La Commissione Europea ha approvato fingolimod (Gilenya, Novartis), prima terapia orale per la sclerosi multipla (SM). Al dosaggio giornaliero di 0,5 mg, il farmaco indicato come terapia disease-modifying nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente ad alta attività di malattia nonostante il trattamento con interferone beta, o in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente grave a rapida evoluzione. L'autorizzazione europea, che segue quella già concessa 6 mesi fa dall’Fda, fa di fingolimod il primo trattamento orale disponibile in Europa per le forme recidivanti di SM.
L'approvazione di fingolimod si è basata sul più ampio programma di studi clinici per un nuovo farmaco per la SM e comprende i risultati di studi clinici che dimostrano una significativa efficacia nel ridurre le ricadute e nel rallentare la progressione della disabilità e il numero di lesioni cerebrali (indicatore dell'attività di malattia), valutato con la risonanza magnetica (MRI), nelle persone con SM recidivante.
Fingolimod è stato studiato in oltre 4.000 pazienti con SM. I più comuni effetti collaterali sono cefalea, incremento degli enzimi epatici, influenza, diarrea, mal di schiena e tosse. Altri effetti correlati a fingolimod comprendono riduzione della frequenza cardiaca e blocco atrio-ventricolare (eventi transitori e generalmente asintomatici, che possono comparire all’inizio del trattamento), lieve aumento della pressione arteriosa, edema maculare e lieve broncocostrizione.
Fingolimod è il primo di una nuova classe di farmaci, i modulatori del recettore della sfingosina-1 fosfato (S1P-R). Nella SM, il sistema immunitario danneggia la guaina che protegge le fibre nervose nel sistema nervoso centrale (SNC), che comprende il cervello e il midollo spinale. L'innovativo meccanismo d'azione di fingolimod permette di ridurre l'attacco del sistema immunitario al SNC, sequestrando alcuni globuli bianchi (linfociti) nei linfonodi. Ciò impedisce ai globuli bianchi di raggiungere il SNC, dove potrebbero attaccare le guaine che proteggono le fibre nervose, riducendo così il danno infiammatorio. Il sequestro dei globuli bianchi è reversibile alla sospensione del trattamento con fingolimod.
Il dossier registrativo presentato all’Ema ha incluso risultati che dimostrano come, a un anno, fingolimod 0,5 mg abbia ridotto del 52% (p<0,001) le ricadute rispetto ad interferone beta-1a per via intramuscolare, uno dei trattamenti più comunemente utilizzati per la SM.
Fingolimod ha anche ridotto l'attività di malattia rispetto ad interferone beta-1a per via intramuscolare, come dimostrato dal numero di lesioni pesate in T2 alla risonanza magnetica nucleare (MRI), nuove o di nuovo allargamento (1,7 rispetto 2,6, P=0,004). I risultati di uno studio controllato verso placebo, della durata di due anni, hanno dimostrato nei pazienti trattati con fingolimod una riduzione delle ricadute (riduzione del 54% P<0,001, rispetto al placebo) e della progressione della disabilità (riduzione del 30%, confermata da una visita di follow-up a tre mesi P=0,02, e del 37% confermata da una visita di follow-up a sei mesi P=0,01, rispetto al placebo).
In entrambi gli studi, il trattamento con fingolimod ha portato ad una riduzione statisticamente significativa dell'attività delle lesioni, valutata con la risonanza magnetica nucleare (MRI).
Ema