Il Chmp dell'Emea ha dato parere positivo a un'estensione delle indicazioni d'uso di capecitabina (Xeloda, Roche), che comprenda anche il trattamento adiuvante del carcinoma del colon-retto in fase iniziale, in combinazione con oxaliplatino.
Attualmente, per quanto riguarda il colon, il chemioterapico è indicato per la terapia adiuvante nei pazienti sottoposti a chirurgia per un carcinoma di stadio III e per il trattamento del tumore metastatico.
La decisione del comitato di esperti dell'Emea si è basata sui risultati dello studio ranndomizzato di fase III NO16968 (XELOXA) uno dei più ampio trial eseguiti in questo setting, che ha dimostrato come i pazienti trattati con la combinazione di capecitabina e oxaliplatino (XELOX) dopo l'intervento chirurgico abbiano avuto una sopravvivenza libera da malattia (DFS) superiore rispetto a quelli trattati con la chemioterapia standard, cioè il regime 5-fluorouracile e leucovorina (5-FU/LV).
Lo studio XELOXA ha coinvolto 1.886 pazienti reclutati in 226 centri di 29 Paesi. Obiettivo primario del trial era verificare la superiorità del regime XELOX verso 5-FU/LV in termini di DFS a 3 anni. Ma i risultati sono andati al di là delle attese: lo studio a dimostrato infatti che il regime a base di capecitabina e oxaliplatino ha offerto un vantaggio consistente in questa direzione rispetto a quello standard non solo a 3 anni (71% contro 67%), ma anche a 4 (68,4% contro 62,3%) e a 5 (66% contro 60%).
Ema
Capecitabina adiuvante approvata nel ca del colon iniziale
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