La Commissione Europea (CE) ha approvato voretigene neparvovec, una terapia genica una tantum per il trattamento di pazienti con perdita della vista causata da una mutazione genetica in entrambe le copie del gene RPE65 e in possesso di una conta sufficiente di cellule retiniche vitali. L'autorizzazione è valida in tutti i 28 Stati Membri della UE, oltre a Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
Approvata in Europa la terapia genica una tantum voretigene neparvovec per alcune malattie retiniche ereditarie rare
La Commissione Europea (CE) ha approvato voretigene neparvovec, una terapia genica una tantum per il trattamento di pazienti con perdita della vista causata da una mutazione genetica in entrambe le copie del gene RPE65 e in possesso di una conta sufficiente di cellule retiniche vitali.
L’autorizzazione è valida in tutti i 28 Stati Membri della UE, oltre a Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Voretigene neparvovec, che sarà disponibile con il marchio Luxturna, è stato sviluppato da Spark Therapeutics, che lo commercializza negli Stati Uniti.
Le persone nate con mutazioni in entrambe le copie del gene RPE65 possono andare incontro a una perdita quasi totale della vista sin dalla tenera età, con la maggior parte dei pazienti che progredisce fino alla cecità totale. Le ricerche dimostrano che nei bambini la compromissione della vista e la cecità spesso causano isolamento sociale, stress emotivo, perdita di indipendenza o rischi quali cadute e lesioni. La copia funzionante del gene RPE65 fornita da voretigene neparvovec ha il potenziale per ripristinare la visione e migliorare la vista nei bambini e negli adulti con una conta sufficiente di cellule retiniche vitali3.
«Quella di oggi è un’approvazione importante per i pazienti, considerata l’assenza di una qualsiasi opzione terapeutica», ha dichiarato Christina Faesser, presidente di Retina International, un’organizzazione comprendente oltre 43 Associazioni di pazienti che promuovono in tutto il mondo la ricerca per malattie retiniche degenerative ereditarie. «L’accesso a questo trattamento ha il potenziale per ridurre il notevole onere fisico, emotivo ed economico che questa malattia ha sui pazienti e sulle loro famiglie».
«Come medico che ha assistito per oltre 20 anni i pazienti con una malattia retinica ereditaria e le loro famiglie, conosco il profondo impatto che la cecità può avere sulla qualità della vita. Praticare la medicina in un’epoca in cui possiamo offrire alternative terapeutiche ai bambini e agli adulti che affrontano la cecità, è di grande soddisfazione», ha affermato il Bart Leroy, oftalmologo del Children’s Hospital of Philadelphia. «Dopo oltre 20 anni di ricerca sulla terapia genica, finalmente si è aperto un futuro promettente per il trattamento dei rari disturbi genetici dell’occhio».
«L’approvazione europea della terapia genica una tantum voretigene neparvovec segna una svolta decisiva nell’evoluzione della medicina, e può fornire un reale valore ai pazienti, alle loro famiglie e alla società in generale», ha affermato Paul Hudson, CEO di Novartis. «Novartis è impegnata a collaborare con pazienti, caregiver, sistemi sanitari e medici al fine di rendere disponibile ai pazienti con mutazione del gene RPE65 l’accesso a questa terapia genica, che riteniamo abbia il potenziale per aiutare a ripristinare la vista e migliorare la visione nei bambini e negli adulti che attualmente sono privi di opzioni terapeutiche».
La decisione di oggi si basa su un parere positivo del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP, Committee for Medicinal Products for Human Use), che ha esaminato i dati di uno studio clinico di fase I, il relativo studio di follow-up e il primo trial di fase III randomizzato e controllato, condotto con una terapia genica per una malattia ereditaria. Nel corso dello studio clinico di fase III, è stato registrato un miglioramento della vista già a 30 giorni dal trattamento.
Al primo anno, rispetto al gruppo di controllo, i pazienti trattati con voretigene neparvovec sono migliorati di 1.6 livelli di luce nel test di mobilità binoculare multi-luminanza (MLMT, multi-luminance mobility test), l’endpoint primario dello studio. La vista è migliorata di uno o più livelli di luce per il 90% dei pazienti trattati con voretigene neparvovec e il 65% dei pazienti è stato anche in grado di eseguire entro un anno il MLMT al livello di luce più basso (1 lux).
Le decisioni da parte degli organismi nazionali preposti al rimborso di voretigene neparvovec per i pazienti con perdita della visione dovuta a una mutazione in entrambe le copie del gene RPE65 sono previste per il 2019 e il 2020. Novartis collabora con tutte le parti interessate per fare in modo che, una volta disponibili le approvazioni delle Autorità Sanitarie nel 2019 e 2020, i pazienti idonei possano iniziare a beneficiare di questo trattamento il più rapidamente possibile. Sono in corso di valutazione diverse opzioni per l’accesso e il rimborso di questa terapia, al fine di fornire il maggior sostegno possibile sia ai pazienti che agli operatori sanitari.
La malattia retinica ereditaria associata a mutazione del gene RPE65
Le malattie ereditarie della retina sono un gruppo di rari disturbi della vista causati da oltre 250 diversi geni, che spesso colpiscono in modo sproporzionato bambini e giovani adulti. Le mutazioni in entrambe le copie del gene RPE65 sono presenti in circa una persona su 200.000.
Le mutazioni in entrambe le copie del gene RPE65 possono provocare la cecità. All’inizio della malattia i pazienti potrebbero soffrire di cecità notturna (nictalopia), perdita di sensibilità alla luce, perdita di visione periferica, perdita di nitidezza o chiarezza visiva, compromissione dell’adattamento al buio e ripetuti movimenti incontrollati dell’occhio (nistagmo). I pazienti con mutazioni in entrambe le copie del gene RPE65 potrebbero ricevere per esempio una diagnosi di Amaurosi Congenita di Leber o di Retinite Pigmentosa. Per confermare che la perdita della vista è causata da mutazioni nel gene RPE653 è necessario effettuare un test genetico.
Il test di mobilità multi-luminanza (MLMT)
Il test MLMT è stato concepito per misurare le variazioni della visione funzionale valutate in base alla capacità di un paziente di superare un percorso in modo accurato e a una velocità ragionevole a sette differenti livelli di illuminazione, che vanno da 400 lux (corrispondenti a un ufficio illuminato) a 1 lux (corrispondente a una notte d’estate senza luna).