Il National Institute for Health and Clinical Excellence ha deciso di raccomandare la rimborsabilità di nilotinib e imatinib quale prima linea di trattamento per i pazienti con leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva. Al contempo, in questa valutazione ancora preliminare, sulla base di considerazioni di costo efficacia, l’agenzia britannica ha deciso di non supportare la rimborsabilità di dasatinib. Dopo aver esaminati i commenti che perverranno da parte di tutti gli stakeholder interessati, il prossimo 8 febbraio il Nice prenderà la decisione finale.

La decisione dell’agenzia britannica conferma l’approvazione per imatinib alle dosi standard concessa nel 2003 (lo scorso mese di maggio l’agenzia aveva negato l’assenso alla richiesta per l’uso del farmaco a dosi più elevate) e, per quanto concerne nilotinib, il parere positivo si basa sul fatto che Novartis continui a concedere il farmaco a un prezzo scontato. L’agenzia ritiene che nilotinib e dasatinib abbiamo entrambi un’efficacia superiore a imatinib a dosi standard e che non vi siano per ora dati sufficienti per differenziare i due farmaci in termini di efficacia.

La leucemia mieloide cronica, detta anche LMC o leucemia granulocitica cronica,è  caratterizzata dalla presenza nel midollo osseo di un numero eccessivo di globuli bianchi. La LMC origina nelle cellule mieloidi del midollo osseo, sede nella quale le cellule ematiche normalmente si formano a partire da elementi progenitori denominati blasti o cellule staminali. A causare la LMC è la moltiplicazione anomala di cellule staminali emopoietiche pluripotenti, cioè ancora in grado di proliferare e di differenziarsi.

Il cromosoma Philadelphia (Ph) è il marcatore genetico caratteristico della Leucemia Mieloide Cronica (LMC). Deriva dalla traslocazione reciproca tra un cromosoma 9 ed un cromosoma 22. Questa traslocazione, la t(9;22), determina a livello molecolare la formazione di un gene di fusione tra il gene bcr (situato sul cromosoma 22) ed il gene abl (sul cromosoma 9).

Il gene ibrido bcr-abl codifica per una proteina di peso molecolare 210 Kd (p210) che è all'origine del meccanismo di trasformazione leucemica nella LMC. Il potenziale leucemogeno della proteina ibrida leucemica si esprime attraverso: 1) interferenze con l'attività proliferativa della cellule emopoietiche; 2) alterazione dei meccanismi di adesione e responsività ai fattori regolanti la proliferazione; 3) ridotta apoptosi (morte cellulare).

Dato che l'attività TK della proteina bcr-abl è un momento essenziale nella patogenesi della LMC, sono state progettate e sperimentate una serie di molecole in grado di inibire l'attività chinasica di abl.

La malattia colpisce ogni anno da 1 a 2 persone ogni 100mila abitanti. Costituisce il 15-20% circa di tutte le leucemie dell'adulto e può insorgere in entrambi i sessi, anche se è leggermente più frequente nell'uomo che nella donna. La malattia può manifestarsi a ogni età, ma è rara sotto i dieci anni e solo il 10% dei casi interessa i soggetti di età compresa tra 5 e 20 anni.

Documento del Nice