Il Chmp dell’Ema ha dato parere positivo all’approvazione di decitabina per terapia della leucemia acuta mieloide (LAM), un tumore del sangue che si manifesta in genere nelle persone anziane. Se approvato in via definitiva dalla Commissione Europea, il farmaco potrà essere utilizzato in pazienti adulti (65 anni o più) cui sia stato diagnosticata de novo la malattia o nei quali essa sia secondaria e che non siano canditati alla chemioterapia di induzione standard.
La decitabina rappresenta il prototipo dei cosiddetti inibitori della metilazione (una categoria che comprende varie altre sostanze come la fluoro-citosina e la zebularina): questi composti infatti, una volta incorporati nel Dna , bloccano l'attività delle metiltrasferasi, favorendo quindi la formazione di DNA demetilato; ciò determina la riattivazione di geni prima resi silenti, quali spesso divengono, per cause varie, i geni onco-soppressori.
Il parere positivo del Chmp psi basa sui dati dello studio DACO-016, il più ampio mai condotto in pazienti con LAM. I dati del Trial-016 DACO hanno dimostrano un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza globale nei pazienti anziani con diagnosi de novo recente o secondaria di leucemia mieloide acuta (LAM) come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
L’analisi del protocollo specificato ha dimostrato un aumento statisticamente non significativa ma superiore al 50 per cento in sopravvivenza globale mediana nei pazienti trattati con decitabina (7,7 mesi per i pazienti decitabina (HR = 0,85, 95 per cento CI: 0,69, 1,04, p = 0108) rispetto ai 5,0 mesi per i pazienti nel braccio di confronto). Un’analisi aggiornata dei dati di sopravvivenza ha confermato questa forte tendenza per migliorare la sopravvivenza globale e ha fornito prove di efficacia clinicamente significativa (HR = 0,82, 95 per cento CI: 0,68, 0,99, p nominale = 0,037).
DACO-016 è stato condotto su 485 pazienti, diventando così il più grande studio fino ad oggi nei pazienti più anziani con LAM. E stata una fase III, randomizzato, in aperto processo in pazienti di nuova diagnosi = 65 anni di età con de novo o secondarie LAM e citogenetica povera o rischio intermedio.
I pazienti sono stati arruolati in 65 centri clinici a livello globale. Dei 485 pazienti, 242 sono stati randomizzati a decitabina e 243 a una terapia di supporto o citarabina a basse dosi.
La maggior parte dei pazienti trattati con decitabina hanno ricevuto una infusione di 1 ora, una volta al giorno per 5 giorni consecutivi ogni 4 settimane. I pazienti trattati con citarabina 20 mg/m2 per via sottocutanea una volta al giorno per 10 giorni consecutivi ogni 4 ° settimana la durata mediana del trattamento per i pazienti in decitabina braccio era di 4,4 mesi, rispetto ai 2,4 mesi nel gruppo citarabina.
La leucemia acuta mieloide (LAM) rappresenta il 30% di tutte le leucemie dell'adulto,con un'incidenza annuale in Europa pari a 2-4 casi su 100.000 abitanti. Può presentarsi a qualsiasi età ma la sua frequenza tende ad aumentare con il passare degli anni (13 casi su 100.000 abitanti nella popolazione con più di 65 anni). E' definita "secondaria" quando si manifesta in pazienti esposti a sostante chimiche cancerogene, sottoposti a chemioterapia e/o radioterapia per un altro tumore o quando è l'evoluzione di un'altra patologia del sangue nota come sindrome mielodisplastica.
Ema