La Commissione Europea ha approvato l’impiego di bortezomib in combinazione con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone, per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare (MCL), non precedentemente trattati e non adatti al trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Il MCL è un tipo raro e aggressivo di tumore del sangue che può essere difficile da trattare ed è associata ad una prognosi infausta. Costituisce il 6% circa dei linfomi non-Hodgkin. Deriva dalla espansione neoplastica di una piccola popolazione di cellule B del mantello dei follicoli linfatici.

Nell'Unione europea bortezomib è attualmente indicato per il trattamento del mieloma multiplo (MM), un altro raro tumore del sangue, sia come monoterapia o in combinazione con altri regimi di trattamento.
L’approvazione si basa sui dati dello studio di Fase 3, LYM-3002 , un trial multicentrico, internazionale, prospettico di fase 3 randomizzato, in aperto, con controllo attivo che ha arruolato 487 pazienti con MCL di nuova diagnosi che erano inammissibili, o non considerati tali, per il trapianto di midollo osseo.

I risultati hanno mostrato significativi benefici nel trattamento di pazienti con MCL di nuova diagnosi utilizzando VR-CAP, un regime di combinazione che prevedeva l’uso di bortezomib (rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, prednisone e bortezomib)  rispetto ad uno standard ampiamente utilizzato R-CHOP (rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone).
Il regime VR-CAP ha significativamente migliorato la sopravvivenza libera da progressione (PFS), l'endpoint primario, e ha mostrato miglioramenti in una serie di endpoint secondari. Un comitato di revisione indipendente ha segnalato un aumento della PFS del 59 per cento (media 24.7 vs. 14,4 mesi; HR 0,63; p <0.001), mentre gli investigatori dello studio hanno riportato un aumento della PFS del 96 per cento (mediana 30,7 vs. 16,1 mesi; HR 0,51;. p <0,001).

L’uso di bortezomib è risultato associato con una tossicità ulteriore, ma gestibile, rispetto al regime standard. In generale, tra i pazienti trattati con VR-CAP, rispetto a R-CHOP, gli eventi avversi gravi sono stati riportati nel 38% vs 30% dei pazienti e 3 eventi avversi di grado sono stati riportati nel 93% vs 85%. Le interruzioni del trattamento a causa di eventi avversi sono state il 9% con VR-CAP vs 7% con R-CHOP, e durante il trattamento i decessi correlati all’ uso del farmaco sono stati 2% vs 3%.

Il linfoma mantellare (MCL dall'inglese mantle cell lymphoma) è un linfoma non Hodgkin delle cellule di tipo B, tra i più rari di questo tipo. E’ una malattia neoplastica caratterizzata dalla presenza di linfociti patologici che originano da cellule B periferiche a livello dei follicoli interni del mantello dei linfonodi. L'incidenza dei casi di MCL sul totale dei linfomi non Hodgkin è pari al 6% circa, e risulta più elevata in Europa che negli Stati Uniti.

Si tratta di un linfoma a maggiore aggressività e difficilmente eradicabile con la immuno-chemioterapia standard. La sopravvivenza è inferiore a quella dei linfomi indolenti. Oltre alla variante classica, esistono altre varianti istologiche di linfoma mantellare, tra cui la variante blastoide e quella pleomorfica, caratterizzate da una maggiore aggressività clinica e da una prognosi peggiore.

Studio LYM-3002