La Commissione Europea ha approvato in via condizionata crizotinib, un nuovo anticancro studiato per la terapia dei pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule (NSLC) che presentano una particolare mutazione del gene ALK (chinasi del linfoma anaplastico).  Sviluppato da Pfizer, una volta in commercio il farmaco si chiamerà Xalkori.

Simile alla “accelerated aproval “ dell’Fda, l'immissione condizionale al commercio è una formula autorizzativa concessa dall’Ema  per far fronte a bisogni di salute pubblica non soddisfatti, anche se non sono ancora disponibili tutti i dati normalmente necessari al normale iter approvativo. Questa autorizzazione può essere rinnovata annualmente e prevede la presentazione dei dati aggiuntivi richiesti appena disponibili.

Pfizer sarà tenuta a depositare i dati dello studio PROFILE 1007, recentemente completato e i cui dati sono stati resi noti poche settimane fa. Per la prima volta lo studio dimostra la superiorità di crizotinib rispetto alla chemioterapia standard (docetaxel o pemetrexed) nel prolungare a sopravvivenza senza progressione in pazienti con NSCLC e mutazione ALK. Dopo l’analisi di questi dati, la Commissione Europea deciderà se rendere definitiva l’approvazione del farmaco.

Sebbene l’efficacia di crizotinib nei pazienti con cancro del polmone e ALK positivi debba ancora essere confermata, la percentuale di risposte obiettive finora osservata in questo sottogruppo di malati è stata definita “senza precedenti”.

Il gene ALK dà origine a una proteina di fusione, chiamata EML4-ALK, che stimola la crescita tumorale. La traslocazione EML4-ALK è rara, essendo presente solo nel 2-7% dei tumori polmonari non-piccole cellule, ed è più frequente in pazienti non fumatori,o che non hanno fumato poco, e nei pazienti con adenocarcinoma. Il loro tumore non contiene mutazioni del gene per il recettore del fattore di crescita epidermoidale (EGFR) o del gene K-Ras (che sono invece trattabili con altri farmaci biologici mirati).

Crizotinib (noto anche come PF-02341066 o 1066) compete con l’ATP (o adenosintrifosfato, una micro-molecola in grado di attivare i processi biochimici che richiedono energia) per l’ALK  e, sostituendosi all’ATP, ne impedisce il funzionamento. Attualmente si ritiene che crizotinib esplichi i suoi effetti terapeutici attraverso la modulazione della crescita, nonché della capacità di migrare e invadere i tessuti sani delle cellule neoplastiche.  Alcuni studi, però, suggeriscono che esso possa esplicare anche un’azione anti-neoangiogenetica.

Crizotinib, un inibitore di ALK attivo per via orale con somministrazione bid, in due studi pubblicati sul NEJM ha ridotto in modo significativo il volume tumorale in pazienti che presentano in questo tipo di mutazione.

L’efficacia e la sicurezza di crizotinib sono state stabilite nel corso di due studi in braccio singolo che hanno arruolato un totale di 255 pazienti con tumore al polmone NSCLC  in fase avanzata e che presentava la mutazione ALK. Uno di questi studi, pubblicato lo scorso anno sul New England Journal of Medicine ha evidenziato come il farmaco è stato in grado di ridurre in modo significativo il volume tumorale nel 57% degli 82 pazienti arruolati. Di questi pazienti, circa il 90% aveva ricevuto dei trattamenti precedenti per la patologia.

Gli effetti indesiderati più comuni osservati nei pazienti trattati con il farmaco sono stati disturbi della visione, nausea, vomito diarrea edema e costipazione.