Il prestigioso National Institute for Health and Clinical Excellence ha approvato l'impiego dell'antiaritmico dronedarone (Multaq) a carico del servizio sanitario britannico per la terapia della fibrillazione atriale. In particolare, l'agenzia britannica ne raccomanda l'impiego quale seconda linea di trattamento nel pazienti con fibrillazione atriale non permanente e in presenza di almeno un fattore di rischio cardiovascolare, quale diabete o ipertensione. Non si tratta ancora l'approvazione finale del Nice, prima della quale sono da espletare una serie di formalità, che è attesa per il mese di agosto.
Dronedarone blocca i canali del calcio, del potassio e del sodio, e ha anche effetti antiadrenergici. E' un derivato dell'amiodarone, che di tutti gli antiaritmici è quello più efficace nella FA. A differenza di quest'ultimo, non contiene iodio e non possiede quindi una buona parte degli effetti indesiderati evidenziati dallo stesso amiodarone, principalmente a livello della tiroide.
Si stima che in Europa la FA colpisca circa 4,5 milioni di persone mentre in Italia i malati sono circa 500mila, con 50-100mila nuovi casi ogni anno. Il dato, tuttavia è sottostimato perché non tiene conto di tutti i pazienti che hanno forme silenti, pericolose perché si tratta di pazienti non protetti con alcun farmaco specifico.
La FA è una causa maggiore di ricoveri ospedalieri e di mortalità e si sta imponendo quale problema sanitario emergente per via del progressivo invecchiamento della popolazione, tanto che nelle persone oltre gli 80 anni ha una prevalenza del 10%.
Documento del Nice
Ema