Il Committee for Medicinal Products for Human Use (Chmp) dell’Ema ha dato parere negativo all’approvazione di delamanid per il trattamento della tubercolosi polmonare multiresitente (MDR-TB) in combinazione con una terapia di background ottimizzata.
A giudizio del Chmp, la durata del trattamento dello studio di fase IIb (Trial 204) utilizzato per il deposito della domanda di registrazione, pari a due mesi, era troppo breve per stabilire l’efficacia del farmaco.
Nello studio 204 l'utilizzo del farmaco sperimentale delamanid in combinazione con un regime terapeutico di fondo dopo due mesi di terapia ha determinato un numero più elevato di soggetti non infettivi rispetto all'impiego del solo regime di fondo in combinazione con un placebo. I risultati hanno dimostrato che dopo due mesi il 45,45 dei pazienti che hanno assunto la dose più ridotta del farmaco dopo due mesi aveva una conversione della coltura dell'espettorato (SCC), dato che con la dose più elevata del farmaco era del 41,9%. Questi risultati erano significativamente più elevati (+53%) del 29,6% ottenuto con il placebo.
Nei pazienti trattati con delamanid si è osservata una frequenza più elevati di prolungamento del tratto QT del tracciato elettrocardiografico, sebbene ciò non si sia correlato con eventi clinici.
La MDR-TB è definita come TB resistente ai due medicinali più efficaci in prima linea: rifampicina e isoniazide. La tubercolosi è tuttora un serio problema sanitario globale per il quale in quasi mezzo secolo non è stato formulato alcun nuovo farmaco.
Delamanid è un farmaco sperimentale sviluppato dalla giapponese Otsuka che appartiene alla classe dei nitro-dihydro-imidazooxazoles. Il farmaco inibisce la sintesi dell’acido micolico, un componente essenziale della parete cellulare del Mycobacterium tuberculosis. Il farmaco ha dimostrato sia in vivo sia in vivo una attività contro il M. tuberculosis.
Tubercolosi multiresistente
La diffusione della tubercolosi multiresistente in Europa sarebbe da attribuire agli stessi centri che se occupano, ma che non hanno seguito in modo corretto le linee guida internazionali per la gestione di questa malattia riemergente. Uno studio italiano pubblicato di recente sul “European Respiratory Journal” e che porta la firma dell’IRCCS Fondazione Maugeri, Centro Collaborativo OMS di Tradate, ha individuato i 4 errori che hanno favorito la progressiva diffusione della Tbc.
I motivi alla base della diffusione sono: la mancata prescrizione dei 4 farmaci attivi contro la Tbc; dosaggi sbagliati, gestione non adeguata di oltre il 34% dei pazienti con Tbc affetti anche da Hiv, dimissioni senza un report finale sul quadro clinico per il 32% dei pazienti.
In totale, 15 dei 27 Paesi colpiti da tubercolosi resistente appartengono all’Ue o all’Area economica europea. Come riferisce l’Oms, con una prevalenza di 440 mila casi, la tubercolosi resistente causa 150 mila morti l’anno, si stimano inoltre 50 mila casi di Tbc multi resistente.
Secondo i dati riportati in “La tubercolosi in Italia - anno 2008”, sintesi del rapporto completo per l’anno 2008, preparata in occasione della Giornata mondiale per la tubercolosi (24 marzo 2010), in Italia nel 2008 la percentuale di tubercolosi multiresistente (Mdr-Tb) nel 2008 è lievemente aumentata rispetto al 2007, attestandosi al 3,7% del totale dei ceppi analizzati. Tra i nuovi casi di Tb, la percentuale di ceppi Mdr è il 2,7% e dal 2004 è in lieve e costante aumento.
Ema