Amgen ha reso noto di aver depositato all’Ema la domanda di registrazione con procedura centralizzata per il farmaco talimogene laherparepvec, richiedendone l’approvazione per il trattamento del melanoma metastatico regionalmente e a distanza (fasi III ed IV).

Talimogene laherparepvec (T.vec) è il capostipite di una nuova classe di virus oncolitici, derivato dall’HSV-1 (il virus responsabile della cosiddetta ‘febbre sulle labbra’) e progettato per agire attraverso due importanti meccanismi differenti e complementari: provocare una lisi tumorale locale e, nel contempo, innescare una risposta immunitaria sistemica antitumorale.

Il virus attenuato e modificato geneticamente viene iniettato direttamente nel tumore, dove si replica fino a provocare la rottura della membrana delle cellule tumorali, distruggendole. Le particelle virali vengono quindi rilasciate localmente nel tessuto tumorale insieme con il GM-CSF, espresso dalle cellule tumorali modificate dal virus, in modo da attivare una risposta immunitaria sistemica mirata a uccidere le cellule tumorali presenti nell’organismo.

Il trattamento con talimogene si è dimostrato in grado di ridurre le dimensioni del tumore nel 64% dei pazienti con melanoma avanzato, con una marcata riduzione anche delle lesioni metastatiche non trattate direttamente con il farmaco. Lo evidenzia un'analisi retrospettiva dello studio pivotal di fase III OPTiM, presentata lo scorso mese di marzo in occasione del 67° Society of Surgical Oncology Cancer Symposium.

I primi dati dello studio OPTiM erano stati presentati al congresso ASCO dello scorso anno, a Chicago. In quella sede, gli autori riferirono che T-vec è in grado di migliorare in modo significativo la percentuale di risposta duratura (DDR), cioè la percentuale di risposta completa o parziale mantenuta ininterrottamente per almeno 6 mesi, rispetto alla terapia di controllo con GM-CSF (16% contro 2%; P < 0,0001), così come la percentuale di risposta obiettiva (ORR), risultata rispettivamente del 26,4% contro 5,7%, e quella di risposta completa, pari al 10,8 % contro 0,7%.

Lo studio OPTiM è un trial multicentrico di fase III, randomizzato e controllato, in aperto, che ha valutato sicurezza ed efficacia di T-Vec in confronto alla terapia con GM-CSF in oltre 400 pazienti con melanoma in stadio IIIB, IIIC o IV non resecato.

Da notare che il virus modificato non aggredisce le cellule normali e non provoca quindi le classiche lesioni erpetiche alle labbra, ma è capace di riconoscere e distruggere i tumori. La ‘missione’ del virus è penetrare all'interno della cellula e replicarsi, distruggendo la cellula ospite per propagarsi. Se nei comuni fenomeni infettivi l'uccisione della cellula infettata è una chiara conseguenza negativa della replicazione virale, nel caso dei virus oncolitici quest’ottica viene completamente ribaltata. L'idea alla base di questo approccio è, infatti, quella di sfruttare la capacità del virus di penetrare all'interno delle cellule tumorali e distruggerle, contribuendo così all'eliminazione della malattia.

T-vec è stato sviluppato inizialmente dalla biotech americana BioVex, poi acquisita da Amgen con un accordo da 450 milioni di dollari nel gennaio 2011 proprio per accaparrarsi il promettente anti-melanoma.