery ha anche dimostrato che i fumatori che soffrono di queste patologie sperimentano un’intensità di dolore che è superiore ai pazienti affetti dalla stessa patologia non più fumatori.
Le lombalgie e le discopatie rappresentano un evento talmente comune nella vita di un individuo che, quasi nel 99%, si è dovuti ricorrere nel corso della vita alle cure di un medico per lenire le sofferenze provocate dal dolore ad esse associato. L’impatto socioeconomico di queste condizioni è devastante sia in termini di costi sanitari che di perdita di produttività lavorativa.
Il fumo, come è noto, è un fattore di rischio modificabile per i disturbi associati a dolore cronico. Tuttavia la relazione esistente tra fumo e dolore è complessa e controversa. In primo luogo i pazienti considerati potrebbero essere nuovamente esposti, o assuefatti al fumo o essere stati in passato dei fumatori incalliti. Inoltre, il dolore acuto e quello cronico potrebbero essere differentemente associati al fumo di sigaretta. E’ noto come la nicotina, il componente principale del fumo di tabacco, mostri proprietà analgesiche in modelli animali sperimentali e che tale effetto sia documentato anche in alcuni studi sull’uomo, dipendendo dal tempo di esposizione.
Tale scoperta è in apparente contrasto con i risultati provenienti da alcuni studi clinici che documentano come i fumatori siano a maggior rischio di andare incontro a dolore cronico e ad un’esacerbazione della sintomatologia dolorosa e confliggono, inoltre, con i risultati di ampi studi epidemiologici che hanno documentato con certezza l’esistenza di una correlazione tra il fumo e l’insorgenza di discopatie.
Scopo dello studio, pertanto, è stato quello di esaminare in 5300 pazienti la relazione esistente tra lo status di fumatore del paziente, la cessazione del fumo, e l’autovalutazione da parte del paziente del dolore percepito e della disabilità durante trattamento per dolore assiale o radicolare associato a patologia a carico della colonna, trattata chirurgicamente o non chirurgicamente da più di otto mesi.
E’ stato esaminato anche il ruolo di alcuni fattori confondenti (sesso, età, indice di massa corporea) sulla forza della correlazione sopracitata, mentre un’analisi statistica multivariata ha esaminato il ruolo dello status di fumatore, del sesso, della presenza di comorbidità depressiva e dell’età come fattori predittori di dolore e disabilità.
Considerando l’intensità del dolore percepito mediante scala VAS, è stato osservato che i pazienti fumatori durante il periodo di osservazione sperimentavano un punteggio peggiore rispetto ai pazienti che non avevano mai fumato (p < 0,001). Il miglioramento del dolore percepito era statisticamente significativo non solo nei non fumatori rispetto ai fumatori ma anche per quelli che avevano smesso di fumare durante il follow-up rispetto ai fumatori.
Lo studio ha anche dimostrato come il gruppo di pazienti che continuava a fumare durante il follow-up non sperimentasse un miglioramento clinicamente significativo della percezione dolorosa e come invece, utilizzando l’Oswertry Disability Index (la misura di outcome di maggior impiego per la valutazione del dolore lombare), si osservasse una minore disabilità nei pazienti che non avevano mai fumato rispetto ai fumatori incalliti.
“Gli studi clinici hanno documentato come un numero esiguo di pazienti che vanno incontro a trattamenti per il dolore cronico smetta di fumare – scrivono gli autori nelle conclusioni dello studio. – Il tasso di cessazione dell’abitudine al fumo è risultato essere pari solo al 22% nel nostro studio, mentre nel trattamento dei disturbi a carico della colonna necessitanti di ricorso alla chirurgia, è stato osservato come più del 36% dei pazienti sia in grado di smettere di fumare se sostenuto con adeguati programmi di disassuefazione al fumo.”
Lo studio, pertanto, supporta la necessità di attuare programmi opportuni di disassuefazione al fumo nei pazienti affetti da dolore assiale e radicolare per problemi a carico della colonna, data la forte associazione esistente tra il miglioramento del dolore percepito dal paziente e la cessazione del fumo di sigaretta.
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Behrend C, Prasarn M, Coyne E, et al. Smoking Cessation Related to Improved Patient-Reported Pain Scores Following Spinal Care. J Bone Joint Surg Am. 2012;94:2161-6
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