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Mieloma multiplo, via libera europeo per elotuzumab

La Commissione europea ha approvato elotuzumab per la terapia del mieloma multiplo in pazienti che hanno già ricevuto uno o più trattamenti precedenti. Sviluppato da Bristol Myers Squibb e Abbvie, sarà messo in commercio con il marchio Empliciti.

La Commissione europea ha approvato elotuzumab per la terapia del mieloma multiplo in pazienti che hanno già ricevuto uno o più trattamenti precedenti. Sviluppato da Bristol Myers Squibb e Abbvie, sarà messo in commercio con il marchio Empliciti.

Elotuzumab è un anticorpo sperimentale immuno-stimolante che ha come bersaglio SLAMF7 (Signaling Lymphocyte Activation Molecule), una glicoproteina di superficie altamente e uniformemente espressa nelle cellule di mieloma e sulle cellule Natural Killer (NK), ma non nei tessuti normali o nelle cellule staminali ematopoietiche.

Elotuzumab è attualmente in sperimentazione per valutare se la molecola possa selettivamente colpire le cellule di mieloma. Si pensa che elotuzumab agisca attraverso un duplice meccanismo d'azione: legandosi a SLAMF7 sulle cellule NK, le attiva direttamente, e legandosi a SLAMF7 sulle cellule di mieloma, le rende sensibili al riconoscimento e alla distruzione da parte delle cellule NK.

A tale anticorpo è stata precedentemente concessa lo status di ‘ breakthrough therapy’ dall’ Fda e dall’Ema, che ha concesso la valutazione accelerata.

I dati che hanno portato all’approvazione preliminare di questo nuovo agente derivano dallo studio ELOQUENT-2 (CA204-004), un trial di fase III, multicentrico, in aperto, che ha valutato elotuzumab in combinazione con lenalidomide e desametasone vs lenalidomide e desametasone in pazienti con mieloma multiplo in recidiva o refrattario. L’aggiunta di elotuzumab ha esteso la sopravvivenza di 4,2 mesi. I risultai del trial sono stati pubblicati il 2 giugno sul NEJM.

Lo studio ha arruolato 646 pazienti che avevano ricevuto da una a tre terapie precedenti e che non erano refrattari a lenalidomide.

I pazienti sono stati randomizzati 1:1 a elotuzumab (10 mg/kg) in combinazione con lenalidomide e desametasone (ELd) oppure a lenalidomide e desametasone (Ld) in cicli di 28 giorni somministrati fino a progressione della malattia o a tossicità inaccettabile.

Gli endpoint primari erano la sopravvivenza libera da progressione, definita con l' hazard ratio, e il tasso di risposta obiettiva. Al momento dell'analisi ad interim, con un follow-up mediano di 24,5 mesi, il 35% (n = 113) dei pazienti trattati con ELd e il 21% (n = 66) dei pazienti trattati con Ld continuavano ad assumere la terapia.

Endpoint chiave secondari erano la sopravvivenza globale (OS) e la severità/interferenza del dolore con la vita quotidiana. Obiettivi esplorativi erano la risposta tumorale, la durata della risposta, la qualità di vita e la sicurezza.

La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana nel braccio ELd è risultata di 19,4 mesi vs 14,9 mesi nel braccio Ld, con una riduzione del 30% del rischio di progressione della malattia, che si è mantenuta costante a due anni. Il beneficio di PFS è stato osservato in tutti i sottogruppi predefiniti di pazienti. I pazienti nel braccio ELd sono stati esposti a lenalidomide per una durata maggiore del 30% (o una mediana di circa 5 mesi) rispetto a quelli del braccio Ld.

L'interruzione del trattamento era principalmente dovuta a progressione della malattia (42% per ELd, 47% per Ld). Il tasso di interruzione per gli eventi avversi non era diverso tra i due bracci.