Hodgkin avanzato: via libera europeo alla combinazione BrECADD con brentuximab vedotin
La Commissione Europea ha recentemente approvato brentuximab vedotin in associazione allo schema chemioterapico ECADD — comprendente etoposide, ciclofosfamide, doxorubicina, dacarbazina e desametasone — per il trattamento degli adulti con linfoma di Hodgkin appena diagnosticato in stadio IIb con fattori di rischio, stadio III e stadio IV. L’annuncio è arrivato a giugno 2025, a seguito della raccomandazione espressa ad aprile dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (Chmp) dell’Agenzia Europea per i Medicinali.
Brentuximab vedotin è un anticorpo coniugato che agisce legandosi alla proteina CD30, espressa sulle cellule del linfoma di Hodgkin classico, veicolando al loro interno un agente antimitotico, la monometil auristatina E (MMAE). Questo meccanismo permette di rilasciare il farmaco citotossico direttamente all’interno delle cellule tumorali, determinandone la morte e limitando il danno ai tessuti sani.
I dati dello studio HD21: superiorità in sopravvivenza libera da progressione
Il via libera regolatorio si basa sui risultati dello studio clinico di fase 3 HD21 (NCT02661503), condotto su oltre 1500 pazienti con linfoma di Hodgkin avanzato. La sperimentazione ha confrontato la combinazione BrECADD — costituita da brentuximab vedotin più ECADD — con il regime chemioterapico intensivo eBEACOPP, che include bleomicina, etoposide, doxorubicina, ciclofosfamide, vincristina, procarbazina e prednisone a dosi potenziate.
A quattro anni, il tasso di sopravvivenza libera da progressione (PFS) è risultato significativamente superiore nel gruppo trattato con BrECADD: 94,3% (IC 95%, 92,6%-96,1%) contro il 90,9% (IC 95%, 88,7%-93,1%) osservato con eBEACOPP. Il valore dell’ hazard ratio (HR) è stato pari a 0,66 (IC 95%, 0,45-0,97; p=0,035), a favore della combinazione sperimentale. Inoltre, questa superiorità è stata confermata in tutte le principali sottopopolazioni analizzate.
La sopravvivenza globale (OS) a quattro anni è risultata molto elevata in entrambi i gruppi: 98,6% (IC 95%, 97,7%-99,5%) con BrECADD e 98,2% (IC 95%, 97,2%-99,3%) con eBEACOPP, sottolineando come entrambi i regimi siano altamente efficaci, ma con un vantaggio clinico aggiuntivo in termini di PFS per la nuova combinazione.
Profili di sicurezza e qualità di vita a confronto
Uno degli obiettivi principali dello studio HD21 era valutare non solo l’efficacia, ma anche la tollerabilità dei trattamenti. La riduzione della tossicità, infatti, rappresenta una delle priorità nella terapia dei pazienti giovani con linfoma avanzato, per i quali le terapie ad alte dosi possono compromettere la qualità della vita a lungo termine.
I dati di sicurezza hanno mostrato un’incidenza significativamente inferiore di eventi di morbilità correlati al trattamento nel gruppo BrECADD rispetto a eBEACOPP: 42% contro 59% (rischio relativo 0,72; IC 95%, 0,65-0,80; p<0,0001). In particolare, le tossicità ematologiche si sono verificate nel 31% dei pazienti trattati con BrECADD, contro il 52% del gruppo eBEACOPP (p<0,0001).
Le infezioni di grado 3 o superiore sono state simili tra i due gruppi (20% con BrECADD e 19% con eBEACOPP), mentre la febbre neutropenica si è presentata nel 28% dei pazienti BrECADD rispetto al 21% del gruppo di confronto. Un anno dopo la conclusione del trattamento, il 96% dei pazienti trattati con BrECADD aveva completamente risolto o ridotto a grado 1 le tossicità, contro il 93% dei soggetti trattati con eBEACOPP.
Anche le riduzioni di dose sono risultate meno frequenti nel gruppo BrECADD. Quando necessarie, queste si sono verificate prevalentemente a causa di trombocitopenia (23%), mentre nel gruppo eBEACOPP il motivo principale è stato la leucopenia (34%).
Prospettive future e impatto clinico
Secondo gli autori dello studio, la combinazione BrECADD rappresenta una nuova opzione di trattamento frontline per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin avanzato, in grado di offrire una potenzialità curativa elevata, ma con un carico tossicologico più contenuto rispetto ai regimi intensivi finora utilizzati.
Come sottolineato da Peter Borchmann, direttore dello studio HD21 e oncologo presso l’Università di Colonia, il raggiungimento di un equilibrio tra efficacia terapeutica e riduzione della morbilità è oggi l’obiettivo principale nel trattamento di questa neoplasia. L’introduzione di brentuximab vedotin in prima linea potrebbe ridurre significativamente gli effetti collaterali a lungo termine senza compromettere i tassi di remissione.
Alla luce di questi risultati, il regime BrECADD potrebbe presto essere adottato come nuovo standard di cura per il linfoma di Hodgkin avanzato, contribuendo a migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità di vita dei pazienti.
Bibliografia
Borchmann, P., Ferdinandus, J., Schneider, G., Moccia, A., Greil, R., Hertzberg, M., et al. (2024). Assessing the efficacy and tolerability of PET-guided BrECADD versus eBEACOPP in advanced-stage, classical Hodgkin lymphoma (HD21): a randomised, multicentre, parallel, open-label, phase 3 trial. The Lancet, 404(10450), 341-352. doi:10.1016/S0140-6736(24)01315-1 leggi
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