Il National Institute for Health and Clinical Excellence (Nice) ha detto un primo no alla rimborsabilità di imatinib (Glivec, Novartis) ad alte dosi nei pazienti con tumori stromali del tratto gastrointestinale (GIST) non candidabili alla chirurgia e che non hanno risposto a dosi inferiori del farmaco.
Il GIST inoperabile è, insieme alla leucemia mieloide cronica, una delle due indicazioni per cui il Nice ha raccomandato il rimborso di imatinib da parte della sanità pubblica inglese. Secondo l'agenzia, però non ci sono evidenze sufficienti per far pagare ai contribuenti di Sua Maestà anche dosaggi più alti di quello già autorizzato (400 mg/die).
Le raccomandazioni originali sul farmaco nel GIST risalgono al 2004. Andrew Dillon, chief executive del Nice, ha dichiarato che da allora "non sono stati prodotti nuovi dati di buona qualità sull'efficacia clinica e farmacoeconomica sui dosaggi 600 mg/die o 800 mg/die somministrati in seguito a progressione della malattia dopo trattamento con 400 mg/die". Ergo, ha detto Dillon, impossibile avallare il rimborso dei dosaggi elevati.
Per imatinib è la seconda bocciatura del Nice, in meno di un mese. Il 25 agosto, infatti, l'agenzia britannica aveva dato parere sfavorevole alla rimborsabilità del farmaco per i pazienti sottoposti all'intervento di resezione chirurgica del GIST, giudicando, anche in questo caso, insufficienti le evidenze a supporto di questa indicazione.
I GIST sono i tumori mesenchimali (ossia uscenti dal tessuto connettivo) più frequenti nell'apparato digerente e rappresentano l'1-3 % di tutti i tumori in questa parte del corpo. Circa la metà dei GIST si sviluppa nello stomaco e quasi il 30% nell'intestino tenue. Meno del 20% ha origine nell'esofago, nel colon e nel retto. Talvolta i GIST si sviluppano al di fuori del tratto intestinale, comunque nell'addome. Si ritiene che ogni anno in Italia circa 500-1.000 persone possano sviluppare un tumore di questo tipo.
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