La commissione Europea ha approvato la commercializzazione di Velphoro, un farmaco indicato per il trattamento dell’iperfosfatemia nei pazienti in dialisi affetti da malattia renale cronica, trattati con emodialisi o con dialisi peritoneale.

L’iperfosfatemia è un aumento anomalo dei livelli di fosforo nel sangue, una condizione seria e diffusa tra i pazienti in dialisi con insufficienza renale cronica.

L’approvazione si basa su uno studio di fase III che ha raggiunto gli endpoint primari e secondari, dimostrando che il prodotto è in grado di controllare l’iperfosfatemia con meno compresse rispetto a sevelamer carbonato, che rappresenta l’attuale standard di cura in questo tipo di pazienti.

Velphoro è stato sviluppato da Vifor Pharma; nel 2011, tutti i diritti sono stati trasferiti a Vifor Fresenius Medical Care Renal Pharma. La produzione del principio attivo è di Vifor Pharma in Svizzera.

Questo farmaco (prima noto come PA21) è un legante del fosfato, basato sul ferro, senza calcio e masticabile, riferiscono gli esperti.

Gli esperti riferiscono che la maggior parte dei pazienti sottoposti a dialisi sono trattati con leganti di fosfato. “Tuttavia, nonostante la disponibilità di un certo numero di leganti di fosfato, fino al 50% dei pazienti - a seconda della regione – non sono ancora in grado di raggiungere e mantenere i livelli ottimali di fosforo nel sangue”, illustrano gli scienziati.

“In alcuni pazienti, la non-compliance dovuta all’elevato carico di pillole e la bassa tollerabilità per sembrano essere fattori chiave nella perdita del controllo dei livelli sierici di fosforo. In media, i pazienti in dialisi assumono circa 19 compresse al giorno con i leganti del fosfato, comprendenti il 50% del carico di pillole giornaliero. La dose iniziale raccomandata di Velphoro è di 3 compresse al giorno (una per pasto): il farmaco potrebbe dunque aiutare a migliorare la gestione dell’assunzione del fosfato nei pazienti che attualmente non mostrano compliance a causa dell’elevato carico di pillole”.

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