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Fenilchetonuria: il Chmp raccomanda l'autorizzazione di sepiapterina per pazienti pediatrici e adulti

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Importanti novità per la comunità dei pazienti affetti da fenilchetonuria (PKU) arrivano dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema). Il Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) ha infatti espresso parere positivo per l’autorizzazione all’immissione in commercio di sepiapterina di PTC Therapeutics, raccomandandone l’approvazione per il trattamento della PKU in bambini e adulti, indipendentemente dalla gravità della malattia. La decisione finale da parte della Commissione Europea è attesa entro circa due mesi e sarà valida in tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea, oltre che in Islanda, Norvegia e Liechtenstein.

Secondo quanto comunicato dall’azienda statunitense, il lancio di sepiapterina in Europa è già in fase avanzata di pianificazione, con priorità assegnata a Germania e ad altri mercati strategici dove sarà possibile attivare subito programmi di accesso per pazienti selezionati. Parallelamente, il dossier di registrazione è al vaglio di altre autorità regolatorie, tra cui la Fda statunitense - con data target fissata al 29 luglio 2025 -, e gli enti regolatori di Giappone e Brasile.

Sepiapterina: meccanismo d’azione duale per la PKU
Sepiapterina rappresenta un’opzione terapeutica innovativa per la fenilchetonuria grazie a un duplice meccanismo d’azione. Formulato per via orale, il farmaco è un precursore di sintesi della tetraidrobiopterina (BH4), un cofattore essenziale per il funzionamento della fenilalanina idrossilasi (PAH). Una volta assorbita, la sepiapterina viene rapidamente convertita in BH4 a livello intracellulare, incrementando così l’attività dell’enzima PAH.

Oltre a questa funzione di precursore, sepiapterina esercita anche un effetto di tipo chaperonico sulla PAH, correggendo i difetti di ripiegamento della proteina e migliorandone ulteriormente la funzionalità. Grazie a questa azione combinata, il farmaco è in grado di ridurre efficacemente i livelli plasmatici di fenilalanina (Phe), aminoacido che nei pazienti con PKU si accumula in modo patologico, causando tossicità neurologica progressiva.

Le evidenze raccolte finora, sottolinea PTC Therapeutics, confermano non solo la capacità di sepiapterina di abbassare i livelli di Phe, ma anche di consentire una maggiore flessibilità nella dieta dei pazienti, compresi quelli con le forme più severe di malattia, migliorando così qualità di vita e aderenza terapeutica.

La fenilchetonuria: malattia rara ad alto impatto neurologico
La fenilchetonuria è una rara malattia metabolica ereditaria, determinata da una mutazione del gene che codifica per l’enzima fenilalanina idrossilasi, deputato alla metabolizzazione della fenilalanina, aminoacido essenziale presente in molte fonti proteiche alimentari. In assenza di un trattamento adeguato, i livelli plasmatici di Phe si accumulano a valori neurotossici, causando danni cerebrali irreversibili.

Nei neonati, la PKU non presenta sintomi evidenti alla nascita, ma il danno neurologico inizia nei primi mesi di vita, con esiti che includono disabilità intellettiva permanente, crisi epilettiche, ritardi nello sviluppo psicomotorio e disturbi comportamentali. L’unico modo per prevenire tali conseguenze è una diagnosi precoce, ottenuta mediante screening neonatale, seguita da una rigorosa dieta a bassissimo contenuto di Phe e, in alcuni casi, terapia farmacologica.

Secondo le stime attuali, circa 58.000 persone convivono con la fenilchetonuria a livello globale. Il trattamento tradizionale si basa principalmente sulla restrizione dietetica, che tuttavia comporta notevoli difficoltà di gestione e una pesante limitazione nella qualità della vita dei pazienti. Per questo motivo, l’introduzione di nuove opzioni terapeutiche, come sepiapterina, rappresenta un significativo progresso nel trattamento della malattia.

Prospettive future e sviluppo globale
Il parere favorevole del Chmp per sepiapterina si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le malattie metaboliche rare e conferma il valore della ricerca su approcci terapeutici in grado di agire sui meccanismi patogenetici alla base della PKU. L’approvazione definitiva da parte della Commissione Europea è prevista entro l’estate 2025 e, secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato di PTC Therapeutics, Matthew B. Klein, rappresenterà una nuova opportunità terapeutica per pazienti di tutte le età e livelli di gravità.

Nel frattempo, prosegue l’iter regolatorio negli Stati Uniti, dove la Fda ha fissato la data per il completamento della revisione alla fine di luglio 2025. In parallelo, sono attivi procedimenti di valutazione anche in altri mercati internazionali, tra cui Giappone e Brasile, a testimonianza dell’interesse globale per una molecola che potrebbe cambiare radicalmente la gestione clinica della PKU.

Se confermati i risultati ottenuti finora, sepiapterina potrebbe non solo migliorare il controllo biochimico della malattia, ma anche consentire ai pazienti una maggiore libertà alimentare e un miglioramento complessivo della qualità della vita, soprattutto per coloro che presentano le forme più severe e resistenti ai trattamenti tradizionali.

Bibliografia
Blau, Nenad, van Spronsen, Francjan J. e Levy, Harvey L. "Phenylketonuria." The Lancet 376, n. 9750 (2010): 1417-1427. leggi

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