Sorprendendo un pò tutti, clinici ed analisti finanziari, MSD ha reso noto di aver deciso di ritirare la domanda di registrazione presentata qualche mese fa all’Agenzia europea per i medicinali relativa all’impiego di pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia quale prima linea di trattamento nel tumore del polmone metastatico.

La combinazione del farmaco con la chemioterapia è stata approvata dall’Fda lo scorso mese di maggio per i pazienti affetti da tumore polmonare, qualunque sia la loro espressione di PD-L1, facendo di pembrolizumab l’unico immunoterapico approvato per questa indicazione, dove nivolumab e durvalumab hanno finora fallito.

Negli Usa, il farmaco è approvato anche in monoterapia per il carcinoma polmonare metastatico (NSCLC) nei pazienti la cui espressione di PD-L1 sia superiore al 50%. L’uso in monoterapia neI pazienti con carcinoma NSCLC localmente avanzato o metastatico è stato approvato anche dall’Ema, quello in associazione alla chemio ancora no.

Secondo i dati dello studio Keynote-021 presentato poche settimane fa al congresso ESMO, che costituivano un aggiornamento di quelli presentati all’ASCO 2017, dopo 5 mesi aggiuntivi di follow-up gli sperimentatori hanno osservato un ulteriore miglioramento dell’ORR nel braccio trattato con la combinazione (56,7% contro 31,7%; differenza stimata: 25%; IC al 95% 7,2-40,9; P = 0,0029). Da notare che il pattern di risposta è risultato simile nei sottogruppi stratificati in base all’espressione di PD-L1.

MSD si è dichiarata fiduciosa nei dati clinici di questo studio “condotto rigorosamente, che ha dimostrato significativi miglioramenti nel tasso di risposta globale e nella sopravvivenza senza progressione per il regime di combinazione con pembrolizumab rispetto alla sola chemioterapia ".

Ma gli esperti del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Ema non erano evidentemente del tutto convinti circa la qualità dei dati presentati che si basavano sullo studio Keynote-021, un trial condotto su 123 pazienti. Le piccole dimensioni del campione studiato e il fatto che si trattasse di un trial di Fase II condotto in aperto hanno probabilmente condizionato il giudizio preliminare degli esperti europei inducendo l’azienda a ritirare il dossier.

Per confermare i risultati del Keynote-021, e a questo punto anche per ottenere l’approvazione europea, l’azienda sta completando uno studio molto simile ma condotto su più larga scala, il Keynote-189, i cui risultati sono attesi per l’inizio del 2019. MSD ha da poco emendato questo studio per includere anche i dati di sopravvivenza globale quale end point primario al fine di avere maggiore potere statistico su questo dato.

L’indicazione nel tumore del polmone è molto importante per pembrolizumab -e in generale per tutta la classe degli immunoterapici- in quanto le prescrizioni in questo setting (NSCLC) costituiscono attualmente il 55% del totale delle vendite del farmaco. L'indicazione in prima linea, con la chemio (solo in Usa) e senza la chemio (Usa ed Europa), per ora è prerogativa solo di pembrolizumab

A parte la notizia appena diffusa, in generale per pembrolizumab è un momento positivo in quanto negli ultimi mesi le vendite sono cresciute significativamente ($1,05 mld nell’ultimo trimestre) tanto da ridurre moltissimo la distanza rispetto al nivolumab, che inizialmente dominava la classe degli anti PD-L1 e anti PD-1. Per il 2022, Timothy Anderson, analista finanziario di Bernstein Research, prevede che il leader di mercato sia proprio il pembrolizumab ($9 mld di vendite) seguito da nivolumab ($7,7 mld). Più distanziati, ma pur sempre con vendite di rilievo, i farmaci di Roche, AstraZeneca e Pfizer.

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