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Psoriasi, parere positivo per tildrakizumab

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Il Chmp dell’Ema ha dato parere positivo all’approvazione dell’anticorpo monoclonale tildrakizumab per il trattamento degli adulti con psoriasi a placche da moderata a severa che hanno diritto alla terapia sistemica o alla fototerapia. Il via libera preliminare si è basato sui risultati degli studi di fase III ReSURFACE 1 e 2, pubblicati lo scorso anno su The Lancet.

Tildrakizumab è un inibitore selettivo dell'interleuchina (IL) -23p19, che si lega selettivamente alla subunità p19 della IL inibendo il rilascio di citochine pro-infiammatorie e chemiochine. Viene somministrato per iniezione sottocutanea alla dose di 100 mg ogni 12 settimane, dopo il completamento delle dosi iniziali alla settimana 0 e alla settimana 4.
Verrà commercializzato con il nome Ilumetri dalla compagnia farmaceutica Almirall.

Il programma clinico
L'efficacia di tildrakizumab è stata dimostrata nel programma di sviluppo clinico reSURFACE di Fase III, che comprende due studi multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo noti come reSURFACE 1 e reSURFACE 2. Insieme hanno coinvolto 926 adulti con psoriasi a placche da moderata a grave, dei quali 616 sono stati trattati con il farmaco e 310 con placebo.

Entrambi gli studi hanno raggiunto gli endpoint principali di efficacia, dimostrando un miglioramento clinico significativo con tildrakizumab rispetto al placebo con almeno il 75% di pelle libera dalla psoriasi (Psoriasis Area Sensitivity Index, PASI 75) e nel punteggio di pelle "pulita/minima psoriasi" del Physician Global Assessment (PGA) alla settimana 12 dopo due dosi.
Nello studio reSURFACE 1, il 74% dei pazienti ha raggiunto l’endpoint PASI 75 alla settimana 28 dopo tre dosi di farmaco e l'84% dei pazienti che hanno continuato il trattamento hanno mantenuto il PASI 75 alla settimana 64, rispetto al 22% dei pazienti che sono stati ri-randomizzati a placebo.

Inoltre il 69% dei pazienti trattati con tildrakizumab che aveva un punteggio PGA di pelle "pulita/minima psoriasi" alla settimana 28 ha mantenuto questa risposta dopo 64 settimane, rispetto solo al 14% dei pazienti che sono stati ri-randomizzati al placebo.

Il profilo di sicurezza
Le reazioni avverse più comuni (≥ 1%) associate al trattamento comprendono infezioni delle vie respiratorie superiori, reazioni al sito di iniezione e diarrea. Le reazioni avverse che si sono verificate tra lo 0,1% e l’1% dei casi nei bracci di trattamento attivo e in misura più elevata rispetto ai gruppi placebo includevano vertigini e dolore alle estremità.

Negli studi clinici sono stati riportati casi di angioedema e orticaria con il trattamento. Secondo quanto comunicato dall’azienda, in caso di reazione di ipersensibilità grave, il farmaco deve essere immediatamente interrotto e deve essere iniziata la terapia appropriata.

Tildrakizumab può aumentare il rischio di infezione e il trattamento non deve essere iniziato in pazienti con un'infezione attiva clinicamente importante fino a quando questa si risolva o venga trattata in modo adeguato. Nei pazienti con infezione cronica o una storia di infezione ricorrente vanno tenuti in considerazione i rischi e i benefici della terapia, mentre l'infezione da tubercolosi deve essere valutata sia prima che durante il trattamento.

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