L’Agenzia europea dei medicinali ha concluso una revisione degli ultimi dati di sicurezza relativi al medicinale fingolimod. Il Chmp ha confermato il positivo profilo beneficio-rischio di fingolimod quale trattamento orale in mono-somministrazione giornaliera e ha suggerito nuove raccomandazioni agli operatori sanitari per ridurre il rischio di eventi avversi sul cuore associati all’utilizzo di fingolimod per il trattamento della sclerosi multipla.
L'Ema raccomanda ai medici di non prescrivere fingolimod ai pazienti con storia di malattia cardiovascolare e cerebrovascolare o a chi assume medicinali per abbassare la frequenza cardiaca. Tuttavia, quando il trattamento con fingolimod è considerato necessario in questi pazienti, la loro attività cardiaca deve essere monitorata almeno per la notte seguente la prima dose di fingolimod e i medici devono chiedere una consulenza ai cardiologi per un appropriato monitoraggio.
Il Chmp raccomanda inoltre che l’attività cardiaca di tutti i pazienti che iniziano il trattamento con fingolimod deve essere monitorata prima di ricevere la prima dose del farmaco e continuativamente per almeno sei ore dopo. Il monitoraggio deve essere esteso per almeno due ore nei pazienti la cui frequenza cardiaca risulta più bassa sei ore dopo aver ricevuto la prima dose di fingolimod.
Nei pazienti che sviluppano problemi cardiaci clinicamente rilevanti come bradicardia (rallentamento del battito cardiaco) o blocco atrioventricolare (AV, un problema di conduzione elettrica del cuore), il monitoraggio deve proseguire per almeno una notte e fino a quando i problemi sono risolti.
Nel Gennaio 2012 l’Agenzia ha cominciato una revisione della sicurezza cardiovascolare di fingolimod in seguito alla ricezione di informazioni relative ad una morte improvvisa inspiegabile di un paziente entro le 24 ore successive la prima assunzione di fingolimod.
Lo scorso mese di febbraio il Chmp aveva fornito raccomandazioni provvisorie, consigliando ai medici di eseguire il monitoraggio ECG per le sei ore successive l’assunzione della prima dose, e di considerare la necessità di un monitoraggio prolungato. La raccomandazione si era resa necessaria in quanto la prima dose di fingolimod comporta una transitoria bradicardia e può essere associata a blocco atrioventricolare. Adesso è arrivata una raccomandazione più ampia e meditata.
Per questa revisione, il Chmp ha valutato tutti i dati disponibili sulla sicurezza cardiaca di fingolimod , compresi i report di 15 casi di morte improvvisa o inspiegabile di pazienti trattati con fingolimod. Il Comitato ha evidenziato che la maggior parte delle morti e dei problemi cardiovascolari si era verificato in pazienti con storia di problemi cardiovascolari o che assumevano altri farmaci.
Tuttavia, i dati esaminati non sono stati sufficienti a stabilire se il trattamento con fingolimod possa essere considerato la causa delle morti. Il Chmp ha inoltre osservato che il massimo effetto di fingolimod sulla diminuzione della frequenza cardiaca si manifesta nella maggior parte dei pazienti entro sei ore dalla prima assunzione del farmaco e che tale diminuzione può essere risolta, se necessario, somministrando atropina o isoprenalina.
Pertanto il Chmp è del parere che il possibile rischio di problemi cardiaci in pazienti trattati con fingolimod può essere minimizzato da un ulteriore rafforzamento delle già esistenti avvertenze sugli effetti cardiovascolari del farmaco e assicurando un attento monitoraggio di tutti i pazienti. Con queste misure di minimizzazione del rischio in atto, il Comitato conclude che i benefici di fingolimod continuano a superare i rischi.
Fingolimod
Fingolimod è il primo trattamento orale approvato per la sclerosi multipla (SM) ed è il capostipite di una nuova classe di farmaci chiamati modulatori dei recettori della sfingosina 1-fosfato (S1PR). Questo farmaco ha dimostrato un’efficacia superiore rispetto interferone-beta-1a IM), con una riduzione rispetto ad interferone–beta-1a del 52% del tasso annualizzato di ricadute (primary endpoint) e una riduzione del 40% nel tasso di atrofia cerebrale (secondary endpoint) a un anno nello studio di confronto diretto. In una recente sottoanalisi nei pazienti con SM recidivante-remittente ad alta attività di malattia, nonostante la terapia con interferone, il trattamento con fingolimod ha ridotto il tasso annualizzato di ricadute fino al 61% rispetto ad interferone beta-1a i.m.
Fingolimod è indicato in monoterapia, come farmaco modificante la malattia, nella SM multipla recidivante-remittente a elevata attività nei seguenti gruppi di pazienti adulti: pazienti con un'elevata attività di malattia nonostante la terapia con interferone-beta oppure in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente grave ad evoluzione rapida.
Sulla nase dei dati disponibili a febbraio 2012, circa 36mila pazienti sono stati trattati con fingolimod, con oltre 34mila pazienti-anno di esposizione. Alcuni pazienti hanno ricevuto un trattamento con il farmaco fino a 7 anni consecutivi.
Comunicato Ema
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